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l’iniziati­va «I progetti della gente» promossa dalla Fondazione Riccardo Catella

Orti, circhi e niente grattacieli La Milano dei bimbi-architetti

I disegni: più parchi e piste ciclabili, no a traffico e smog. Ogni anno un progetto in una zona della città

MILANO – «Venite!» e giocate con noi a disegnare il futuro. La Milano dei bambini-architetti ha il cir­co, le piste ciclabili rosse e un anello per l’atletica, le carote nell’orto, alberi e ancora alberi, Dumbo, il bowling, il gelataio, la pizzeria, le vasche dei pesci nel parco. Dicono all’Unicef che una città a misura di piccoli va bene per tutti: sana, accoglien­te, pulita.

La Milano dei bambini
Così la si ritrova nei 194 disegni degli alunni di cin­que scuole elementari e medie raccolti per l’iniziati­va «I progetti della gente» promossa dalla Fondazione Riccardo Catella (Frc) con Assolom­barda, Fondazione Cariplo, Triennale e Legambiente. «Venite!», allora, ma sappiate che non troverete gratta­cieli né centri com­merciali, traffico e superstrade non so­no previsti. Solo oa­si, colline, grandi pennellate di verde. «Partiamo dall’ascolto dei bambini per avviare un pro­gramma di interventi concreti per il miglioramento dei quar­tieri », spiega Manfredi Catella, amministratore della società immobiliare Hines (Garibal­di- Isola) e presidente della Frc: «I bambini, nella loro semplici­tà, descrivono i veri bisogni quotidiani». Ogni anno un progetto diver­so in una zona della città, l’ulti­mo previsto nel 2016, oltre l’Expo: si lavora all’eredità del dopo con microiniziative di qualità, iniezioni di buona urba­nistica. Si parte dall’Isola (do­mani, ore 11, la presentazione nella sede Frc in via De Castil­lia) e poi si deciderà di volta in volta, consultando i consigli di zona, vagliando le proposte di cittadini e associazioni. Il pae­saggista Andreas Kipar e lo stu­dio legale della Frc «garantiran­no » stesura ed esecuzione dei progetti (in collaborazione con Comune, Provincia e Regione). «Ma il successo dell’iniziativa dipenderà molto dall’adesione di altri soggetti», precisa Catel­la: «Anzitutto il mondo del non profit, associazioni e fondazio­ni attive sul territorio. Il secon­do invito è alle imprese, anche piccole, perché chiaramente per realizzare i progetti ci vo­gliono i fondi. Infine, i cittadi­ni: bastano anche piccoli contri­buti… ». Il compito della Frc sa­rà «trovare tra tutti un minino comune denominatore». Milano e il suo nuovo uma­nesimo. «Rimettere la persona al centro delle riflessioni e dei progetti sulla città» è uno degli obiettivi de «I progetti della gente». Hanno iniziato a metter­si in gioco i bambini delle scuo­le elementari Foppette, Bacone, Montessori, gli studenti della Rinnovata Pizzigoni e quelli del­l’istituto comprensivi Jacopo Barozzi. I loro bozzetti e le idee per una nuova Milano a matita e pennarelli saranno in mostra da domani sulle cesate del can­tiere di riqualificazione di Gari­baldi- Repubblica. La bimba che ha disegnato l’elefante e scritto «Venite!» ha riempito il margine del foglio di un azzur­ro caldo, un cielo senza smog per le mamme con i passeggini. Un passerotto tiene su un cartel­lo: «Ciao». È un’altra Milano. Ma è possibile? «Si può cam­biare, certo. Basta ascoltare, se­lezionare, realizzare buoni pro­getti », risponde Davide Rampel­lo, il presidente della Triennale: «Purtroppo, normalmente ci si ferma all’ascolto e non si proce­de. Adesso — anche grazie a quest’iniziativa aperta alla gen­te — è possibile. È un modo di­verso di muoversi». Un modo «concreto», chiosa Rampello. Forse impellente, necessario. «Si sta rivoluzionando il modo di abitare nelle case e negli spa­zi comuni», continua Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente: «Dunque van­no organizzati i bisogni fonda­mentale per ridisegnare la cit­tà. La normale amministrazio­ne non ha mai avuto quest’idea di progettazione e sviluppo. Be­ne, sperimentiamolo». Una striscia d’erba ha sostitu­ito la strada, in questa Milano degli architetti-bambini, e un fi­lare di querce fa ombra a tre amiche. Si inseguono. La prima urla «sbrigati!», la seconda s’ar­rabbia («no!») e la terza, dal fondo, grida «aspettatemi!». Ne­anche nei sogni dei piccoli Mila­no corre tutta insieme, c’è sem­pre qualcuno che arranca.

Armando Stella

Da www.milano.corriere.it del 17/04/09

18/04/2009 22.19.50

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