C’è stata un’epoca, neanche troppo lontana, in cui anche in Italia, i grandi circhi viaggiavano in treno, per piccoli e lunghi tragitti. Grandi circhi, vere e proprie città viaggianti con un organico di centinaia di persone. Tra questi negli anni settanta ricordiamo il Circo Americano, il Circo di Liana, Nando e Rinaldo Orfei, Moira Orfei, successivamente il Circo Cesare Togni ed altri.
Nel 1975 i fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei presentano “Il Circo delle Mille e una Notte”, uno degli spettacoli più imponenti e sontuosi e premiato da un successo senza precedenti. Lo spettacolo è in cartellone a Roma dal 20 dicembre al 31 marzo 1975, ossia da Natale a Pasqua compresa, forse una delle permanenze più lunghe. Dopo Roma, Frosinone (dal 4 all’8 aprile) e Nettuno (dal 10 al 13 aprile in Via Romana). Il 9 aprile 1975, esattamente 45 anni fa, durante lo spostamento del circo da Frosinone a Nettuno (dove il circo avrebbe poi montato si sviluppa un incendio che colpisce gli ultimi due vagoni del convoglio ferroviario. Il treno venne fermato alla stazione di Capannelle.
Nell’incendio andò distrutta una parte della costumeria, il camerino con i costumi e la struttura del celebre dragone protagonista della parata che chiudeva la prima parte dello spettacolo. Si trattava di un drago lunghissimo, snodato, con una testa motorizzata e un corpo costituito da un lungo tunnel di stoffa sorretto da 40/50 persone che correvano all’unisono indossando costumi ed elmi molto pesanti. Alla guida del mezzo (dotato di un motore FIAT Topolino C, modificato in modo da avere soltanto la marcia indietro, che è più lenta della prima) Mariano Savio, unico che rimaneva seduto, mentre tutti gli artisti erano in piedi e dovevano mantenere lo stesso passo di corsa. Poi il corpo del drago si spezzava in quattro tronconi. Per dar vita a una e vera pantomima ispirata ad una leggenda. Un momento molto faticoso anche per gli artisti che schiacciati dal peso di elmi e costumi, dovevano correre per stare dietro alla testa motorizzata e compiere movimenti comunque rientranti nella coreografia.
Il treno del Circo Orfei. In primo piano la signora Luciana Cagna (Foto archivi Rosita Pani Cagna)
https://www.facebook.com/circusfans.it/videos/10156215588853991/
Negli ultimi 20 secondi di questo video si vede la parata del Dragone
Le cause del rogo non si seppero mai con certezza. Forse un mozzicone di sigaretta. Oggi scherzando, chi faceva parte di quella pantagruelica coreografia dice che non sarebbe stato da escludere un boicottaggio di qualche artista, ma chiaramente si tratta di una battuta. Vero è che dopo quel devastante incendio, la coreografia si dovette, per forza di cose, ridurre e modificare: il dragone non era più lunghissimo e non correva per la lunghezza delle tre piste unite, bensì spuntava semplicemente dalla barriera per una decina di metri. Gli artisti, uomini e donne, con mantelli e ali da farfalla, davano vita a una coreografia differente (e sicuramente più leggera per gli interpreti), come testimonia il video qui di seguito, tratto dalla trasmissione “Cirques du Monde” di Jean Richard ripresa nel corso della permanenza natalizia a Palermo, dunque 8 mesi dopo.
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