Successo di pubblico (40 esauriti su 42) e critica per la FestaIn 18mila al circo
Mathurin Bolze, un trionfo
Brescia fa scuola alla scena artistica italiana e va in tv. Anche se si è conclusa domenica scorsa, infatti, la Festa del Circo contemporaneo continua a far parlare di sé e detta legge al teatro e alla danza nazionale. Raitre ha seguito la rassegna da poco terminata e entro luglio, o al più tardi a settembre, proietterà un documentario sulla Festa del Circo, brescianissima d’origine, ma ormai di diffusione e interesse nazionale e internazionale. Inoltre critiche positive sono sfilate nella scorsa settimana negli articoli, a tutta pagina nel caso de La Repubblica, dei maggiori quotidiani nazionali. Pezzi vergati da firme illustri della critica teatrale, Franco Quadri, e di danza, Sergio Trambetta. Il genere popolare, insomma, fa scuola ai cugini illustri e critici e programmatori cercano negli chapiteaux spunti per i loro palinsesti. Solitamente, o in locandina c’è un nome «grosso», o la cosa passa in sordina. In questo caso nessuna guest star, piuttosto un caso di attenzione qualitativa. Ma si è giocato anche il jolly: il linguaggio. Non uno, ma tanti: danza, teatro, giocoleria. «In fondo il circo contemporaneo non esiste – spiega Gigi Cristoforetti, ideatore nonché direttore artistico della Festa del Circo -: è una parola per sintetizzare un mix di tecniche e di arti». Sarà che il paradosso è l’essenza del circo, ma questa manifestazione ne è davvero piena. Uno lo si è appena visto. Ma cosa dire allora dei numeri? Nei giorni scorsi la Siae ha reso noto il dato preoccupante del calo di pubblico negli spettacoli dal vivo, a livello europeo. La quinta edizione della Festa del Circo, invece, la fa in barba a tutti i sondaggi. Cristoforetti ha dato i numeri. Nel senso che ha tirato le somme dell’edizione del 2004: un budget di 600.000 euro (un miliardo e mezzo delle vecchie lire), per allestire ben 42 repliche (di cui 40 hanno registrato il tutto esaurito) di 7 spettacoli diversi. Per un totale di 18.000 spettatori paganti, 777 abbonamenti acquistati e un incasso di circa 150.000 €. Netto miglioramento, dunque, rispetto ai già prosperi anni passati. A nulla è valsa la concorrenza degli Europei, ha trionfato l’«idea bislacca – come Cristoforetti definisce il progetto che cinque anni fa ha portato alla nascita della Festa del Circo – in cui il Comune e gli stessi bresciani hanno creduto». Bella soddisfazione per un’«idea bislacca», quella di un circo contemporaneo, che per di più non esiste.
Da Il Giornale di Brescia
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