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IL PORTALE DEL CIRCO ITALIANO

orlando orfei

IL 25 APRILE

Pensando a questa festa tutta italiana la mente è andata ad alcuni personaggi conosciuti nel corso di interviste per la rivista “In Cammino“, persone anziane che la guerra l’avevano vissuta, persone che mi parlavano di avvenimenti brutti altri che comunque eran felici di essere vivi ed altri ancora che proprio non ne volevano parlare.

E’ si! La guerra c’è stata anche per il circo e per il suo popolo, la vita prima del conflitto bellico non era facile per tutti, con l’avvento della guerra diventò difficilissima.

Qualcuno improvvisava spettacoli sotto tendoni riscaldati da una stufa e non si capisce se il pubblico si riscaldava con il fuoco o con il fumo che il camino rigettava all’interno. Tanti fecero la vita degli sfollati, i più fortunati in paesini poco frequentati dai militari, altri vicino a centri bersagliati dalle bombe.

Mi torna alla mente un “imbonimento” di Orlando Orfei quando lo vidi nella mia città (Faenza) nel 1967-68.. Ricordava di essere stato sfollato per un certo periodo proprio qui, e ricordava perfettamente la “Cavallerizza”, un piazzale dove prima, durante e dopo la guerra “sgambavano” i cavalli dei militari e di qualche signorotto del posto. Un piazzale che era il punto di ritrovo per i circhi di passaggio.
In realtà la maggior parte della vita da sfollato Orlando la trascorse nel ferrarese dove rinforzò l’amicizia con Adriano Bonora destinato a diventare suo
braccio destro nella gestione delle strutture del circo, come dice Alberto Orfei (figlio di Orlando): “Orlando poteva permettersi di andare in televisione o al ministero o in vacanza perché sapeva che alle spalle aveva Adriano che pensava al circo”.

Adriano Bonora


Per Orlando però la guerra fu anche l’occasione per far rinascere il circo, infatti dopo la liberazione c’era miseria, ma c’era anche da ricostruire tutto.

Orlando trovò un camion abbandonato dai tedeschi e con questo mezzo (contro il parere del fratello Paride) cominciò a trasportare sabbia per poi con il ricavato ricostruire il circo.

Parlando di Orlando Orfei mi sono ricordato di un’altra persona che agiva dietro le quinte ma che fu molto importante per lui: Gisberto Zambelli, conosciuto con il soprannome di Giuba. Sono andato a cercare gli appunti ed a proposito della guerra Giuba mi disse:

“Partì soldato e durante la guerra fui mandato in Grecia, un giorno mi diedero un mese di licenza e pensai di tornare a casa, mi avvisarono di non andare in Italia perché i militari li facevano prigionieri, ma era tanta la nostalgia dei miei famigliari e del circo che  partii ugualmente, purtroppo appena sbarcai in Italia fui messo su di un treno e portato prigioniero in Germania dove son restato fino alla fine della guerra”.

Anche Cesare Zagonari (musicista nel Circo Palmiri prima poi primo segretario dell’Ente Circhi) terminata la guerra dovette cominciare tutto da capo, non più un vestito, un mobile, sparita anche la fisarmonica. Tra il 1943-44 Zagonari, che viveva in provincia di Ravenna a Fusignano, seppellì la fisarmonica in cantina ed andò sfollato a Massalombarda (Ra). Nel fuggire dai tedeschi la famiglia passò anche da Portomaggiore (Fe), nel paesino ferrarese c’era un circense anche lui sfollato da quelle parti, Orlando Orfei, un segno del destino? Chissà, comunque il 7 aprile 1945 Zagonari tornò a Fusignano e trovò la casa completamente vuota, abiti, stoviglie e mobili rubati, rubata anche la fisarmonica sepolta in cantina.

Ed a proposito di “furti bellici” termino queste righe con il personaggio tra quelli incontrati che mi ha colpito di più (senza far torto a nessuno): Alfredo Rastelli.
Queste che seguono sono le sue parole quando si parlò della guerra.

Andammo con tutto il circo in un paesino vicino a Brno, un villaggio, pensammo che li si poteva stare tranquilli , invece eravamo finiti in prima linea, sul fronte! Dopo qualche giorno entrarono le truppe Russe, liberarono si il paese ma ci svaligiarono tutto, costumi, vestiti di strada, strumenti musicali ,oggetti personali. Io avevo un grammofono a 78 giri , avevo i dischi di beniamino Gigli, le mie canzoni preferite, sparì tutto anche i dischi.  Una sera io e mia moglie passeggiavamo per il paese, lei ogni tanto mi stringeva il braccio dicendomi quello è il mio vestito, quello è il mio costume Mentre passeggiavamo sentì in lontananza una canzone, non ti scordar di me, era la voce di beniamino Gigli, erano i miei dischi, cosa dovevo fare? ..entrare in quella casa e dire ridatemi il mio grammofono ed i miei dischi?  Eravamo vivi ed andava bene così. Finita la guerra non avevamo più nulla, tutto rubato”.

Buon 25 Aprile a tutti

(mt)

25/04/2013 00.12.45

IL 25 APRILE

 

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