INTERVISTA A FLAVIO TOGNI
L’Amico Luca Rizzato, appassionato di circo, inviato di “Musica e Spettacolo” per varie emittenti quali Radio Vicenza, Radio RSB di Verona, Radio ’80 e L’Altro Giornale ci invia il testo integrale dell’intervista a Flavio Togni realizzata a Vicenza per promuovere la tappa veronese dell’American Circus
Non può’ essere Natale senza la magia del circo. Anche la città di Verona si prepara a vivere in pieno il clima delle festività natalizie accogliendo dal 6 al 15 dicembre in Via dell’Industria (Fronte Parcheggio Multipiano Re Teodorico) la mega produzione internazionale dell’American Circus a 3 piste. La storica insegna, che in Italia è gestita dal 1963 dalla famiglia Togni, proprio quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario con il nuovo spettacolo intitolato “Extraordinary 50 Anniversary”. Nella sua “casa viaggiante” piena di premi, cimeli e foto ricordo, mi accoglie sorridente una star della pista e cuore pulsante di questo circo: Flavio Togni, uno dei più grandi addestratori di animali e vincitore di ben 3 Clown D’Argento e uno d’Oro al Festival Internazionale del Circo.
-Flavio, lo spettacolo che presentate quest’anno ha una bella responsabilità perchè celebra i vostri 50 anni di Circo…
“Sì, deve celebrare una ricorrenza importante e ci teniamo a dare il meglio come in tutte le altre edizioni ma quest’anno è sicuramente un compleanno speciale. In questo show ci sono tutte le essenze tradizionali del circo confezionate in un modo molto moderno e giovane perché fatto da artisti giovani dove il più vecchio sono io” (sorride)per un pubblico famigliare senza deludere nessuno. Tra le attrazioni internazionali un numero di grande magia internazionale presentato da Walter Wilson, discepolo di Copperfield, dove il pubblico vivrà una grande illusione. I Sea World, acrobati dall’Ucraina dai muscoli d’acciaio che presentano un numero moderno e dinamico ispirato all’acrosport e poi i nostri amici animali: tigri, elefanti e cavalli. Da nonno Ferdinando Togni c’è stata tramandata la passione per i cavalli e Verona è una città speciale perché mio nonno non è mai mancato all’appuntamento con Fiera Cavalli e nemmeno noi Togni a tutte le edizioni continuando la tradizione di famiglia con i cavalli”.
-Verona é una città a vocazione circense: l’Accademia del Circo, il vostro quartier generale dell’American Circus e a Bussolengo il cimitero dove riposano i grandi nomi della pista..
“Originaria di Bussolengo la famiglia Caroli di grandi clown, acrobati e cavallerizzi del passato.. I Casartelli del Circo Medrano, mentre per la famiglia Togni il nostro luogo di ultimo riposo è il cimitero di Sona”.
-Da spettatore e addetto ai lavori, quali sono a tuo avviso gli ingredienti indispensabili x creare uno spettacolo circense di buon livello?
“Numero uno: la passione!! La fede in quello che si fa e poi riuscire a contagiare con il sorriso, la voglia di divertirsi e divertire”.
-Nel 2011 i Reali di Montecarlo ti hanno consegnato il Clown D’Oro (l’Oscar del Circo) al Festival Internazionale del Circo dove presentavi 5 numeri diversi: tigri, elefanti, cavalli, alta scuola, cavalli e cammelli. Cosa significa per te aver vinto il massimo riconoscimento della pista per un artista circense?
“Mi sono reso conto di essere diventato vecchio” e sorride. “Ho partecipato alla prima edizione del Festival del Circo di Montecarlo nel 1974 con l’alta scuola, insieme ai miei compagni Togni Junior e vinsi un premio. Nel 1976 vinsi con un numero di elefanti il Clown D’Argento per la prima volta. Partecipai una terza volta nel1983 con vari numeri ma il più importante 4 cavalli e 4 elefanti insieme vincendo un altro Clown D’Argento.Nell’87 con la cavalleria,16 cavalli in libertà e un gruppo di 8 elefanti vincendo un altro Clown D’Argento fino ad arrivare appunto all’ultimo Festival del 2011 con il Clown D’Oro. Dal 2011 al’74 sono passati 37 anni e mi sono reso conto di essere anziano ormai. E’ stato il coronamento di una carriera e d’una vita dedicata al nostro mestiere, alla nostra tradizione e passione”.
-Per gli addetti ai lavori tu sei il “Re degli animali”. L’Ente Circhi ha varato anche grazie al tuo contributo un documento unico che riguarda l’addestramento e la detenzione degli animali dei circhi. Sinteticamente, quali sono i punti più importanti che avete affrontato?
“E’ un codice di autoregolamentazione e chi é membro dell’Ente Circhi lo potrà essere solo se adempirà a tutte le norme incluse in questo codice deontologico. L’ambizione di questo codice é che poi venga riconosciuto anche dalle autorità competenti. Secondo me, ci deve essere una sorta di patentino per poter essere un addestratore di animali. Non ci s’improvvisa e quelli che lo fanno incorrono purtroppo in incidenti gravi. Il modo di detenere gli animali deve essere rispettoso delle loro esigenze sia nel modo di stabularli e nel modo di addestrarli. Io ho il patentino x essere addestratore in Francia, in Germania e sarebbe importante ci fosse anche in Italia di modo che tutto sia più regolato e più semplice x le autorità che effettuano i controlli”.
-Il mestiere dell’addestratore s’impara sul campo. Non esistono manuali o scuole specializzate. Si tramanda di generazione, osservando i consigli degli anziani. Un po’ come é capitato a te?
