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L’Ente Circhi replica: “Nessun finanziamento ai condannati”

Richiesta di rettifica con un comunicato firmato dal presidente Antonio Buccioni

Roma, 21 marzo 2015 – Da Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi, riceviamo una nota di rettifica relativa all’articolo sulla richiesta della Lav, rivolta alla Corte dei Conti, perché si indaghi sui finanziamenti pubblici che sarebbero stati concessi – secondo la Lega antivivisezione – anche ai circhi condannati per maltrattamento agli animali. L’Ente nazionale Circhi replica. Di seguito il testo che pubblichiamo. “Sbugiardata la LAV: le risorse del FUS teoricamente stanziate per i circhi (fonte MIBACT) ammontano a meno della metà della cifra sparata dal cosiddetto “dossier” della Lega Anti Vivisezione. Quelle liquidate ad un terzo circa”.

“All’indomani della pubblicazione del famigerato “dossier Lav” sui finanziamenti statali ai circhi avevamo parlato di abominevoli menzogne. Non si trattava di una difesa d’ufficio, ma abbiamo comunque voluto attendere di ricevere dal Ministero competente i dati ufficiali per mettere la parola fine alla ignobile sceneggiata animalista e consentire così all’opinione pubblica di meglio comprendere la natura della guerra che Lav ha dichiarato ai circhi”, continua la nota.
“Lav sostiene che i circhi italiani avrebbero ricevuto negli ultimi 5 anni una cifra che sfiora i 30 milioni di euro: 6.115.389 nel 2010, 6.635.019 nel 2011, 6.336.546 nel 2012, 6.293.097 nel 2013, 4.474.347 (“dato parziale” secondo la Lav) nel 2014. I dati ufficiali del Ministero dicono invece che i contributi stanziati negli ultimi 6 anni (dal 2009 al 2014) ammontano a circa 14,5 milioni di euro. Ma va precisato che gli importi effettivamente liquidati sono largamente inferiori e la cifra reale si riduce ad un terzo di quella diffusa dalla Lav (la renderemo pubblica appena ci sarà formalmente trasmessa dal Mibact)” si legge ancora ne l comunicato dell’Ente nazionale Circhi.

“Dalla comunicazione del Ministero si evince anche un aspetto non secondario, più volte da noi sottolineato: sul sito istituzionale del Ministero sono pubblicate tutte le informazioni sui fondi stanziati annualmente e l’archivio dei beneficiari dei fondi stessi. I circhi, insomma, sono una casa di vetro. Lo stesso non si può dire delle danarose organizzazioni animaliste che, tranne uno o due casi, non rendono pubblici i loro bilanci (essendo Onlus) e nemmeno il bilancio sociale – che invece sarebbe obbligatorio pubblicare sul sito dell’organizzazione – e dunque non è dato sapere come facciano ad accumulare vere e proprie ricchezze”, attacca Antonio Buccioni. “Il dossier Lav riguardava anche un altro dato ugualmente falso e cioè che circhi condannati per maltrattamenti degli animali beneficerebbero di finanziamenti statali. Già dal 2007 per i circhi colpiti da eventuali condanne definitive ciò è espressamente vietato da una precisa norma sulla erogazione dei contributi Mibact”, riporta ancora il comunicato.

“Che dire se non che una organizzazione che diffonde accuse infamanti che si dimostrano del tutto infondate, dovrebbe chiedere scusa e scomparire dalla scena pubblica. Ci appelliamo al Parlamento affinché metta un argine ai privilegi derivanti dalla legge 189 del 2004 che ha dotato le associazioni animaliste di uno strapotere che non ha paragoni nel resto d’Europa e che rende loro conveniente battersi per il sequestro degli animali dei circhi, perché in questo modo ottengono non solo visibilità mediatica ma anche contributi pubblici”, conclude la nota dell’Ente. 

Da QN

22/03/2015 23.26.07

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