Da molte settimane la loro sopravvivenza è legata esclusivamente alla rete di solidarietà che si è creata intorno, compresi gli agricoltori che forniscono il fieno per i cavallini
76 giorni di fermo e due traslochi all’attivo: non c’è pace per il i 6 cavallini e i 10 artisti del “Circo delle Stelle” ancora bloccato a Castell’Alfero. Da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, a fine febbraio, tutte le date del tour sono state cancellate. Il grande tendone colorato non c’è più ma il circo, con i suoi caravan, non si può più muovere. Sin dai primi decreti governativi, il circo è impossibilitato a esibirsi, nessun comune lo accetta e, ovviamente, resta senza alcun tipo di guadagno. Ben presto così, dopo aver dato fondo alle riserve, è sopraggiunto il problema di mantenere artisti ed animali.
«Nessuno pensa a noi»
«Sono molto arrabbiato e amareggiato – spiega il titolare Bruno Niemen, rappresentante di una storica famiglia circense piemontese – ho scritto a chiunque, alla Regione, alla Prefettura, insomma a tutte le istituzioni perché nessuno pensa a noi». Niemen lamenta che le circa 70 strutture circensi presenti in Italia sono state completamente abbandonate a loro stesse. Nessuno pensa a loro. L’E.N.C., Ente Nazionale Circhi, l’unica associazione di categoria esistente in Italia, sta discutendo ormai da mesi con il governo per trovare una soluzione e offrire un sussidio concreto agli artisti. Analoga situazione la sta vivendo un altro piccolo circo, il Forstner fermo da metà febbraio a Castelnuovo Don Bosco.
«Mentre a Roma discutono, noi dobbiamo mangiare»
«Il problema è che mentre loro parlano – dice uno sconfortato Niemen – noi dobbiamo mangiare. Stiamo sopravvivendo solo grazie alla generosità e alla bontà della gente. Siamo in gravi difficoltà. Non possiamo svolgere il nostro lavoro da fine febbraio e chissà per quanto tempo dovremo stare fermi. Si parla di novembre o addirittura dicembre. Il nostro mestiere è sempre stato, per natura, in balia degli eventi ma mai, come in questo in momento, le prospettive future sono nere».
Si pensa agli spettacoli estivi
La speranza è quella di riuscire almeno a ottenere il permesso di poter fare esibizioni all’aperto, prendendo tutte le misure di sicurezza e garantendo il distanziamento sociale. «Speriamo che ci permettano di lavorare. Noi vogliamo e chiediamo solo quello. Non ci diano soldi ma almeno ci permettano di guadagnarci il pane», conclude Niemen, la cui famiglia è nel mondo del circo sin dal 1910 con un’attività che è passata nelle mani di tre generazioni: nonno, padre e figlio.
Una rete solidale intorno al gruppo di circensi
Tanta è la solidarietà ricevuta dal “Circo delle Stelle”. Sin dall’inizio si è messo in moto il volontariato per aiutare artisti e animali. I cavalli stanno bene e non hanno bisogno di aiuto. Grazie alla Coldiretti sono riforniti di fieno e mangime. Il parroco ha attivato la Caritas e i volontari della parrocchia, pensano ai generi di prima necessità delle persone che compongono la compagnia. Anche la popolazione ha dato il suo aiuto: numerosi sono i cittadini che privatamente hanno portato soccorso. Tra le ultime iniziative a favore della compagnia circense c’è quella dell’associazione di Protezione Civile Progeo Asti Odv. Grazie all’azienda agricola Caldera e al Banco Alimentare, sono stati donati generi alimentari alla famiglia. Inoltre, con il sostegno di Simona Nobile presidente dell’A.E.O.P. di Asti, Associazione Europea Operatori Polizia, è stata anche attivata una raccolta fondi per sostenere questa famiglia. Chi volesse donare, può farlo tramite l’IBAN IT54M0558410301000000001062, indicando nella causale “Donazione per Circo delle Stelle”. E Bruno Niemen promette di non dimenticare nessuno nella sua profonda riconoscenza, a partire dal sindaco e dall’amministrazione comunale che fin dall’inizio dell’emergenza si sono prestati per aiutare il circo nella sua sopravvivenza.
Da www.lanuovaprovincia.it del 08/05/20
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