Il circo mette le tende a Montecitorio
Dopo averlo annunciato più volte in questi ultimi anni e stanchi di attacchi anche violenti da parte degli animalisti, questa volta non si sono fatti pregare e sono arrivati da tutta Italia nella Capitale.
Il circo mette le tende a Montecitorio
All’esterno un centinaio di artisti in costume con tanto di orchestra hanno improvvisato un vero e proprio spettacolo. Acrobati e giocolieri «armati» di hula hoop, palline e torce infuocate. Ma anche i due più giovani trapezisti al mondo, Maicol e Angela Martini di undici e tredici anni, gli unici al mondo ad eseguire il triplo salto mortale. E proprio loro si preoccupano più di tutti del loro futuro pensando a chissà quanti salti mortali dovranno fare ancora per poter far sopravvivere il loro circo. Quel luogo in cui sono legati fin dalla nascita e del quale non possono fare a meno. Dentro al Palazzo, nella sala stampa della Camera, invece, il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, con Vittorio Sgarbi, Carlo Giovanardi e la leghista Paola Goisis, Alessandro Meluzzi e Massimo Chiesa parlavano a difesa del mondo circense. Seduti nei banchi della sala stampa i più importanti imprenditori circensi impegnati a difendere il circo «da una cultura che ci bistratta e delegittima», come ha denunciato il loro presidente Antonio Buccioni. Tra questi vogliamo citare Liana Orfei, che ha segnato la storia del circo italiano insieme a Moira Orfei, e ancora Flavio Togni, patron dell’American circus, vincitore di un clown d’oro e tre d’argento al Festival internazionale del Circo a Montecarlo. E poi Livio Togni, già senatore della Repubblica, che con ha portato alto il nome del circo italiano mezzo mondo e che con una delle sue unità sta per sbarcare in Brasile, Elio e Davio Casartelli, proprietari del Circo Medrano, Darix e Aldo Martini, Gaetano Montico, Loris Dell’Acqua, Nevio Errani, Vanes Rossante e tanti altri ancora. Buccioni parla «di un’emergenza culturale, con la cultura vissuta come un fastidio e sottofinanziata». Al circo, dice, vanno soltanto gli spiccioli. Tradotto in numeri, appena «l’1,5% del Fondo unico per lo spettacolo è destinato agli spettacoli viaggianti, ovvero 6,6 milioni di euro. Di questi, però, alle imprese circensi vanno meno di due milioni di euro». Il presidente Enc, ha poi rincarato la dose: «È stato violato il patto tra Stato ed enti locali, visto che l’adozione della legge 337 del 1968 non ha trovato attuazione proprio nella sua parte centrale, quella che obbligava le amministrazioni comunali a mettere a disposizione dei circhi aree attrezzate. L’Italia vive poi un’emergenza culturale – ha proseguito Buccioni – Lo spettacolo, per le istituzioni, è un fastidio». Per gli animali «il circo ha fatto tutto quel che poteva – ha assicurato – ce ne sono solo un terzo in pista rispetto a quelli che si esibivano negli anni ’50 e ’60. E le ideologie animaliste», che li vorrebbero fuori dai circhi, «in un mondo dove si fa la fame non funzionano». L’ex ministro Carlo Giovanardi, che ha preso a cuore il caso circo, ha ribadito: «Siamo davanti a manifestazioni che servono da alibi ad alcuni sindaci per proibire l’uso degli animali nei circhi. Il circo, purtroppo, oggi si deve confrontare con questo tipo di estremismo animalista che chiama in causa la democrazia e la libertà nel nostro paese. È come se una banda di criminali taglieggiasse i negozi e per tutelare l’ordine pubblico il sindaco facesse un’ordinanza di chiusura dei negozi. Perché un cavallo non può stare in un circo mentre milioni di cani e di gatti vivono all’interno di appartamenti? Anche i cani se non tenuti bene possono aggredire e uccidere, come è successo più volte. Il cardinale Ravasi ha detto che il rapporto fra uomo e animale nel circo è «paradisiaco. Quello che non si può più accettare è che con l’arbitrio, la violenza, gli insulti alla gente del circo e al pubblico di mamme e bambini che al circo ci vanno, si voglia distruggere un mondo di valori e tradizioni mettendo sul lastrico migliaia di famiglie». Ancora più duro e incisivo è stato Vittorio Sgarbi. Riferendosi al caso della giraffa morta ha detto: «Finché la giraffa è rimasta nel circo era viva, quando ha trovato la libertà, come sostengono gli animalisti, è morta. Le onorevoli Brambilla e Giammanco sostengono che il circo deve essere fatto solo da artisti perché gli animali non possono scegliere e sarebbero dunque privati della loro libertà. Ma il cavallo è nato per essere cavalcato? L’onorevole Giammanco abolirà l’equitazione per decreto? Forse gli operai dell’Ilva sono nati per lavorare in fabbrica? Nemmeno l’uomo è in condizione di poter decidere della sua vita. La Brambilla e la Giammanco, difendono gli animali – ha continuato Sgarbi – ma poi travestono i loro cagnolini in maniera carnevalesca e li costringono nelle borsette. Il circo è un luogo di civiltà, bellezza e armonia tra uomo e animale. Anche i bambini sono addomesticati nelle scuole. Eppure nessuno grida allo scandalo. La verità è che una ventata di idiozia ha investito il mondo e reso l’aria irrespirabile. Difendiamo il circo».
Da iltempo.it
18/10/2012 10.01.06
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