13/09/2011 6.56.54
Da www.corriere.it del 12-09-11
Dalla sofferenza alla vita, le storie di chi ce l’ha fatta catturate da un clic
Martedì 13 l’asta delle fotografie di Alessia Cerqua. Protagonisti gli animali salvati da circhi e laboratori
ROMA – Sofferenze, maltrattamenti, abbandono. E il ritorno alla vita. Tutto nelle immagini di Alessia Cerqua, fotografa romana che collabora attivamente con la Lega antivivisezione (Lav), che nella mostra «Ri-Habitat», curata da Francesca Barbi Marinetti, offre uno spaccato inedito dell’attività di recupero di animali sequestrati e vittime di sperimentazione. Immagini in bianco nero che attestano il diritto alla vita di scimmie nate e vissute all’interno di laboratori, cavalli maltenuti, tigri sequestrate a strutture circensi e, ancora, rapaci, rettili, cani e gatti. L’incontro con la Lav ha regalato a queste creature la salvezza, una casa sicura e una vita finalmente da vivere.
GLI SGUARDI E LA RINASCITA – Le opere sono in mostra dallo scorso luglio al Margutta RistorArte, nella capitale, e il 13 settembre saranno battute all’asta per raccogliere fondi da destinare a progetti di recupero di animali salvati dalla Lav. «Volevo raccontare la straordinarietà del ritorno alla vita di creature a cui è stata negata la libertà – spiega l’artista -. I loro sguardi sono in grado di raccontare una vera e propria rinascita dopo esperienze drammatiche e commoventi». «Siamo abituati a vedere immagini di animali che da sempre rappresentano un veicolo mediatico capace di suscitare emozione ed empatia – commenta Francesca Barbi Marinetti -. Le fotografie di Alessia Cerqua raccontano un tratto meno conosciuto, quello del recupero dal disagio di animali sfortunati che hanno incontrato il lato più ostile dell’uomo. Il messaggio è intenso e positivo. Le loro posture invitano chi osserva a riconoscere un percorso di sofferenza affrancato da nuove opportunità di inserimento in contesti protetti. Restano esseri a metà strada tra l’habitat naturale in cui sarebbero dovuti vivere e quello civilizzato che scende a patti con i diversi, a volte contraddittori, istinti della natura dell’uomo. La scelta del bianco nero ne rafforza e interiorizza la forza comunicativa».
FINE PENA ORA – Il destino di grandi felini sequestrati ad un circo, di scimmie originarie delle foreste tropicali ma costrette a vivere in uno stabulario per la vivisezione, animali che purtroppo non possono essere reimmessi in natura, o di cavalli maltrattati, sarebbe stato davvero un’incognita se un’associazione non si fosse presa cura di loro, grazie ai suoi volontari, ai centri di recupero che li hanno accolti e ai tanti sostenitori. «Si tratta di animali molto diversi tra loro per caratteristiche, esigenze o traumi subiti – spiega Gianluca Felicetti, presidente della Lav -. Le scimmie uistitì, che da pochi mesi abbiamo salvato da un laboratorio, non avevano mai visto un albero: per loro abbiamo costruito un ampio spazio protetto e riscaldato, con piante e tronchi su cui arrampicarsi e giocare si tratta di un piccolo nucleo famigliare che non abbiamo voluto separare. Al loro arrivo erano diffidenti e spaventate, ma lentamente si sono ambientate nella loro nuova casa, il Giardino Faunistico dell’Abatino (Rieti), e si sono abituate alla figura umana che per lungo tempo ha rappresentato solo abusi e violenze, anche psicologiche».
UN CLIC PER GLI ANIMALI – Il recupero di animali che hanno alle spalle un passato così difficile, è molto delicato, richiede un impegno individuale, professionalità e sensibilità non comuni. Questa mostra fotografica è il racconto della straordinaria attività svolta per il recupero di animali, storie che portano con sé l’appello al rispetto, a prevenire e perseguire maltrattamenti e abusi. Alessia Cerqua ha esposto in gallerie e festival internazionali di fotografia e pubblicato su numerosi quotidiani e riviste. Con la LAV ha collaborato alla mostra “Zoo” (2010), dedicata alla forzata cattività, parte di un progetto di lunga durata sul comportamento degli animali.
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