Non era mai capitata una cosa del genere. Forse neanche in tempo di guerra. La diffusione del Corona Virus sta avendo conseguenze a livello globale, planetario, per il mondo del Circo e non solo. In passato ci sono stati fenomeni che hanno minacciato la tenuta degli spettacoli: per esempio il terrorismo internazionale in questi anni ha fortemente penalizzato, in alcuni periodi e in alcune zone in particolare, l’afflusso di pubblico. Ricordiamo che nel 1991 il Principato di Monaco (già a lutto per la scomparsa di Stefano Casiraghi) annullò il Festival di Monte Carlo a pochi giorni dal debutto, per il timore di attentati terroristici a seguito della Guerra del Golfo; e anche negli anni scorsi, a seguito degli attentati in Francia e al Bataclan di Parigi, i grandi circhi risentirono pesantemente di quello shock, alcuni adottando all’ingresso sistemi di sorveglianza e controllo del pubblico sia per evitare appunto il ripetersi di episodi che per rassicurare gli spettatori. Ma ora parliamo di uno scenario completamente diverso: il fenomeno legato alla pandemia è più esteso e se all’inizio sembrava riguardare il Nord Italia, poi si è allargato prima al resto d’Italia, poi ad alcuni paesi Europei e ora sta avendo effetti devastanti su tutta l’impresa mondiale dello spettacolo dal vivo. In questi giorni vi abbiamo aggiornato con regolarità rispetto alle misure restrittive che in alcuni paesi ponevano un limite di 1000 persone alla capienza dei luoghi di spettacolo. Poi in alcuni paesi è arrivato il divieto di spettacoli sopra le 100 persone, fino al blocco definitivo. Questo divieto non ha risparmiato nessuno. Le grandi case europee hanno dovuto accettare di fermare le proprie tournée, come ha fatto il Cirque Arlette Gruss sulla cui pagina Facebook è apparso un messaggio struggente di Gilbert Gruss. Krone ha anticipato la chiusura degli spettacoli al Krone Bau di Munchen e dopo due giorni dal debutto ha chiuso la tournée di Mandana. Roncalli dopo l’anteprima per media e giornali ha dovuto sospendere la tournée del nuovo spettacolo “Art for all, all for Art”, smontando e tornando nei propri quartieri. Circhi bloccati anche in tutti gli altri paesi europei.
In Svizzera il Circo Knie, che avrebbe dovuto inaugurare la tournée il 19 marzo da Rapperswil, ha annullato le prime 10 città del tour. E così ha fatto Stey ed altri complessi.
Ma la notizia più clamorosa è lo stop del Cirque du Soleil a tutte le proprie produzioni: sia quelle in tournée in tutto il mondo sotto chapiteau e nelle grandi sale (palazzetti, arene,…) sia quelle residenti a Las Vegas.
E’ notizia di ieri che negli Stati Uniti il Circo Hermanos Vazquez (dove si trova il nostro David Larible) ha sospeso i propri spettacoli, adeguandosi alla linea nazionale che vede lo stop di tutti gli spettacoli, compresi quelli di Broadway che al momento sono sospesi fino al 13 aprile. Gli esperti dicono che l’impatto economico dovuto alla chiusura di Broadway sarà astronomico: il settore probabilmente perderà oltre 100 milioni di dollari a causa del calo di turisti in hotel e ristoranti, ecc.
In Irlanda il Circus Tom Duffy’s ha sospeso ieri gli spettacoli nella città di Galway. In Inghilterra alcuni circhi annunciano che gli spettacoli proseguono e che non vi sono blocchi. Ma il Governo inglese, inizialmente deciso a non perturbare le abitudini del popolo britannico, sembra pronto a un deciso dietrofront, a seguito dell’aumento dei casi di contagio. Al punto che il Primo Ministro Johnson avrebbe dichiarato: “Ora è il momento per tutti di evitare i contatti non essenziali e di fermare tutti i viaggi non indispensabili. Da ora dovete evitare pub, teatri, club e altri luoghi di ritrovo”.
Un altro Paese che sembrava immune dal virus è la Russia, ma anche qui nelle ultime ore è scattato il blocco delle manifestazioni pubbliche fino al 10 aprile, dunque anche le grandi ditte (Nikulin, Bolshoi,…) sono ferme e gli artisti bloccati in attesa della ripresa. In Giappone il Circus Kinoshita ha fermato gli spettacoli fino al 27 marzo e gli artisti si auspicano di poter riprendere dopo quella data.
Il Florilegio di Max e Steve Togni ha dovuto fermare le sue due unità in Algeria ed Arabia. E l’elenco sarebbe ancora davvero molto lungo.
Capita la vastità del fenomeno, ora il punto da capire è…fino a quando durerà questa sosta forzata? Per quanto si dovrà fermare il mondo del live entertainment? Quando si potrà tornare alla normalità? Quando si supererà la paura? Prevarrà la voglia di aggregazione o la diffidenza dal tornare in contatto? Sono tutti temi prematuri, oggi non ci resta che aspettare, ma centrali per capire tempi e modi della ripresa, in Italia e nel mondo.
D.D.
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