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21/08/2002: I TOGNI A BERGAMO. Ettore Paladino: “Entrambi i circhi hanno diritto di chiamarsi Togni”

A BERGAMO LA GUERRA DEI CIRCHI 10/09/02
I TOGNI A BERGAMO - L'INTERVENTO DI ETTORE PALADINO (EX PRESIDENTE CADEC)

 

RIPORTIAMO L’INTERVENTO RILASCIATO IL 21 AGOSTO SUL QUOTIDIANO ECO DI BERGAMO DALL’ EX PRESIDENTE E ATTUALE CONSIGLIERE DEL CADEC ETTORE PALADINO

L’intervento
«Entrambi i circhi hanno diritto di chiamarsi Togni»

Egregio direttore,
a proposito della contemporanea presenza dei due circhi in Bergamo, evento ribattezzato sul suo quotidiano «la guerra dei Togni», vorrei entrare sull’argomento essendo stato per dodici anni presidente del Club Amici del Circo. Il nostro club, che esiste da più di trent’anni, è un’associazione a livello nazionale che raccoglie tutti gli appassionati di questa forma di spettacolo; nata per volere degli stessi circensi, tramite l’Ente nazionale circhi, ha ovviamente mantenuto con essa un rapporto privilegiato. Per questo credo opportuno fornire alcune informazioni riguardo a degli aspetti riportati negli articoli cui sopra mi riferivo.
Riguardo all’utilizzo del nome Togni, nel nostro Paese l’uso di un nome proprio per la denominazione pubblicitaria di un circo è un aspetto ancora poco chiarito e normato. Fino a qualche anno fa esisteva il nulla-osta all’attività circense, che veniva rilasciato dal ministero dello Spettacolo e il nome registrato su di esso poteva costituire almeno un riferimento per la possibilità di usare un nome piuttosto che un altro.
Nel caso dei due circhi che arriveranno fra pochi giorni, tutti e due credo siano in pieno diritto di utilizzare il nome Togni.
Lo è certo il circo di Lidia Togni, nato circa venti anni fa ad opera proprio di Lidia Togni coadiuvata dai tre figli, Davide, Vinicio e Livia Canestrelli. Esso in questi anni si è molto ampliato, costituisce oggi uno dei più grossi complessi in Italia, e ha sempre mantenuto tale nome sin dall’inizio dell’attività.
Nel caso del «nuovo» circo Togni, vero che esso nasce sfruttando un’impresa già esistente, che è quella degli Errani. Ma altrettanto vero è che se non soltanto una, ma tutte le famiglie Togni italiane, per mano della loro società, hanno voluto affidare il proprio cognome a questo circo, sono in pieno diritto di farlo. Anche perché oggi, a parte appunto il circo di Lidia Togni, l’aspetto un po’ paradossale è che le altre famiglie Togni che agiscono in Italia hanno legato l’insegna del proprio circo a un nome di fantasia piuttosto che al proprio cognome (Circo Americano, Florilegio). Così è nata la voglia di far «girare» di più il nome Togni fra il pubblico italiano. L’accordo con Errani è nuovo, nasce qui a Bergamo e vedremo a quali strade porterà; di sicuro la presenza annunciata di Flavio Togni è già una garanzia.
Certo il doppio cognome sui manifesti sta forse confondendo un po’ il pubblico; ma credo si tratti di un comprensibile desiderio da parte della famiglia Errani di farsi conoscere al pubblico di Bergamo, città in cui il loro circo non ha ancora lavorato, anche se già da diversi anni è diventata una delle realtà più importanti del mondo del circo italiano.
Quanto al prelievo del 10 per cento dei contributi statali da parte dell’Ente Circhi, esso non ha mai rappresentato una sorta di tassa. I soci dell’Ente già da moltissimi anni hanno deciso di versare una parte del proprio contributo statale (il 5 per cento e non il 10 per cento) a costituire un fondo, chiamato di solidarietà, che potesse servire ad aiutare i circhi che si fossero trovati in difficoltà economiche per svariati motivi. Si tratta di una sorta di assicurazione interna, fatta tramite la propria categoria, che i circensi hanno voluto, ben conoscendo quanti e quali rischi e imprevisti possano capitare nel proprio mestiere. In tanti anni di frequentazione dell’ambiente circense ricordo moltissimi casi in cui l’Ente si è attivato per sostenere circhi in difficoltà. L’adesione a questo fondo di solidarietà è fra l’altro volontaria, ma, a quanto mi risulta, anche i grossi complessi, che potrebbero fare a meno di aderire grazie alla propria solidità economica, preferiscono contribuire sia per solidarietà nel senso stretto della parola nei confronti dei colleghi, sia perché eventuali situazioni possono avere una ricaduta di immagine negativa su tutta la categoria.
Il circo di Lidia Togni già da diversi anni non aderisce all’Ente Circhi (unico fra i complessi di grosse dimensioni). Quali che siano i motivi non sta a me né conoscere né tanto meno giudicare.
Per concludere, mi si consenta di richiamare alla memoria un altro caso in cui in Bergamo si sono trovati ad agire contemporaneamente due circhi; siamo nel lontano 1975, e i complessi erano due piccoli circhi, il circo Medini ed il circo Herasio, che oggi non esiste più. L’allora presidente del Tribunale si complimentava per la qualità degli spettacoli e per il comportamento delle due famiglie pur se in concorrenza. P.G. Nosari dice nel suo articolo che i bergamaschi devono sentirsi gratificati per la possibilità di assistere a due spettacoli di così alto livello.
Personalmente, come amico del circo, e di tutti i circhi senza barriere e pregiudizi, spero anch’io che questa doppia permanenza possa essere vissuta in maniera corretta da parte di tutti ed essere per la città un esempio di qualità dello spettacolo circense.
Ringraziando dell’attenzione
Ettore Paladino
Comun Nuovo

Salerno (Italy) – 21 August 2002 – 18:34:39

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