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Stampa: Sicurezza e Contributi per i circhi italiani all’estero

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Da anmvioggi.it

SICUREZZA E CONTRIBUTI PER I CIRCHI ITALIANI ALL’ESTERO

Disordini in Siria e e nel Maghreb. Un circo italiano, con animali, che corre seri rischi di sicurezza. La questione finisce in una interrogazione parlamentare sulle attività circensi con animali all’estero, sui contributi riconosciuti e sulle misure di sicurezza nei Paesi a rischio di instabilità politica. L’interrogante On Gabriella Giammanco: “Le tournée all’estero dei circhi italiani si stanno confermando dei veri e propri incubi per gli animali, soprattutto se queste si svolgono in Paesi che non offrono garanzie di stabilità o di una tranquilla permanenza”.

Il Sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, ha riferito di un caso di rimpatrio a carico dello Stato l’unità di crisi della Farnesina ha disposto una specifica cornice di sicurezza per il circo mettendo a disposizione un traghetto per il trasporto del circo (mezzi, persone e animali) fino alla fiera del Levante di Bari, dove gli animali hanno trascorso il periodo di quarantena, in collaborazione con la locale Asl e grazie al Ministero della salute che, considerata la situazione di grave emergenza, ha acconsentito per quanto di competenza all’ingresso in Italia degli animali che il circo aveva al seguito.

Più in generale, circa l’opportunità di avvisi per i circhi sugli spostamenti all’estero, la Farnesina informa attraverso il sito «Viaggiare Sicuri», che anche le imprese circensi possono consultare.

Circa le modalità d’intervento a favore dei circhi coinvolti in situazioni d’instabilità all’estero, l’unità di crisi della Farnesina interviene attraverso i fondi normalmente utilizzati per le evacuazioni dei connazionali (peraltro attualmente esauriti, a seguito delle crisi intercorse nei primi mesi del 2011).

Quanto ai contributi agli esercenti circensi per le attività da svolgersi all’estero sono concessi ai sensi del decreto ministeriale 20 novembre 2007, a condizione che essi posseggano determinati requisiti fra cui il requisito soggettivo di «non aver riportato condanne per i delitti di cui ai titolo IX-bis del libro II del codice penale, e non aver commesso ogni altra violazione e di disposizioni normative statali e dell’Unione europea in materia di protezione degli animali». Il contributo decade in caso di condanna definitiva.

E’ il Ministero dei beni e delle attività culturali a verificare del possesso di tale requisito richiedendo direttamente alla procura della Repubblica i certificati del casellario giudiziale, tanto che negli ultimi anni sono state respinte varie domande di contributo nei casi in cui erano risultate condanne per i reati sopracitati. Inoltre, nei casi in cui si ha notizia di non corretto trattamento degli animali si dispongono anche verifiche da parte del servizio veterinario della Asl competente, verifiche ovviamente possibili solo se il circo svolge l’attività sul territorio italiano.

Ogni anno vengono sovvenzionati dal fondo unico per lo spettacolo circa 15 imprese circensi per l’attività all’estero. Ogni tournée ha la durata di circa 3-4 mesi, un periodo lungo dovuto “sia ai costi elevati dei trasporti delle strutture circensi particolarmente complesse e degli animali, sia alla difficoltà di reperire in Italia «piazze» disponibili nel corso di tutto l’anno”.

05/10/2011 11.04.35

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