ARLETTE GRUSS 13 SYNPHONIK recensione
“Symphonik”, la produzione 2013 del Cirque Arlette Gruss rappresenta una delle edizioni più ricche e riuscite di questi ultimi anni del grande complesso francese. Dopo “L’Autre monde” che già spiccava per spettacolarità e ricchezza del programma, quest’anno Gilbert Gruss ha superato se stesso assemblando una compagnia particolarmente ricca e uno spettacolo in cui non manca nessuno degli elementi portanti: dal trapezio volante alla giocoleria, dalle grandi troupe ai raffinati solisti, dalla comicità originale e non prolissa alla musica dal vivo (come sempre particolarmente ricercata), dalla spettacolarità dell’impianto di illuminotecnica (candidiamo Julien L’Homme almeno ad un Clown d’Argento per l’impeccabile lavoro di questi anni!) alla ricerca dei numeri di animali. Uno spettacolo costruito con un ottimo crescendo in cui anche le coreografie di gruppo che precedono i numeri risaltano per efficacia e cura dei particolari.
Le foto del servizio sono di Maurizio Colombo (“Il Mauri”)
Pepe Silva
Insomma, uno spettacolo da vedere e che “osa” proponendo tre interventi di Hubertus “Master of hellfire” un artista decisamente fuori dagli schemi, un “fachiro” del terzo millennio che ironizza con un barattolo di finta cocaina, spara lingue di fuoco di due metri a pochi centimetri dal pubblico, fa impennare una scavatrice con le orecchie pink di Playboy, emette cascate di scintille con un flessibile con uno stile decisamente provocatorio, ma allo stesso simpaticamente scioccante. Un personaggio di casa al circo Flic Flac (che fa della trasgressione la sua cifra stilistica), ma che ha trovato una sua collocazione anche nella pista di Gruss. Questo perché ancor più degli altri anni Gilbert Gruss ha saputo sintetizzare vari linguaggi e stili passando dalla poesia dei clown clochard alla provocazione estrema, dall’esotismo dei numeri di animali, alla creazione di momenti spettacolari e moderni. Ecco il segreto di questo complesso che si distacca da un “cliché” per rinnovare la sua proposta artistica, scelta obbligata per chi come Gruss torna tutti gli anni sulle stesse piazze rafforzando di anno in anno la fedeltà del pubblico. A chi sostiene che sia impossibile rinnovare la formula del circo tradizionale, legato alla presenza degli animali, Gilbert Gruss dimostra che invece che la sfida è possibile. Per quanto riguarda i numeri di animali, la scelta dei Gruss punta sempre alla qualità: ecco dunque che Symphonik propone il gruppo misto di Tommy Dieck che vedremo a Monte Carlo composto da 9 elementi: due leoni bianchi, tigri del bengala e ligroni: routine classiche sullo stile dei numeri che imperversavano negli anni Ottanta e che ci fanno tornare al periodo in cui era molto più frequente assistere ai numeri misti. Elegante e misurato il giovane addestratore olandese. Tocca al nostro John Vernuccio Miletti (nel cui sguardo non si può non riconoscere l’eleganza e lo stile del nonno Cesare Togni) proporre una bella ruotine con i quattro elefanti di Flavio Togni e una parata di animali esotici di casa Gruss. Una delle artiste che spicca maggiormente è la giovanissima Laura Maria Gruss che a soli tredici anni manda con sicurezza e personalità un gruppo di sei cavalli impegnati in originali incroci e una serie di bei debout. Nicol Nicols sciorina un bel repertorio di elementi al filo teso in cui spiccano il mortale in avanti e in indietro, eseguiti senza tentennamenti né errori. La stessa precisione caratterizza il lavoro dei Flying Regio che propongono una rivisitazione del trapezio volante con l’aggiunta di un porteur alla coreana tra l’agile e il porteur. La giocoleria è un’arte difficile e traditrice in cui una imprecisione può minare un intero numero. Ma nel quadro di giocoleria che vede protagonisti Roby Berousek e Zdenek Supka tutto fila liscio come una sinfonia e le clave lanciate dai due solisti e dalle cinque artiste della compagnia si muovono in maniera armonica e briosa dando vita a un momento davvero godibile. Se Gilbert Gruss prima di diventare l’inesauribile ideatore di spettacoli che conosciamo è stato clown, acrobata, domatore di tigri, ammaestratore di cavalli e mille altre cose, lo stesso si deve dire del primogenito Kevin Gruss che gioca a sorprenderci cimentandosi ogni anno in una diversa disciplina. Il 2013 è l’anno della ruota tedesca, specialità che porta in pista in coppia con Ludovic confermandosi artista davvero versatile. Impeccabile il lavoro del Duo Serjo impegnato in un efficace momento di mano a mano. Lo spettacolo si apre e si chiude con la troupe mongola Zola scoperta nel 2012 al 1° Festival di Figueres e successivamente a Latina e Grenoble. Bella (ma un po’ imprecisa) l’apertura con l’acrobatica in banchina. E decisamente d’effetto la chiusura con la bascula: una disciplina storicamente appannaggio delle compagnie dell’Europa dell’Est e che in futuro probabilmente vedremo sempre più spesso proposte da troupe dell’estremo oriente.
Dunque uno spettacolo davvero bello, ben costruito, molto ritmato. Poche parole dette al posto giusto, la presenza di due personaggi (un delicato clown bianco e un monsieur loyal danzatore) che coprono i momenti necessari per i montaggi delle attrezzature, diverse coreografie di gruppo mai fini s sé stesse, due clown (Tom e Pepe) che non stancano e ben assortiti. Un’orchestra davvero eccezionale. E’ il merito di una compagnia ben assortita, guidata da Gilbert Gruss, in cui emerge il lavoro costante e preciso delle sorelle Linda e Marisa Biasini presenti in ogni momento dello spettacolo.
(Recensione di Dario Duranti – Foto di Maurizio Colombo)
La Troupe Zola ARLETTE GRUSS 13 SYNPHONIK recensione
Kevin Gruss e Ludovic
Kevin Gruss
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John Vernuccio Miletti
Tom e Pepe
Roby Berousek e Zdenek Supka
Laura Maria Gruss
Hubertus
Flying Regio
Tommy Dieck Jr.
John Vernuccio Miletti
Hubertus
Nicol Nicols
Tom e Pepe
Duo Serjo
Hubertus
Troupe Zola
Finale
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Le foto del servizio sono di Maurizio Colombo (“Il Mauri”)
30/09/2013 22.03.19
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