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Festival di Latina 2007: aspettando il decennale

Festival di Latina 2007: aspettando il decennale

Qualche anno fa gli abitanti di Latina non avrebbero mai immaginato che la loro città avrebbe ospitato una manifestazione circense di prestigio internazionale e sicuramente molti scambiavano quel tendone bianco per il “solito” circo o per un evento di provincia. C’è voluto molto tempo per convincere la popolazione che qualcosa di importante stava per nascere e la famiglia Montico in questi anni ha compiuto molti passi importanti per arrivare a dare credibilità e autorevolezza alla loro creatura. E’ grazie alla loro costanza e tenacia che oggi, a nove anni da quell’intuizione, vanno in scena sotto al grande chapiteau diverse attrazioni di indubbio spessore artistico e giovani promesse destinate ad affermarsi sul panorama internazionale.

Latina, dunque, come trampolino di lancio per artisti emergenti. Questo è oggi il Festival della famiglia Montico che a gennaio potrà applaudire Sergei Akimov, un acrobata alle cinghie aeree laureato proprio dal loro Festival nel 2004. Artisti che si sono affermati, che hanno partecipato ad altre successive competizioni, che abbiamo visto in tv o in importanti spettacoli in tutta Europa.

L’ultima edizione ha rafforzato questo respiro internazionale grazie ad una delle più autorevoli giurie che un festival di circo ricordi: Enis Togni, Alexandre Grimailo, Tim Holst (Rigling-Barnum), Frank Keller (Circo Krone), José Maria Gonzalez Villa (Circo Mundial), Chen Shuzhen (Hebei Acrobatic Troupe), Maxim Nikulin, Mstislav Zapashny (Rosgocyrk), Istvan Kristof (Fovarosi Nagycirkusz), Giulio Montico e Egidio Palmiri.

Internazionale anche la composizione dello spettacolo che ha richiamato artisti da Cina, Europa, Stati Uniti, Russia, Ucraina, Mongolia, Mozambico e Messico. Come tradizione vuole, i numeri di animali e la comicità a Latina non rientrano nella competizione. Anche quest’anno, dunque, la direzione del Festival ha voluto tre numeri di animali e un clown a completamento delle attrazioni in gara. La famiglia di Eugenio Vassallo (Circo Coliseum Roma) ha così avuto modo di portare a Latina due dei propri numeri più rappresentativi: le tigri di Claudio e l’esotico mandato dallo stesso Claudio e dal cugino Massimiliano che ha così avuto modo di tornare nella pista del circo, cosa che fa sempre con grande piacere, lasciando per qualche giorno la sua amata giostra a cavalli a due piani con cui nel corso dell’anno lavora in tutta Italia. Ottima anche la presentazione equestre dei fratelli Giona, una famiglia questa estranea all’ambiente circense, ma non per questo meno abile nell’antica arte dell’addestramento equestre. Un’impostazione completamente differente nell’ammaestramento dei cavalli che ha colpito notevolmente gli appassionati e i direttori di tutta Europa che nei prossimi mesi faranno a gara per contendersi la loro performance equestre in totale libertà, ossia senza l’ausilio di briglie, fruste, morsi e selle. Un momento di grande suggestione e di estrema complicità tra i cinque cavalli e il loro ammaestratore.

La comicità ha visto protagonista Davis Vassallo (Premio Herman Renz, Rosgocyrk e Coppa del Festival di Latina), uno dei più apprezzati clown della giovane generazione espressa dal nostro Paese. Buona mimica, doti musicali ed acrobatiche e una buona dose di sfacciataggine sono alcuni degli ingredienti del suo successo sottolineato dall’efficace contrasto con il padre Walter: tondeggiante e gommoso Davis, dinoccolato e spigoloso il padre: una strana coppia che ricorda Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, per lo scambio dei ruoli e la fisicità dei rispettivi personaggi.

LE ATTRAZIONI IN GARA

Il Festival di Latina, come molti festival rivolti agli artisti under 21, attinge a piene mani al bacino delle scuole di circo, fenomeno in espansione in tutto il mondo a riprova di una nuova e inarrestabile corrente di talenti provenienti soprattutto dall’ambiente dei cosiddetti “fermi”. Ecco dunque rappresentata la scuola Circus Helsinky (Finlandia), la scuola di Kiev (Ucraina), la scuola Circus Juventas (Minesota, Usa) e diversi altri istituti di formazione di tutto il mondo, tra cui anche l’Accademia di Cesenatico/Verona presso la quale si sono formati Tyron Colombaioni e Stephanie Hones Casartelli.

