VI Festival di Latina: Oro, argento…e caucciù!
Quello del 2004 sarà ricordato come il festival dagli occhi a mandorla e soprattutto il festival dei 4 materiali: oltre all’Oro, all’Argento e al Bronzo quest’anno a Latina è salito sul podio un altro materiale, il caucciù!
Basti pensare che nel folto palmares (9 premi tra Ori, Argenti e Bronzi!) ben 3 sono andati a numeri di contorsionismo sui quattro totali in competizione. Il numero che ha conquistato l’Oro era composto da quattro contorsioniste della Repubblica di Buratia (Russia) i cui movimenti richiamavano alla mente le sinuosità dei serpenti. Vi era poi un trio di contorsioniste del Circo di San Pietroburgo protagoniste di un quadro a luce nera, che non si sono aggiudicate alcun premio, mentre due bronzi ex-aequo sono andati a una coppia di verticaliste cinesi di Huang Zou (che univano passaggi di contorsionismo a pose sulle mani) e alla nostra Sue Ellen Roccuzzo (reduce dal trionfo di Bobligen), ormai una vera e propria fuoriclasse di questa disciplina in grado non solo di riportare in vita le bellissime figure portate al successo da Fatima Zohra, ma anche di ipnotizzare il pubblico grazie alla sua sicurezza e al pieno possesso della pista di cui dispone, cosa rara per un’artista di questa età.
Il secondo Oro è andato ad altri occhi a mandorla…quelli delle cinesi di Huang Zou che han portato nella pista di Latina qualcosa di davvero fuori dal comune: una piramide di 9 sedie tenuta in equilibrio sulle ginocchia di una giovane porteur in cima alla quale l’altra artista (di circa nove anni) compiva con grande disinvoltura una serie di verticali su una mano, cambiando talvolta la posa dal braccio destro al sinistro. Sempre dalla Troupe Acrobatica di Huang Zou provengono due giovanissime che con un numero di equilibrismo al doppio trapezio (non dissimile da quello presentato da Liana Orfei al XX Golden Circus di Roma) si sono portate a casa anche un Argento.
La troupe più numerosa in gara era formata dagli acrobati del Sakha Circus della Repubblica di Soha (Russia) alle prese con due spettacolari specialità: un numero di pali cinesi e una brillante serie di salti nei cerchi, anche a grande altezza, che, nonostante alcune imprecisioni, ha suscitato gli entusiasmi del pubblico, portandosi a casa un meritato Argento.
L’ultimo Argento è andato a Sergey Akimov e al suo intenso numero di fasce specialità ormai spesso soppiantata da quella dei tessuti, ma che se riproposta con una messa in scena e una musica azzeccata, come in questo caso, risulta decisamente affascinante.
Il ricco palmarés prosegue, oltre ai numeri di caucciù già menzionati, con il mano a mano dell’Acrobatic Duo (Anton Lyapunov e Sergey Malyutin), dall’Ucraina che ha entusiasmato il pubblico, ma ha destato qualche perplessità tra gli addetti ai lavori per la disparità di corporatura e di età tra il porteur e il giovanissimo agile.
Una buona impressione l’hanno data anche i due giocolieri in gara: la russa (ma con passaporto americano) Evgenia Shvartsman che, dotata di una ottima presenza scenica, ha incantato la giuria con alcuni classici passaggi di clave e gionglando con cappelli e bastoni. Più tradizionale il canadese Martin Frenette che ha condito il suo stile molto pulito e preciso con musiche ed elementi della cultura irlandese. Degno di menzione anche il russo Alexandre Samoletov che nonostante la scarsa presenza in pista, ha ugualmente portato a Latina un lavoro di giocoleria interessante basato sul basket e una serie di lanci a canestro da lunga distanza, non sempre conclusa con precisione, ma di una certa presa anche sugli spettatori più giovani.
Molti altri i numeri in gara, ma ci siam voluti soffermare sui più meritevoli.
Immancabile come ogni anno la presenza di un paio di numeri di animali; quest’anno è stata la volta del numero esotico di Donald Niemen (che ha fatto sfilare 3 cammelli, 3 dromedari, un pony, alcune caprette, una zebra alcuni struzzi e un bell’esemplare di ippopotamo) e la gabbia di Rafael Markus Michler (in forza al Circo Coda Prin) in cui spiccavano tre tigri e tre leon-tigre, una presentazione soft da cui emergeva la confidenza dell’ammaestratore austriaco con i suoi animali.
La comicità quest’anno era forse un po’ al di sotto delle aspettative: dopo l’entrata comica di José Mitchell dello scorso anno le riprese di Armen Asiryants sono sembrate più leggere, ma comunque originali, specie quella in cui entra in un enorme pallone gonfiabile. Sempre valida l’orchestra di Eduard Tibursky e la presentazione affidata a Rudy Bisbini, quest’anno affiancato da Francesca Giarola per la traduzione in inglese.
Ma ciò che ha soddisfatto maggiormente è stata la sensazione che il Festival di Latina stia ormai consolidandosi come appuntamento fisso, nel calendario internazionale. Alcuni dei nomi che transitano da Latina compaiono poi anche nei programmi di altri Festival quali quello di Budapest o Wiesbaden, a conferma del ruolo svolto dalla manifestazione laziale nella scoperta di giovani talenti.
Contestualmente al Festival di Latina si è tenuto il convegno dell’European Circus Association alla presenza di Egidio Palmiri, Martin Hanson (Presidente dell’ECA), Stanislaw Zalewsky, Kristof Istvan (Direttore del Circo di Budapest), José Maria Gonzalez Villa (Direttore del Circo Mundial), Antonio Giarola, Giulio Montico, Martin Hanson, presidente dell’European Circus Association (E.C.A.), Ton Rennings e Philippe Haenen (Presidente della Federazione Europea delle Scuole di Circo). Il simposio verteva sul significato dei Festival come eventi di promozione del circo e si colloca nell’agenda degli incontri dell’Eca svolti da un paio di anni in occasione dei principali appuntamenti circensi internazionali.
Dario Duranti
Foto Fabio Marino e Giuseppe Punzi
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