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Protesta e sit in al circo per gli spettacoli con gli animali. I gestori vanno all’attacco: “Ci ha chiamato il Comune”

Imperial Royal Circus Lucca 2019-20
Lucca, il circo attacca: “Non siamo venuti con la forza”

I circensi si difendono: “Siamo qui perché in piena regola”. Battistini: “Gli uffici hanno solo seguito una graduatoria”

di Paolo Lazzari – 28 Dicembre 2019

Circo Imperial Royal, esplode il botta e risposta tra manifestanti, circensi ed amministrazione comunale. Oggi (28 dicembre) l’associazione Lucca per l’ambiente aveva indetto una manifestazione autorizzata in piazzale Don Baroni, proprio di fronte ai tendoni del Royal, per protestare contro l’utilizzo di animali negli spettacoli.

All’appuntamento hanno preso parte una trentina di manifestanti (hanno aderito anche le associazioni Animalisti italiani, Gruppo salva il rospo e Riscatto animale, ndr), tra cui spiccano anche il presidente del Consiglio comunale Francesco Battistini ed i consiglieri Olivati, Bianucci, Consani e Borselli. Un blocco bipartisan, dunque, per andare ad affiancare gli esponenti dell’associazione che vede, tra i suoi coordinatori, Aldo Gottardo e Giada Paolini.

Alla vista dei manifestanti, rappresentanti del circo – Denny Montico (responsabile benessere animali) e Mirco Germinaio (manager) – sono usciti dai tendoni per replicare alle accuse, innescando uno scambio di opinioni quantomeno divergenti.

Secondo la ricostruzione dei circensi, infatti, il Comune di Lucca avrebbe inizialmente respinto la domanda dell’Imperial Royal (presentata circa due mesi fa) con la spiegazione che l’amministrazione privilegia circhi che non fanno uso di animali, per poi, parole di Montico, “richiamarci quando hanno visto che nessun circo senza animali sarebbe venuto a Lucca, che restava così sguarnita per le festività”.

Una versione che, secondo Battistini, non corrisponde alla realtà dei fatti: “A noi risulta tutta un’altra cosa – dichiara il presidente del Consiglio comunale – e cioè che c’era un circo senza animali che si era prenotato e che poi si è ritirato senza comunicarci le motivazioni. Loro erano i secondi in graduatoria e sono entrati, sfruttando una pecca del nostro regolamento, che comunque privilegia con convinzione i circhi senza animali. Cercheremo di rimediare a questa falla – specifica – perché vogliamo che non ci siano più circhi con animali, né qui né nel resto d’Italia”.

Argomentazioni che vengono fatte proprie anche da Cristina Consani e Serena Borselli: “Di fronte a queste battaglie – affermano – non esiste colore politico. Abbiamo visto da fuori come vengono tenuti gli animali e non ci sembra che siano in buone condizioni. In generale, inoltre, questo è uno spettacolo che va contro la loro natura e la loro necessità di essere liberi”.

Per Giada Paolini “la protesta non è contro il circo, ma contro chi schiavizza gli animali, togliendoli dal proprio ambiente. Non sono merce né oggetti e divertirsi con la schiavitù altrui è assolutamente sbagliato”.

Accuse respinte al mittente dai responsabili del circo: “Se siamo qui – la sintesi del loro intervento – è perché abbiamo rispettato tutti i regolamenti. Sono giorni che facciamo sold out (il circo se ne andrà il 6 gennaio, ndr), mentre loro – indicano i manifestanti – sono un piccolo gruppetto. I nostri animali stanno benissimo: sono nati in cattività e non hanno alcun legame con altre situazioni di vita dove dovrebbero tornare. Sono curati, accuditi e nutriti: anzi, facendoli viaggiare ed eseguendo numeri con i domatori, sono costantemente stimolati. Inoltre – attacca – chi protesta e mette striscioni contro il circo – eloquente il manifesto ‘animali imprigionati e schiavizzati a vita per il tuo divertimento’ – non fa mai i nomi per evitare querele. Se ci vogliono mettere la faccia, che ci provino fino in fondo”.

Grave, secondo i circensi – che pagano al Comune 2mila euro di suolo pubblico per tutto il periodo – “che si siano verificati veri e propri episodi di bullismo intorno al nostro circo. Abbiamo visto ragazzi più grandi sconsigliare ai bambini di entrare e, ancora peggio, abbiamo organizzato uno spettacolo gratuito per associazioni di diversamente abili sentendoci dire che alcune non sarebbero venute perché maltrattiamo gli animali. La vera discriminazione – aggiungono – viene da chi protesta contro il nostro lavoro. La moratoria? Abbiamo rispettato tutte le normative, impegnandoci a lasciare piazzale Don Baroni così come lo abbiamo trovato. Non siamo venuti a Lucca a fare una guerra, perché potevamo andare altrove, ma ci hanno chiamato”.

Una versione che collide con quella dell’amministrazione e con la visione di chi non vuole più vedere animali nei circhi: “La scusa della cattività – commentano dall’associazione – è appunto soltanto una scusa. Questi animali vivono in gabbia e sappiamo quali siano i metodi di addestramento. Siamo pochi a protestare? Si comincia così: quando sarà il contrario loro non ci saranno più. Ci sono esempi limpidi, come il Cirque du Soleil, che si può fare spettacolo senza sfruttare gli animali.

Intanto, per il prossimo 5 gennaio (alle 17) è prevista un’altra manifestazione di protesta davanti al circo.

Da www.luccaindiretta.it del 27/12/19

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