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NANDO ORFEI. NOSTRO E DEGLI ITALIANI

NANDO ORFEI. NOSTRO E DEGLI ITALIANI

Se  Mike Bongiorno è la televisione. Nando Orfei è il Circo. Ne rappresenta lo spirito e la Storia. Non c’è bisogno di raccontare le vite dei grandi ma in certi momenti aiuta a esorcizzare il dolore e la tristezza. Invece tratteggiarne le gesta serve a prendere atto dell’importanza di certi personaggi il cui profilo e spessore umano e artistico li rende eterni e imperituri.

 

Prima giocoliere allievo di Angelo Piccinelli, poi tra i più vicini collaboratori e assistenti dello zio Orlando ai tempi del Circo Nazionale Orfei. Fu lui (ricorda il cugino Alberto in un articolo per la rivista Circhi In Cammino) nel 1960 a convincere Orlando a rilevare i cavalli che presero parte al kolossal hollywoodiano Ben Hur nella celebre scena della corsa con le bighe: furono i primi cavalli del Circo Orfei del dopoguerra e anche da lì partì la crescita esponenziale che avrebbe portato all’affermazione a livello nazionale di quel complesso.

Nando Orfei insieme ai fratelli Liana e Nando ha scritto pagine importanti della Storia del Circo Italiano dal 1967 al 1977 dando vita prima al “Circo Orfei a 3 piste”, successivamente al Circorama Orfei (spettacolare produzione che alternava a lo spettacolo circense a video proiezioni su maxischermo), al sontuoso Circo delle 1001 Notti (con le coreografie di Gino Landi) e al Circo delle Amazzoni con un cast internazionale tutto al femminile. Sono gli anni del cinema e dell’amicizia con Fellini che lo vuole tra i protagonisti di Amarcord nel ruolo del “Patacca” lo zio Titta che a tavola giocola con tre pezzi di pane.

Nel 1978, alla separazione dai fratelli Liana e Rinaldo, prese vita autonoma il Circo Nando Orfei, un grande circo di cui Nando era l’attrazione principale con il suo numero di tigri per il quale si guadagnò l’appellativo di “domatore della televisione” grazie alle numerose ospitate nei salotti di Raffaella Carrà, Pippo Baudo, Maurizio Costanzo e diversi altri volti noti del piccolo schermo. L’immagine del direttore-domatore fece la fortuna degli Orfei, prima con lo zio Orlando poi appunto con Nandino e Rinaldo. Carisma e capacità di essere non solo degli artisti in pista, ma dei veri e propri personaggi anche al di fuori di essa. Nando Orfei era un attore, un parlatore, un affabulatore. Fino all’ultimo ha saputo far notizia riscuotendo vasta eco sui media. Nell’estate del 2012 una dichiarazione sullo stato del circo suscitò grandi polemiche e portò il grande Nando sui principali telegiornali nazionali dimostrando, al di là della polemica in sé piuttosto infondata, la capacità di far notizia e l’appeal mediatico di Nandino.

Nel 1978 a Napoli durante uno spettacolo affrontò un leone che si aggirava libero dalle gabbie minacciando i bambini che affollavano uno spettacolo per le scuole. Per quell’episodio fu insignito con la Medaglia d’Argento al valore civile. Un episodio che lo segnò anche fisicamente per le ferite che subì.


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Con lo zio Orlando, la cugina Moira e i fratelli Nando e Liana è stato uno dei grandi protagonisti della Storia del Circo Italiano affermando a livello internazionale il marchio Orfei. La sua carriera è stata attraversata da otto pontefici e undici Presidenti della Repubblica. Nel 1983 il Circo Nando Orfei durante la permanenza natalizia a Roma, ospitò l’allora Presidente Sandro Pertini e fu la prima volta che un Presidente della Repubblica si recò al circo.

Nel 1987 si esibì per l’ultima volta nella grande gabbia delle tigri passando la frusta all’allievo Sandro Meggiolaro, ma rimase alla testa del circo che portava il suo nome affiancato dalla moglie Anita Gambarutti e dai figli Ambra, Paride e Gioia che portano l’eredità paterna.

Nel 1989 Nando sposta l’attenzione dello spettacolo sui figli Paride, Ambra e Gioia nello spettacolo “La Pista dei Sogni” ispirato al mondo delle favole e della fantasia. Uno spettacolo molto curato che toccò per alcune stagioni le principali città italiane.

 

Nell’inverno 1994 in collaborazione con il regista Antonio Giarola e la figlia Ambra diete vita all’ “Antico Circo Orfei – Omaggio a Federico”, uno spettacolo dedicato all’amico Federico Fellini ispirato ai personaggi e alle atmosfere del grande cineasta romagnolo. Uno spettacolo che segnerà profondamente i successivi 20 anni di attività caratterizzati dalle influenze felliniane e da uno stile più intimo e teatrale al punto da portare la famiglia Orfei anche in alcuni teatri con uno spettacolo ideato appositamente per i palcoscenici.

Nel  1996 fu al centro di una straordinaria provocazione mettendo temporaneamente da parte gli animali esotici dai propri spettacoli. Dopo pochi mesi con un dietrofront ad effetto, tornò a proporre elefanti e animali esotici a Roma per Natale, smascherando l’infondatezza delle tesi animaliste secondo le quali il pubblico reclamava a gran voce un circo senza animali.

Fin qui il Nando Orfei artista, direttore, addestratore di animali e attore. Ma è l’uomo che rimane nel cuore di tutti noi. Quell’uomo imponente, dalle mani grandi e dal cuore generoso. Chiunque lo ha incontrato non può dimenticare la capacità della famiglia Orfei di accogliere e ospitare aprendo le porte della propria carovana. Quello che porteremo con noi saranno le ore trascorse in quella straordinaria carovana, i pranzi e le cene dopo lo spettacolo nella cucina di Nando e Anita, immensa e mai troppo piccola per accogliere un commensale in più. Nella sua genialità Fellini nel film  I Clown ritrasse un frammento di quelle cene dopo lo spettacolo degli Orfei in cui si commentava lo spettacolo. Nando anche lì era il grande protagonista, con valanghe di affascinanti racconti e ricordi di una vita. E poi quell’ufficio da Direttore del Circo pieno di straordinari ricordi e cimeli di una vita. Per non parlare delle grigliate e delle partite a carte con gli amici di sempre, Ciccio Niemen, Guido Errani e Claudio Carbonari che ha raggiunto per continuare a ridere e scherzare come un tempo.

Il nostro pensiero in questo istante va ad Anita. E’ banale affermare che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna, ma non in questo caso: in questo caso è assolutamente vero. Anita e Nandino li vediamo una cosa sola, inscindibile. Per la forza, la tenacia e la determinazione di questa donna incrollabile di tenere testa a un grande circo e allo stesso tempo di essere una straordinaria moglie e madre. Paride, Ambra e Paride, sicuramente distrutti dal dolore in questi istanti devono pensare alla fortuna e al privilegio di aver avuto un grande padre e una madre di tanto spessore ed è a lei che devono pensare per superare questo momento. La stima e l’affetto di tutti noi e di tutto il mondo del circo italiano vi sia di aiuto e di conforto nel superare il dolore di questa perdita e vi dia la forza di portare avanti il nome Orfei come Nandino vi ha insegnato a fare.

Dario Duranti

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08/10/2014 0.00.14

NANDO ORFEI. NOSTRO E DEGLI ITALIANI

 

 

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