Circo il Lidia Togni scende in pista
Per poco più di due settimane, gli spettatori bergamaschi potranno scegliere tra due circhi o prendersi il piacere – e il piccolo lusso – di comparare numeri ed esibizioni, verificare le promesse, giudicare chi sia il migliore o il più adatto alle proprie esigenze.
Due modelli diversi La competizione è resa anche più interessante dal modello completamente diverso dei due circhi. Il Circo di Praga è tradizionale, fa uno spettacolo «old fashion», ha una’impronta famigliare che si rivela pressoché in tutti i numeri, sta piano piano espandendosi. Il Circo Lidia Togni – alla cui denominazione si è aggiunto l’aggettivo «nazionale» per ribadirne la dimensione – è invece da diverse stagioni uno dei grandi circhi italiani e punta a soddisfare la fascia alta della domanda di qualità.
Il Circo Lidia Togni ha alle spalle il ramo collaterale di una grande dinastia circense, che riserva a sé l’impresariato e i numeri di addestramento degli animali (domatori di cavalli e fiere sono l’antica aristocrazia del circo), mentre propone uno spettacolo con molti artisti esterni o stranieri. Non solo: proseguendo su una linea di sviluppo ormai decennale, lo show viene aggiornato secondo le tendenze della regia circense (che in questo caso è firmata dal russo Costantin Yousseu e dall’olandese John Carpenter) ed arricchito di attrazioni. È la vocazione di famiglia: Togni significa più o meno 120 anni di spettacolo e circo viaggiante, impresariato di qualità, tour in Italia e all’estero.
I rampolli di Lidia, tra cui Vinicio Canestrelli, direttore artistico del circo, si permettono il lusso di rimanere fuori dall’Ente nazionale circhi, e di restare appartati dal resto della famiglia. Ma la loro «eterodossia» si ferma qui: sono Togni e fanno circo come va fatto da un Togni. La conseguenza è uno spettacolo che guarda alla rivista reintroducendo un corpo di ballo, in questo caso ucraino, e che punta ai grandi numeri con 80 artisti impegnati e centinaia di cambi di costume, un ampio tendone di forma ovoidale per favorire una migliore visibilità, una ricca varietà di numeri.
Tra questi ci sono gli acrobati bulgari Alexandrov (che promettono una piramide umana di cinque piani), le trapeziste ungheresi Angela & Szilvia, i giocolieri Suxton, il monociclista Tom Dik, le Star Sisters (modestia a parte) al trapezio e tessuti volanti, i clown cileni Milla che collegano i diversi sketch. Il dato originale è la presenza di un trasformista nel cast, Anatoly Burojef, un numero non tanto diffuso. E poi, naturalmente, ci sono gli animali. Vinicio Togni punta sull’alta scuola d’equitazione, ma ancora di più su rapide passerelle con i suoi cavalli: «nostrani» come il Sanfratellano, di cui ha dimostrato l’adattabilità al circo, ma anche Frisoni, Palomini e Angloarabi. Poi ci sono gli elefanti indiani, come sempre: un marchio di fabbrica. E le tigri, presentate dal tedesco Peter Joster. Perché l’innovazione va bene, ma un certo tipo di circo popolare deve comunque avere due cose: animali e clown.
Inizio spettacolo ore 21,30. In replica fino al 15 settembre ogni giorno alle 18.30 e 21.30, il 15 settembre spettacolo unico 18.30. Info: www.lidiatogni.it, tel. o .
(28/08/2008)
Fonte: Eco di Bergamo On Line
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