“S’impara sul campo sicuramente ma ci sono anche delle basi teoriche a cui uno si deve basare. Noi con la nostra esperienza o “know-how” siamo molto contenti di poterle trasmettere a coloro che avranno la passione di fare questo mestiere”.
-Voglia di allestire un numero esotico con zebre, cammelli, giraffa, canguro e rinoceronte ti sfiora?
“Sinceramente mi piacerebbe avere un rapporto con questi animali non specificamente per realizzare un numero esotico perché non é la mia passione. La mia passione sono i cavalli, le tigri e lo sono tuttora gli elefanti. Il numero esotico é bello per il pubblico però per questo tipo di animali che tu hai menzionato (giraffe, ippopotami, rinoceronti) il tipo di esercizi ed esibizioni che si possono realizzare é molto limitato. Mi appassionano animali che riescono a fare molte cose e con cui si riesce ad interagire in modo molto profondo. Una giraffa che entra in pista e fà un giro non mi dice molto…Mentre con i cavalli si riescono a fare delle evoluzioni molto complesse. Noi siamo all’inizio dell’alfabeto di tutto quello che un animale come il cavallo o la tigre potrebbero fare perché più uno passa del tempo con loro, più li conosce, riesce ad interagire, collaborare e a creare un rapporto di complicità. Quindi dalla lettera M dove siamo arrivati ora potremmo arrivare alla Z soltanto tramandando le esperienze passate ad altre generazioni future che potranno partire così avantaggiate senza iniziare dalla lettera A e B”.
-Oggi all’American Circus lavorano tre bellissime elefantesse asiatiche. Nostalgia di quando in pista ne presentavi 12 e si sentiva il boato del pubblico?
“Ne ho x i 12, i 19 e i 21.Purtroppo gli elefanti quando hanno una certa età come tutte le creature di questo mondo passano a miglior vita. Non si possono più acquistare animali nuovi né importarli. Finiti questi elefanti non ce ne saranno più. E’ una grande nostalgia e tristezza. Io che ho trascorso tutta la mia vita in loro compagnia mi trovo in alcuni momenti di solitudine”.
-Dimmi la verità, ti ha mai sfiorato anche solo per un attimo l’idea di di diminuire il vostro parco animali dopo tante pressioni estremiste violente esterne?
“Sono convinto che quando non ci saranno più le tigri e gli elefanti, questi gruppi violenti ed estremisti si attaccheranno su altro: il cane, il cavallo, il somarello…Noi ora abbiamo solo un gruppo di tre tigri. Purtroppo o fortunatamente siamo costretti da normative che impongono metrature da rispettare x i reparti esterni e molte aree che ci vengono concesse non hanno a disposizione questi spazi. Se avessimo15 tigri non potremmo installare le nostre tende nella metà dei Comuni italiani. Per avere ora 15 elefanti dovremmo avere circa 1600 metri quadri esterni. Il 90% delle aree concesse ai circhi non hanno queste metrature quindi per forza di cose dobbiamo avere meno animali”.
-Per fare circo oggi in Italia é proprio il caso di dirlo bisogna fare i “salti mortali”?
“I salti mortali comunque bisogna farli sia per divertire il pubblico che per andare avanti. Noi siamo italiani, veronesi e contenti, guai chi ci tocca l’Italia però come in tutti gli altri campi si potrebbe fare meglio anche per il circo”.
-E’ più facile per un fermo diventare circense e non viceversa. Voi “dritti” con che occhio vedete i “gagi”, i fermi? Li invidiate qualche volta?
“io non posso dirtelo perché mia nonna non era una circense, mia madre non era una circense. Un 25% del mio sangue forse é circense perché gli altri della mia famiglia sono tutti fermi. La mentalità non c’entra. Alcuni non circensi sono diventati come mia nonna più circensi di mio nonno o mio padre. Molte persone non circensi diventano artisti di livello superiore ai circensi quindi non vuol dire niente, dipende dalla passione e in ogni bambino del mondo c’é la passione per il circo”.
-Noi italiani abbiamo una grande tradizione di addestratori e clown. Perché e’così difficile vedere in pista bravi clown che divertano oltre ai bambini anche gli adulti? Mancano perché sono scappati all’estero?
“Nooo ,non é per quello. Mancano perché una volta c’era un rapporto più diretto con il pubblico. I grandi clown del passato sono nati in realtà molto più piccole come i comici televisivi in generale. Macario, Totò sono tutti personaggi nati nell’avanspettacolo dove c’era il rapporto diretto con il pubblico. I comici di oggi di rapporto diretto con il pubblico ne hanno poco perché televisivi così nel circo. Ci sono quelli nati in piccoli circhi come per esempio Fumagalli, uno dei migliori al mondo, nato nei piccoli circhi che ha avuto la fortuna di rapportarsi direttamente in una piccola pista a tu per tu con il pubblico dove riesci a sviluppare un modo di lavorare più schietto e rapido”.
-Il Circo é stato riconosciuto Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco per il suoi 2000 anni di arte e cultura. Qual’é per Flavio Togni la forza universale del circo?
“Il valore principale del circo è ancora quello di sorprendere dopo secoli i bambini di oggi più smaliziati da videogiochi ed effetti speciali. La cosa più bella quando sei in pista e stai facendo spettacolo é vedere nel palchetto le tre generazioni: nonno, nipotino e papà. Vedi il nonno che si sporge davanti al proprio figlio e guarda il nipotino che si diverte. Torna ad essere lui bambino perché vede negli occhi di suo nipote l’espressione che aveva lui quando era bambino”.
Questa é la magia del circo. Appuntamento quindi a Verona dal 6 al 15 dicembre in Via dell’Industria con l’American Circus a 3 piste.
di LUCA RIZZATO
01/12/2013 15.00.31
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