Abbiamo bisogno di belle storie e oggi vogliamo raccontarvene una. Era il 1985 e come tradizione, il circo lasciò lo chapiteau per far visita a chi non avrebbe potuto recarvisi per motivi di salute ed età. Siamo a Parma e la grande famiglia del Circo Nando Orfei organizzò uno spettacolo per gli anziani degli Iraia, ex istituto Romanini, in via Don Bosco, una casa di cura per anziani. Quando un temporale interruppe lo spettacolo previsto nel cortile dell’Istituto, Paride e Ambra Orfei modificarono il programma previsto proseguendo nelle camere dei degenti l’intrattenimento tanto atteso. Ma al circo non ci sono limiti e se ci sono si superano, il motto del resto è “sempre più difficile” e quella volta gli Orfei superarono se stessi portando nelle stanze anche un elefantino che per quanto piccolo era pur sempre un bel bestione.
Le foto del fotografo Giovanni Ferraguti parlano chiaro e testimoniano qualcosa di davvero raro da vedere: un elefante nelle camere di una casa di riposo, con buona pace del direttore della struttura che sicuramente avrà vissuto ore di apprensione per la resistenza di quei pavimenti! Oggi una scena del genere sarebbe impossibile, tra ASL, protezione animali e servizi sanitari, ci sarebbe un’alzata di scudi di fronte ad un’iniziativa così lodevole e sorprendente, ma allora quando prevaleva la spontaneità e il buon senso sull’immobilismo della burocrazia e del pensiero unico, era consentito al circo fare molte più cose. E anche chi era impossibilitato aveva l’opportunità di vivere istanti irripetibili come questi.
Abbiamo voluto raccontarvi questi momenti per non dimenticare mai la forza del circo, la capacità trasgressiva e anarchica che porta con se il suo messaggio. Il Circo e la sua gente sono anche questo. E attraverso questi scatti ci fa piacere ricordare il grande Nando Orfei e l’altrettanto indimenticabile Amleto Cagna che dopo una vita trascorsa al servizio della comicità e del circo, non ha mai rinunciato a diventare ambasciatore del circo presso i malati, gli anziani e i bambini in difficoltà dedicando la sua seconda vita (da clown in pensione nella cittadina di Parma) trascorsa ad organizzare iniziative benefiche attraverso il linguaggio del circo e dei suoi protagonisti.
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