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Fratellini l’arte circense che seduce i collezionisti

Fratellini l’arte circense che seduce i collezionisti

Fratellini l’arte circense che seduce i collezionisti

 
da corriere.it di Enrica Roddolo
 
I rapporti con le avanguardie del &rsquo900, e l’abilità di imprenditori dello spettacolo.
La celebre famiglia di clown del secolo scorso all’asta. Con cimeli simili a opere d’arte
 
Il grande fotografo Robert Doisneau li ritrasse «Dans l’intimité du cirque». E il circo, nel quale s’intrufolò con la sua macchina fotografica, era quello itinerante dei tre fratelli, Albert, François e Paul Fratellini che dagli anni Dieci del Novecento inventarono il mito dei clowns. Era il 1909 quando i tre fratelli d’origine italiana, iniziarono a calcare la scena con i loro numeri. Il primo Fratellini impegnato nell’arte circense fu Gustavo, nato a Firenze nel 1842 e specializzato nell’attività acrobatica cavallerizza. Gustavo divenne il capo di una compagnia nomade e i suoi 3 figli si dedicarono come il padre all’arte circense viaggiando per tutta Europa.
Tra il 1914 e il 1924 erano l’attrazione del Circo Medrano ma già nella seconda metà degli anni Venti il loro successo era divenuto tale che dalle esibizioni il passo alla regia divenne naturale: al Cirque d’Hiver, dove calcano la scena strappando applausi, prendono infatti anche la direzione artistica. Poi, nel 1939, lanceranno «Le cirque Fratellini». Itinerante, la nuova avventura porterà così il genio ironico di questa famiglia di clown dal Nord al Sud della Francia. Ne parliamo qui in occasione dell’imminente arrivo in Italia di Cirkopolis, la nona produzione originale itinerante di Cirque Éloize (a Milano dal 17 al 24 febbraio, presso il Teatro degli Arcimboldi). E in occasione di un’asta molto speciale, che ci fa riscoprire il loro gusto per l’estetica.
 
Al di qua e al di là delle Alpi, ma soprattutto proprio a Parigi, nella Ville Lumière, il mito dei tre clown ” il lunare François, bianco e malinconico con i suoi costumi preziosi, il caleidoscopico Albert dal viso dipinto come un quadro e l’esilarante Paul che non rinuncia al suo caratteristico monocolo ” conquista il pubblico. I bambini cercano nei loro numeri i momenti leggeri, il divertimento, la sorpresa e generano tanta attenzione verso i tre artisti circensi che in tempi in cui il merchandising è ancora quasi da inventare, i Fratellini diventano protagonisti di giochi di società (le Jeu de l’uooie Fratellini) e i protagonisti letterari di una serie di libri per bambini: Jacques Faizant, per l’editore Willeb, dedica alle loro avventure, libri come «Les Fratellini en vacances», mentre G. Dardaillon, per le edizioni Spes, scrive e ritrae «Les jeunes clowns Fratellini».
 
Così dei clowns Fratellini, poi impresari artistici, uomini di circo a tutto tondo insomma, si interessa anche il circolo dei grandi artisti del tempo. E non solo fotografi come Doisneau: «I Fratellini, che introdussero in scena per primi il gioco a tre personaggi al posto del più classico gioco a due clowns, avevano legami privilegiati, rapporti di amicizia con i protagonisti dell’avanguardia artistica dell’epoca, dai pittori ai musicisti ai cineasti agli scrittori appunto, da Calder a Mirò», spiega Cécile Tajan, curatrice con Sabrine Dolla e François Tajan, della recente vendita all’asta, allo Yacht Club di Monaco, di cento lotti che raccontano la storia del celebre trio di clowns. A chi appartenevano i pezzi che sono stati battuti all’asta da Artcurial? «Tutti ai tre fratelli, e quanto alla scelta di Monaco era quasi naturale visto che proprio quest’anno il Festival du Cirque de Monaco ha tagliato la boa dei suoi primi quarant’anni». E quale è stato il pezzo che ha suscitato più attenzione, scatenato gli appetiti dei collezionisti? «Il costume di scena di Francois Fratellini, in velluto bordeaux e strass. Ma anche la chitarra National Triolian Raisonator, suonata in scena dai fratelli circensi…e ovviamente la foto di Doisneau». […]
 
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15/02/2016 18.51.18

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