Spettacoli
02/07/2010 – DAL 2 AL 28 LUGLIO
Macché pagliacci, il circo merita un grande festival
Da oggi a Grugliasco in pista cento artisti per trenta spettacoli da quattordici Paesi
SANDRO CAPPELLETTO
GRUGLIASCO (TORINO)
«È stato un festival pioniere che ha creato insieme gli artisti, gli spettacoli, il pubblico. Arriviamo al nono anno, siamo felici del cammino percorso, preferiamo guardare avanti». Si inaugura oggi e durerà fino al 28, la nuova edizione di «Sul filo del circo» a Grugliasco: trenta spettacoli, cento artisti, quattordici Paesi presenti. Direttore artistico è Paolo Stratta: 38 anni, formazione al Dams di Bologna, artista di strada, sui trampoli e come mangiafuoco, esperienze in Germania e Russia, attore di pantomima, prima di scoprirsi anche organizzatore. Oggi è il responsabile del più importante festival dedicato in Italia a una disciplina, e a un’arte, che non smette di rinnovarsi e affascinare.
«All’inizio abbiamo puntato sulla comicità – racconta mentre risolve gli ultimi problemi legati all’arrivo degli allievi palestinesi della Scuola di circo di Ramallah, impegnati in uno degli spettacoli più attesi, Il circo dietro il Muro -. Il comico è un elemento che rimane forte perché ridere fa bene a tutti, ma adesso la programmazione può osare di più, anche sostenendo la creazione dei giovani».
Negli ultimi anni, il festival ha messo radici. Non soltanto una serie di spettacoli, ma una scuola, una vera e propria Casa del Circo. «È stato un passaggio determinante – dice Stratta -. Grazie al Comune di Grugliasco, che crede fortemente nel nostro lavoro, siamo diventati stanziali. Possiamo lavorare ogni giorno, avere dei progetti a lungo termine, investire sulla qualità dei tanti giovani che scelgono il circo. Riceviamo altri aiuti, da enti pubblici e da fondazioni bancarie private: ringraziamo tutti quelli che hanno rinnovato il loro appoggio. Forse, sono i risultati ad averli convinti».
La differenza, per il grande pubblico, l’ha fatta il Cirque du Soleil. «Ha permesso di far capire più in fretta cos’è il nostro lavoro. È utile per la consapevolezza generale, però noi siamo diversi: lì c’è un manager che sceglie e decide per tutti, invece noi ci scegliamo, creiamo assieme. Loro producono kolossal, noi altro». Un ruolo fondamentale, nel nuovo circo, lo ha la musica: «Annie Fratellini, l’ultima esponente di questa grande famiglia di attori e clown, diceva che in uno spettacolo musica e circo se la dividono metà per uno. Il circo è musica, il montaggio delle attrazioni è una partitura. Molte discipline creano su codici musicali: tempo, ritmo, effetti di attesa. La musica permette all’artista di esprimere la propria versatilità, anche improvvisando e rendendo lo spettacolo ogni sera diverso». C’è anche uno spettacolo, Una piccola tribù corsara, dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia. «Il circo c’era prima che ci fosse l’Italia e ha attraversato la sua storia. Racconteremo l’Italia con leggerezza e ironia, da Dante a Anita Ekberg, da Donizetti a Fellini. Il circo sa anche essere teatro».
Fonte: La Stampa
02/07/2010 17.54.43
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