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IL PORTALE DEL CIRCO ITALIANO

Lavori emergenti: la riscoperta dell’artista del circo

Sviluppano equilibrio e controllo del corpo. E rafforzano le competenze emotive e la fiducia in se stessi. Aumentano gli allievi nelle scuole di arti circensi (che sempre più rinunciano agli animali). Per semplice passione. O per farne una professione, che è molto richiesta

di SABINA PIGNATARO

Salti acrobatici, palline, clave, trapezi, tessuti, corde. E poi nasi colorati, tendoni a righe rosse e bianche. Il circo è, da quattromila anni, spettacolo, intrattenimento, arte e magia. Ma è anche, e sempre più spesso, un’attività ludico-educativa per grandi e piccini, e persino una professione.

L’arte circense è diventata sport

Negli ultimi quindici anni è cresciuto il numero di ragazze e ragazzi che praticano le discipline circensi preferendole al nuoto, alla pallacanestro, alla ginnastica artistica o l’atletica. La giocoleria, l’acrobatica e l’equilibrismo si imparano con l’obiettivo di migliorare le competenze motorie e al tempo stesso di aumentare la fiducia in se stessi e nel prossimo, e la capacità di collaborare in gruppo. Spiega Camilla Peluso, direttrice della Piccola Scuola di Circo di Milano (al suo venticinquesimo anno di attività), che «numerosi studi ormai dimostrano quanto le discipline circensi, oltre a sviluppare coordinazione, equilibrio e controllo del corpo, rafforzino competenze emotive, cognitive e sociali». Perché, dice, «non ci si allena per gareggiare uno contro l’altro, ma si comprendono, si afferrano e si superano i propri limiti, fisici e psicologici». A Milano, sotto il suo tendone si allenano circa 400 allievi: più di due terzi bambine e ragazze dagli 8 ai 17 anni.

Un metodo per fare squadra

Sempre più spesso le arti circensi vengono insegnate anche nelle scuole (da quelle dell’infanzia alle superiori) come strumento per affinare lo spirito di collaborazione e la solidarietà. Negli ultimi anno il circo è entrato anche nei centri diurni e in quelli di accoglienza, nelle zone di conflitto, nei campi profughi, nelle carceri e nelle periferie abbandonate, diventando occasione di riscatto, rivelazione, emancipazione per gruppi marginalizzati o a rischio di esclusione sociale. Anche gli adulti si tengono in forma e riscoprono creatività ed espressività grazie all’acrobatica aerea, come mai avevano immaginato sollevando pesi in palestra.

Le scuole italiane al top

La diffusione dell’arte circense va di pari passo con una trasformazione del lavoro: oggi non è più appannaggio esclusivo delle grandi famiglie circensi itineranti (in Italia, le storiche Orfei e Togni). Per coloro che desiderano fare del circo una professione, oltre che una passione, esistono, rinomate accademie europee: a Bruxelles, Parigi e Losanna, le migliori. A cui oggi si aggiungono cinque scuole di formazione e perfezionamento in Italia: la Piccola Scuola di Circo (Milano), la Scuola Romana di Circo (Roma), l’Accademia d’Arte Circense (Verona), la Flic Scuola di circo (Torino), la Scuola di Cirko Vertigo, (Grugliasco, Torino). Anche la FNAS (Federazione Nazionale Arti di Strada) propone formazione periodiche di alto livello e laboratori tematici. Molte le discipline approfondite: la Giocoleria, che raggruppa tecniche diverse, tutte concernenti l’abilità di lanciare e riafferrare oggetti, come clave, palline e cerchi; le discipline aeree che prevedono l’uso di attrezzi pendenti dal soffitto, come il trapezio, gli anelli, la corda o i tessuti. E, ancora, le clownerie, l’acrobatica, l’equilibrismo, il contorsionismo e il funambolismo.

Il funambolo Andrea Lonardi

Per farsi un’idea di come si sono sviluppate oggi, l’appuntamento è in Irlanda, a Galway, capitale europea della cultura 2020, il prossimo 8 e 9 agosto, quando si terrà il Wired Crosses: 400 funamboli cammineranno per 2020 minuti sospesi su un cavo lungo il fiume e tra loro ci sarà Andrea Lonardi il più famoso funambolo italiano.

La riprova che il circo sta vivendo oggi un momento d’oro, in Europa: ci sono più scuole, più allievi, più spettacoli. E più soldi: il circo è una delle cinque arti – con musica, teatro, danza e spettacolo viaggiante -riconosciute e finanziate dal ministero per i Beni Culturali. «In Italia esistono 126 compagnie, 91 scuole di circo educativo, 30 progetti di circo sociale, 20 festival di circo contemporaneo» spiega Valeria Campo, presidentessa della Commissione Circhi e Spettacolo Viaggiante del ministero. Un settore che forma e coinvolge 20mila praticanti l’anno, con una forte concentrazione in Piemonte.

Esaltazione fisica e amore per il brivido

«La crescita del circo va di pari passo con la sua trasformazione» racconta Alessandro Serena, nipote di Moira Orfei, regista e docente di Storia dello Spettacolo Circense e di Strada all’Università Statale di Milano, e autore di Conoscere, creare e organizzare Circo (Franco Angeli). «Resta vivo il fascino di questa “macchina della meraviglia”, ricca di valori simbolici profondi. Tuttavia, al fianco del modello classico con acrobati, animali e clown in viaggio, si sono imposte nuove forme contemporanee: modelli di intrattenimento multiforme sempre più vicini al mondo del teatro e della danza, con cui condividono le tecniche interpretative e l’esaltazione fisica, ma da cui si differenziano per la presenza di rischio, pericolo e suspense».

Oltre il tendone, piazze e università

Queste nuove e spettacolari forme invadono, per giunta, spazi inediti: non solo strade e piazze, ma anche palazzetti dello sport, palcoscenici teatrali e perfino aule universitarie. Toccando a volte tematiche di grande attualità. Soul of Nature, per esempio, ideato dall’artista e regista Milo Scotton (il primo italiano a diplomarsi alla Ecole Nationale de Cirque de Montréal ed ex Cirque du Soleil), affronta temi di rilievo come l’abbandono dei rifiuti, l’ingabbiamento degli animali e la distruzione della natura da parte dell’uomo (il prossimo spettacolo il 22 aprile, Giornata della Terra, ad Asti).

Da www.iodonna.it del 05/03/20

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