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LA SCOMPARSA DI WIORIS TOGNI

LA SCOMPARSA DI WIORIS TOGNI

Questa notte è mancato Wioris Togni.

Nei suoi 81 anni aveva percorso da Protagonista la storia del Circo italiano dal mitico Nazionale Togni al Darix Togni (nome del fratello) al Circo nell’Acqua, si era cimentato coi figli Holer e Divier, con gli “Stunt Cars”, con notevole successo, continuando pure l’attività circense durante l’inverno con il “Circo Nazionale Togni” , il “circo Heros” e il “Festival del Circo” .
Wioris era sempre il tecnico supervisore e progettista di tutte le realizzazioni della famiglia e naturalmente anche dei vari chapiteau usati per gli spettacoli musicali e teatrali.
Non sono mancate le collaborazioni con la famiglia della moglie Liliana Casartelli (anch’essa da pochi mesi scomparsa).
Per chi non avesse avuto il piacere di conosce, chiacchierare con Wioris riportiamo alcuni “ritagli” di articoli che lo hanno riguardato:

Da “Questa Sera Grande Spettacolo” di Alessandro Cervellati (1961)

I loro Circhi sono modernissimi, con alberi ad intelaiatura tubolare metallica, cupola centinata, pista con tappeto di cocco (la cosiddetta pista alta), riscaldamento, ecc.

GRANDI CIRCENSI ITALIANI di Enrico Bassano (1971)

” La dinastia dei Togni – informa in ” Questa sera grande spettacolo ” Alessandro Cervellati, amico fraterno e maestro di noi cronisti del Circo – è oggi numerosissima: forse la più numerosa del mondo. Capostipite fu Aristide Togni di Pesaro: funzionario dello Stato, abbandonò la carica quando, nel 1880, venuto ad attendarsi a Pesaro il Circo Torinese di cui era proprietario Giovanni De Bianchi, si innamorò della cavallerizza Teresa, figlia del De Bianchi, e seguita la sorte del Circo, finì per sposarla ” -.
Da quella unione che risultò felicissima, nacquero otto figli, esattamente quattro maschi e quattro femmine. I quattro maschi Riccardo, Ercole, Ugo, Ferdinando, formarono alla morte del padre il Circo Togni, che con la direzione congiunta di tre fratelli (Riccardo lasciò il Circo per passare allo Spettacolo Viaggiante con un piccolo serraglio di sua proprietà) continuò la ormai affermatissima tradizione del Circo italiano ch’ebbe quali esponenti (anche se sparsi nel mondo) un Franconi, un Guerra, un Ciniselli, un Guillaume, un Chiarini, un Truzzi, e, di seguito, i Ciotti, i Belley, i Bisini, gli Amato, i Corini, i Gatti-Manetti, gli Zavatta.
Per la durata di oltre un trentennio, il Circo Togni, attraverso vicende spesso drammatiche, con incendi, distruzioni provocate dagli elementi atmosferici, fughe di belve, compì annuali tournées attraverso i maggiori centri della penisola e anche all’estero, guadagnandosi il prestigio di un titolo d’onore: ” Circo Nazionale Togni “.

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Non vorremmo concludere questo certamente incompleto ” ritratto ” di Darix Togni senza ricordare quel trio clownesco dei Sorellini, composto con il fratello Wioris e il bagonghi Franco Medori (vittima di un nobile gesto compiuto durante l’incendio del Circo, a Bolzano, nel 1951). Certo con gli insegnamenti di papà Tete, ch’era stato anche un bravissimo clown (Dài), i due fratelli e il bagonghi, in divisa di soldati napoleonici – comparsa in pista la prima volta al Circo Olympique dei Franconi, nel 1810 – eseguivano esercizi militari, armato di fucile. Fu per un certo tempo un’entrata comica formidabile, per la quantità delle gags, per gli incidenti che diluviavano addosso al povero Medori, vittima designata degli attenti, riposo, bracciarm, presentarm, puntate, fuoco, per eseguire i quali Darix e Wioris colpivano a botte e calcioni il loro compagno d’armi, facendogli compiere voli, salti mortali, cadute disastrose.
I primi a divertirsi erano proprio i due fratelli, e Darix abbandonava quella sua aria riservata ch’era la sua etichetta umana, anche nella grande gabbia, e Wioris lasciava da parte le preoccupazioni tecniche e amministrative. Ridevano di gusto sotto i berrettoni calcati fino alle orecchie, mentre gridavano a Medori abbattuto: “prendi il ciufile”, e quello, intontito dalle pacche, non riusciva a capire un’acca…

