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7° Festival di Latina: la pista dei nuovi talenti

FAMIGLIA ERRANI IN DANIMARCA

7° Festival di Latina: la pista dei nuovi talenti

Dalla rivista “Circhi In Cammino” la recensione della 7° edizione del Festival Internazionale del Circo “Città di Latina”.

Chi l’avrebbe mai detto sette anni fa che Latina sarebbe prima o poi diventata sede di un importante appuntamento circense internazionale? Forse in pochi ci avrebbero scommesso. Eppure oggi gli abitanti di Latina possono essere fieri del loro Festival che anno dopo anno, sta acquisendo una certa maturità, potendo vantare una giuria internazionale con nomi (come José Maria Gonzalez Villa del Circo Mundial in Spagna, Frank Keller del Krone, Mitislav Zapashny, Frank Czeisler, Istvan Kristof di Budapst…) che si son seduti anche a fianco del Principe Ranieri a Monte Carlo. La maturità di un evento del genere si valuta anche dall’interesse che riesce a destare nel panorama internazionale, e non solo come giuria, ma soprattutto come partecipanti alla competizione. Già, perché quest’anno si sono esibiti sotto al grande chapiteau bianco di Giulio Montico artisti provenienti da Cina, Ucraina, Mongolia, Russia, Cuba, Spagna… solo per citare alcune nazioni, senza contare la Corea i cui strepitosi artisti al trapezio volante non son potuti arrivare in Italia per un impedimento legato ai visti di ingresso.

La caratteristica di questa manifestazione è quella di reclutare artisti ancora inediti rispetto al panorama circense, e in questo consiste la fondamentale funzione di questa manifestazione che negli ultimi anni ha portato alla ribalta artisti come i Kapersky Brothers, le “Buratia”, Dimitry Prudnikov, per fare qualche nome, che si sono successivamente affermati in altri contesti come festival (Budapest, Parigi,…) e spettacoli televisivi.

Ciò nasce dal fatto che evidentemente l’Italia aveva bisogno di un evento del genere e ora che faticosamente sta riuscendo ad affermarsi, si iniziano a vedere i primi risultati. Non dimentichiamo che Latina riesce ad essere anche un’ottima vetrina per i numeri italiani: sia quelli in gara (generalmente prodotti dall’Accademia, di Cesenatico prima, di Verona adesso) che quelli fuori concorso.

Italia, fucina di stelle

Nutrita la delegazione che quest’anno ha difeso i nostri colori davanti ai vari paesi partecipanti. La palma spetta decisamente a Cristina Togni che con la sua cavalleria in libertà si è esibita (fuori concorso) ad ogni spettacolo, dimostrando non solo una notevole padronanza dell’addestramento, ma soprattutto personalità e grande carisma, caratteristiche di tutte le grandi “chambriere” della famiglia Togni. A questo si aggiungano una vitale bellezza e una genuina comunicatività, doti che le hanno fatto aggiudicare da alcuni anni, meritatamente, la pista centrale del Circo Americano.

Tre gli italiani in concorso: l’esordiente Vanessa Medini di soli 18 anni, non ancora diplomata, ma talmente dotata da convincere gli organizzatori a farla partecipare con il suo numero di tessuti aerei. Il brioso Yves Casu, giocoliere di punta del Sool Universal Circus del nonno Claudio Carbonari che ha partecipato nel dicembre scorso al Golden Circus Festival di Liana Orfei ed Elvis Errani, già lanciato da Circo Massimo 2005, a cui la partecipazione a Latina alla guida dei tre elefanti di famiglia ha portato fortuna visto che meno di due mesi dopo si è trovato a proporre lo stesso numero nella pista del Circo Mundial a Madrid.

Ad Yves è stato assegnato un bronzo, ad Elvis la Medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica ed a Vanessa il premio “Festival del Circo di Budapest” che vale da grande incoraggiamento, anche se per lei il premio più grande è stato l’aver potuto partecipare ancora prima del diploma, a riprova della stima che ha saputo attirare su di sé. A proposito di nostri connazionali ci fa piacere ricordare l’encomiabile lavoro di Tommy e Loris Cardarelli la cui indiscussa esperienza nella direzione tecnica e di pista rappresenta senz’altro un importante valore aggiunto per questa manifestazione.

Premio all’originalità

Il gradino più alto del podio ha visto protagonista la Shaanxi Acrobatic Troupe con un numero di diabolo sulla scia delle grandi troupe che stanno attraversando l’Europa ultimamente: ottimi scambi e passaggi acrobatici per una disciplina che sta vivendo una seconda giovinezza, grazie all’imprescindibile contributo orientale.

Molto interessante il contorsionismo della messicana Elaine Lozano e la presentazione di cani bassotti della russa Diana Vedyashkina: raramente (o forse mai) nella pista del circo si è visto un numero (soft e delicato) animato da questa razza di cani decisamente teneri e simpatici. A lei, alla Lozano e ancora alla troupe cinese Shaanxi tre meritati argenti.

Tra i numeri più originali una graziosa, quanto anticonformista, performance al trampolino elastico proposta dal “BoTriò”, tre scapestrati diplomati all’Ecole des Arts du Cirque di Bruxelles che univa l’acrobatica al letto elastico, con veloci passing di clave, il tutto condito con molta auto ironia e senso dell’umorismo.

Gli appassionati di verticali e manico a mano hanno trovato a Latina pane per i loro denti con una serie di numeri davvero piacevoli, come Boris Nickishin, Hachitran Papin (oscurato da un attrezzo eccessivamente pacchiano ed ingombrante), e il mano a mano di Jessica Gasser, sostenuta dal padre.

Quando nel giugno scorso ci fu il saggio di fine corso dell’Accademia di Verona, una unanime nota di merito andò ad Andrea Giachi che, pur ricevendo l’investitura poche ore prima della manifestazione, seppe ricoprire il ruolo di cerimoniere e presentatore con molto garbo e misuratezza come aveva saputo fare nel lungo periodo che lo ha visto protagonista del Circo Medrano. Così, nessuno si è stupito nel vederlo presentare con spigliatezza questa edizione del Festival, affiancato da una dama di rara bellezza come Zaira Montico, bella soubrette e mannequin del mondo della moda e della televisione. Questa coppia inedita ha saputo accattivarsi la simpatia del folto pubblico che quest’anno, ancor più dell’ultima edizione, ha affollato lo chapiteau, premiando la famiglia Montico per le grandi energie investite per l’organizzazione di questo evento e l’entusiasmo profuso durante tutto l’anno che precede il festival.

Da In Cammino, 4/2005

Dario Duranti
Foto Fabio Marino

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