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Circo italiano nella rivoluzione- Assediati da giorni, senza cibo


Sessanta artisti con bimbi bloccati a Sfax. Primi rientri di turisti

– TUNISI-«ll PANE, il latte e le uova sono finiti. La nafta per gli automezzi pure. Ci restano solo poche scorte di acqua e di frutta e gli spaghetti portati dall’Italia. Intorno a noi brucia tutto. La città è saccheggiata.Siamo asserragliati. Ci lanciano pietre». Attilio Bellucci, titolare del circo omonimo, lancia la sua disperata richiesta di aiuto da Sfax, 270 chilometri a sud di Tunisi. La tournée sua e dei suoi artisti, cominciata, tre mesi fa, è stata interrotta bruscamente dalla rivolta contro Ben Ali. «Venerdì pomeriggio – racconta – sono andati via tutti i poliziotti. Da allora la città è in mano ai ribelli. Davanti al circo hanno ucciso due persone. La gente si è barricata in casa e ha paura. I negozi, le banche e
gli uffici postali sono stati quasi tutti svaligiati. I vandali non risparmiano nulla. La nostra salvezza è dovuta solo al fatto che siamo circondati su tre lati dal mare. Il quarto, quello dell’ingresso, è protetto da tre inferriate, duè nostre e una .che ci è stata lasciata dai poliziotti prima che si eclissassero». I malintenzionati hanno il Circo nel mirino.
E’ l’esito imprevisto di un ciclo di spettacoli ai quali avevano assistito anche il capo dello Stato e il figlio di otto anni (per ben cinque volte). Ora Attilio e il fratello Emidio, romani di origini pugliesi, vorrebbero riportare subito in patria una stettantina di adulti, sei bambini (la più piccola ha tre mesi, il più grande 11 anni), e circa 50 animali, cavalli, zebre, tigri, lama, struzzi, serpenti affamati come gli umani. Chiedono una nave militare o un traghetto come quello che li ha portati in Tunisia. L’ambasciatore a Tunisi Pietro Benassi sta seguendo il caso.

TRE AL TOATESINI, Marcus Varesco, Wolfgang Pichler e Rainer Zelge sono bloccati a Monastir. Avevano in programma’ un’escursione in motocicletta. Durante i disordini è stata danneggiata la loro auto d’appoggio. Non riescono a trovare un meccanico che ripari la vettura consentendogli di portarla allo scalo marittimo della città. I tremila residenti e mille turisti sarebbero invece tutti al sicuro.
Nel grande caos tunisino si registrano danni «a strutture di alcuni imprenditori» italiani, dovuti alle razzie e ai vandalismi, ma nessun ferito, per ora. Un primo gruppo di connazionali è sbarcato ieri a Fiumicino con un volo della Tunisair in ritardo di 4 ore. «Abbiamo visto – racconta un passeggero di Venezia – scontri e feriti, supermercati in fiamme, fumo dappertutto, sia a Biserta, sia a Tunisi. Dalla Farnesina abbiamo ricevuto solo assistenza telefonica». Lorenzo Bianchi

il Resto del Carlino

16/01/2011 13.02.29

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