Darix – Wioris da “Circo maggio” 1980 di Roberto Pandini

Darix e Wìoris, figli di Ercole, più conosciuto come Tete fra la gente del viaggio, hanno costituito il più grande complesso circense italiano negli anni cinquanta, con grandi novità e cambiamenti. Darix è diventato il simbolo della “ditta” a livello spettacolare e artistico, però, tra le quinte o meglio tra le carovane, il fratello Wioris ha realizzato varie soluzioni tecniche, ancor oggi adottate da noi e all’estero. Basterà citare la gabbia in rete per il numero delle belve, la pista illuminata, la struttura per la prima tournée del “Circo di Mosca” (1959).
Indimenticabile resta lo chapiteau a dieci antenne nato dopo il disastroso incendio di Porta Volta a Milano (1963). Sistema abbandonato, perché richiedeva particolari cure nella tesatura dei cavi, operazione allora abbastanza delicata, ma che oggi potrebbe essere facilitata dai nuovi strumenti di tecnologia più avanzata.
Questo circo, veramente rivoluzionario nel suo genere, basandosi sulla tecnica delle tensostrutture, disponeva anche di bilici gradinata, che alleviavano notevolmente il lavoro di montaggio attualmente sono ancora usati per lo spettacolo degli “Stunt Cars”, con l’aggiunta di teli superiori. Una intelligente riproposta, più che una novità, è stata realizzata dal binomio Darix e Wioris con il “Circo nell’Acqua”, con fontane centrali, ponti, cascate, gondole e la pantomima del “fondo dell’oceano” con grossi pesci in gommapiuma, usati come mastodontiche marionette.

Può essere interessante riportare la recensione apparsa sul Corriere della Sara per l’ultima grande produzione circense di Wioris al Teatro Tenda Lampugnano del figlio Divier nel 1983 poi sostituito dal Paltrussardi oggi Mazdapalace.

L’incredibile numero del rinoceronte in pista

MILANO – La metropoli lombarda sta diventando la capitale del circo: Per la stagione autunno-inverno 1983-1984 e tutto un susseguirsi di spettacoli circensi di alto livello mentre, in media, almeno tre circhi di varia ampiezza danno spettacolo contemporaneamente in punti diversi della metropoli. Ora abbiamo tra noi il Circo Nazionale Togni che si è installato a Lampugnano dove, grazie alla collaborazione delle autorità comunali, sfrutta la ricettività di ben seimila posti a sedere del Teatro Tenda. Un’occasione che, tra l’altro, permette di contenere i prezzi dei biglietti.
Il nuovo spettacolo dei giovani rappresentanti della famiglia Togni corre veloce dal principio alla fine con tutti i numeri classici di un grande circo moderno. Un merito particolare va all’orchestra polacca, diretta da una bravissima musicista discendente dalla grande famiglia circense dei Zavatta. Si comincia con una ridda di danze acrobatiche che subito pervadono l’immenso chapiteau di quella irresistibile allegria e comicità proprie del circo, e poi, con un fantasmagorico impianto di luci ed effetti speciali, ecco affluire. un «numero» dopo l’altro, tutti di primissima qualità.
Citiamo l’addestratore Knie, del Circo Barum della Germania Occidentale, che Divier Togni ha portato a Milano con un rinoceronte, un ippopotamo, uno struzzo, dieci zebre, un canguro, addomesticati ad eseguire diversi numeri. E poi Lucio Zamperla in gabbia con leoni, tigri ed un giaguaro Cinzia e Carmen, con i loro bravissimi scimpanzé e un barboncino bianco. Per non parlare dei cavallerizzi della famiglia Zamparla. La giovanissima Larible, trapezista di. classe mondiale, si esibisce in equilibrio a quindici metri d’altezza poggiando la sola testa sul trapezio oscillante e mozza il fiato agli spettatori quando, sempre in equilibrio a testa in giù, scivola, alla velocità di ottanta chilometri orari lungo un cavo d’acciaio sopra la platea.
Anche il giovane trapezista Gustavo (Bells) si esibisce in pericolosi tripli salti mortali e non mancano gli americani, indiavolati e spericolati pattinatori ed i giocolieri equilibristi.
Intermezzi spassosi li offrono i clowns Bubo e Bonfiglio come l’illusionista Charlie Borra nelle sue straordinarie esibizioni di «beep onesto». Ottimo il finale di Evelin Togni nel suo difficilissimo numero di antipodismo.
Uno spettacolo, insomma, nuovo in molte parti e nella presentazione, da non perdersi anche perché, nel suo complesso, viene offerto a Milano per la prima volta in Italia.
Raffaello Romano

Roberto Pandini

Nella foto in alto Wioris Togni con la moglie Liliana Casartelli

 

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