E proprio dalla Finlandia proviene uno dei numeri più interessanti di questo festival al quale purtroppo la giuria non ha prestato la dovuta attenzione: il cerchio aereo di Senja Korkkula: un attrezzo decisamente innovativo e raro a vedersi in quanto dal diametro sensibilmente maggiore di quelli tradizionalmente in uso al circo, al punto da permetterle tutta una serie di esercizi e pose che difficilmente un cerchio delle comuni dimensioni le consentirebbe. Il numero (intitolato 2πr), viene introdotto da un breve passaggio al trapezio e procede con una coreografia soft e di gusto che volentieri avremmo visto anche in finale. Altrettanto interessante e di gusto la corda verticale della ucraina Miss Felice, sensuale nei movimenti e seducente nel look: un numero che saprebbe farsi apprezzare in qualsiasi circo italiano. Graziosa e originale anche la spagnola Niedziela Raluy che ha costruito una deliziosa routine al monociclo, specialità poco diffusa e raramente appannaggio di artisti di sesso femminile. Niedziela ha unito un certo savoir faire con una performance che sa creare un crescendo di difficoltà, accompagnata da una musica molto indicata e briosa. La giocoleria è uno dei filoni che ha incontrato maggior successo negli ultimi due decenni, al punto da essersi talora anche staccata dall’universo circense per crearsi una propria nicchia di appassionati e amatori. Non sono certo amatori i giocolieri che si sono visti a Latina, ma artisti in grado di specializzarsi in tecniche molto personali. Tyron Colombaioni (Latina di Bronzo) ha presentato un buon lavoro in “bouncing” sia a terra che sul monociclo; Andrei Averyuschkin ha anche lui sfruttato l’effetto delle palline di rimbalzo, applicate ad una batteria amplificata: un buono spunto, che prolungato sull’intero numero corre talora il rischio di annoiare. Alexandre Kulakov ha presentato una routine di indubbio spessore tecnico e artistico gionglando cerchi non solo di taglio (ossia in maniera verticale, tradizionale), ma anche di “piatto”, sperimentando una tecnica nuova accompagnata da coreografici effetti cromatici. Nonostante qualche imprecisione nelle serate di selezione, il numero si è rivelato uno dei più interessanti di tutta la manifestazione, grazie anche ad uno stile maturo ed originale.

Nutrita anche la partecipazione cinese con tre numeri in programma: la vivace Troupe di Hebei alle prese con la giocoleria con i cappelli e un bel numero di meteore che meritatamente si è portato a casa un Argento e la piccola (forse troppo!) verticalista Jing Zijn impegnata in una serie di esercizi tanto spettacolari, quanto impressionanti per la sua corporatura minuta. Doveroso l’Argento, anche se qualche remora etica l’ha giustamente allontanata dall’Oro. Nessun dubbio, invece, sull’assegnazione del primo premio a un altro verticalista: l’eccezionale Dima Shine, scoperto all’ultimo Festival du Cirque de Demain: su una sorprendente base di contorsionismo e dislocazione corporea, il giocoliere e regista Viktor Kee ha costruito un ottimo numero che in una prima parte prevede prese al palo cinese, attrezzo che successivamente diviene il piedistallo su cui dar vita a figure di verticalismo, su un solo braccio altamente spettacolari. Un grande numero di cui continueremo a sentir parlare.

Di tutt’altro stile la Troupe Gallea: 4 ragazze e un porteur che sembrano usciti dal programma stampato di un circo dell’Est Europa degli anni Ottanta. Costumi pacchiani e musica da discoteca, accompagnano una esibizione decisamente originale di sostenuto aereo, con il porteur che sorregge una colonna di quattro ragazze, in tourbillon, ciascuna appesa per i denti al collo della precedente in rotazione. Davvero spettacolare.

Ricco il bottino di premi che si è portata a casa Stephanie Hones, una delle rivelazioni più recenti in casa Medrano: il suo trapezio oscillante ben valorizzato dallo spettacolo del circo di famiglia, a Latina ha riscosso un successo ancora maggiore grazie ad una eccezionale grinta che ha contraddistinto tutte le sue esibizioni: un largo sorriso ed una grinta che le hanno fatto vincere oltre al Bronzo, anche la Medaglia del Presidente della Repubblica ex aequo con i fratelli Giona.

Maestri di cerimonia di tutta la manifestazione il “veterano” Andrea Giachi, ormai da diverse edizioni voce del Festival e l’attrice Viola Ranalletta, prossima a comparire nel film natalizio di Pieraccioni. Andrea in questi anni si è tolto diverse soddisfazioni in veste di speaker e l’edizione 2007, davanti ad una pletora di direttori di tutta Europa, potrebbe l’occasione per fare il salto nei circhi stranieri.

Completavano la squadra l’orchestra diretta dal Maestro Tibursky e la direzione di pista ormai saldamente nelle mani sicure di Tommy e Loris Cardarelli.

Forse gli abitanti qualche anno fa ignoravano il potenziale di questa manifestazione che negli anni è cresciuta e si è affermata anche e soprattutto grazie alla dedizione continua della famiglia Montico che ha da subito creduto nel progetto, anche quando erano in pochi a scommettere e a sostenere la loro iniziativa. Con determinazione hanno investito energie e risorse, impegnandosi sempre in prima persona, dalle prove agli allestimenti, dall’organizzazione interna alle pubbliche relazioni. Sforzi ripagati dal successo di questa edizione che traghetterà il Festival verso il suo decennale…e già si parla, in barriera, dei grandi nomi che accorreranno a Latina per celebrare le prime dieci candeline…

Dario Duranti
Foto Fabio Marino

 

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