Da Wikipedia: “La Corgi è stata fondata nel 1933 a Northampton, in Gran Bretagna, da Philip Ullmann, immigrato tedesco, ed è stata poi acquistata dal sudafricano naturalizzato tedesco Arthur Katz. L’azienda era in concorrenza con gli automodelli Dinky Toys della Meccano“.
Comincio la pagina con questa citazione, la vita a volte crea sorprese, infatti negli anni fu proprio la Corgi ad assorbire la Dinky per toglierla dal mercato. In principio Corgi produceva soprattutto auto e mezzi di trasporto con una attenzione particolare al mondo del Circo. Il primo Circo ad essere riprodotto fu il Chipperfields. A parte alcuni mezzi come le gabbie o trasporto giraffe, i mezzi erano quelli a catalogo adattati al circo.
Modelli in metallo che visti oggi hanno un loro fascino. Il Circo poi, oltre ai pezzi singoli, veniva proposto anche in set con più mezzi.
Abbandonato il Circo Chipperfields, Corgi dedicò le attenzioni circensi al “Pinder Jean Richard” aggiungendo set con gradinate, barriera, pista ecc.
Dopo varie vicissitudini e cambi di proprietà arriviamo agli anno ’90. Il mercato è cambiato, la produzione dei modelli Corgi viene realizzata in Cina, e per noi significa un dazio del 35%. In quel periodo con il mio “Comodore 64” seguivo la collezione Corgi per alcuni clienti ed il salasso di quei pezzi era notevole. Dovevano guadagnare Corgi, l’importatore, lo Stato ed il negoziante! Capitava che il negozio, pur di tenere il cliente, praticasse sconti che poi alla lunga rendevano quei pezzi non convenienti da trattare.
Ed è proprio in quel momento che Corgi torna al Circo con un nuovo Chipperfields ed in questo caso alla serie circo si aggiungono alcuni camion prodotti per la collezione “trasporti”.
Negli anni 2000 la politica toglie di dazi ed apre alla Cina, in teoria dovremmo avere un risparmio, ma al lato pratico sarà minimo. Oramai siamo abituati a pagare molto quegli oggetti e la produzione ne approfitta. Giungiamo quindi all’ultimo momento dedicato a circo da Corgi: il Circo Pinder
Anche in questo caso si adattano modelli di produzione al logo del circo, circa una ventina di modelli in scala 1/50 circa, belli, con un loro fascino ma sempre con un costo sopra la media.
In tutti questi anni ho sempre pensato che si poteva fare di più ed ad un prezzo più contenuto, ma i pensieri a volte sono gocce d’acqua nella cascata di un fiume.
Maurizio Tramonti
* per alcune immagini reperite sul web non è stato possibile individuarne l’autore, restiamo a disposizione per eventuali correzioni.
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