L’anello e la bici hi-tech dell’artista circense
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In francese il suo lavoro è definito comedian du cirque. Tradotto in italiano suona come artista circense. Un lavoro fatto di studio, allenamento, sacrificio, viaggi continui. Un lavoro itinerante e che oggi è molto cambiato rispetto al passato, diventato anche tecnologico. Perché in questo mondo la magia va di pari passo con la tecnologia.
«Oggi il circo classico non esiste più e nessuno sa bene cosa sia. Di fatto entra in tanti mondi diversi e non ha una vera e propria identità. Quello che piace è che nascono collaborazioni molto particolari, trasversali», racconta Andrea Brunetto, 31enne nato a Reggio Emilia e oggi di base a Milano. Andrea ha iniziato la scuola di circo a 18 anni, poi l&rsquoesperienza alla Flic Circo di Torino. A seguire un anno a Berlino e poi due anni a Tolosa, in Francia. «Qui c&rsquoè una scuola d&rsquoeccellenza di quelle molto complicate. Ad entrare ci provano in centinaia, ma a farcela sono solo pochi allievi», ricorda con orgoglio Andrea, che ha iniziato come giocoliere, poi è passato alla ruota, un anello che gira su stesso. E oggi lavora anche con la bici da corsa in equilibrio. «Diventa quasi un cavallo da domare, l&rsquoestate passata abbiamo lavorato al Giro d&rsquoItalia».
Andrea ha messo su una compagnia insieme ad Alessio Pollutri e Massimo Pederzoli. Tre amici, tre compagni di viaggio, tre colleghi di lavoro. «Siamo inseparabili, abbiamo sperimentato tanto insieme. La nostra compagnia l&rsquoabbiamo chiamata Madame Rebinè. Una figura inventata che per noi è una donna con un bellissimo sorriso, una di quelle figure pagate per ridere, come claque».
Oggi il calendario delle perfomance degli artisti è navigabile su Madamerebine.com. I tre utilizzano sempre più il body mapping, ovvero proiettori che rilanciano particolari immagini. Ma in uno degli ultimi spettacoli hanno utilizzato anche due droni per far alzare gli oggetti. «Il circo si sta evolvendo molto, è cambiato anni luce rispetto a quando sono stati inventati i fili invisibili. Oggi esistono proiezioni tecnologiche particolari. Abbiamo anche sistemi che ci permettono di cambiare la luce e la musica pedalando», precisa Andrea. Ecco allora la nuova generazione di artisti circensi. Bravi e tecnologici.
GIAMPAOLO COLLETTI
Da www.metronews.it del 20/02/19
21/02/2019 9.17.57
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