Spesso le storie più belle, appassionanti e apparentemente incredibili sono proprio quelle vere… Nel viaggio alla scoperta di libri che parlano di circo ho già presentato alcuni romanzi biografici (o autobiografici); ce ne sono tanti altri, a cui vorrei dedicare l’attenzione in questo e nei prossimi articoli. Oggi vorrei farvi conoscere un bel romanzo abbastanza difficile da trovare sebbene piuttosto recente, pubblicato nel 2013 da una casa editrice indipendente, al di fuori del circuito delle librerie: “La ragazza dal montgomery verde”, esordio letterario della giovanissima Beatrice Dal Pio Luogo.
L’autrice descrive l’affascinante storia dei suoi nonni materni e di come si sono conosciuti: lui, Ahmed, acrobata circense (statuario e forzuto porteur di una troupe di saltatori marocchini specializzati nelle piramidi umane, la Ifni Sahara Troupe), lei, Giulia, spettatrice (nata da contadini, poi divenuta infermiera) con la passione per la danza… Ce li presenta a partire dalla loro infanzia, mostrando come il loro carattere, i loro sogni e aspirazioni si sono plasmati in relazione al contesto sociale e geografico in cui sono cresciuti (nella campagna lombarda lei, in Marocco lui, molto distanti sì, ma con un comune denominatore: la povertà e la difficoltà di cambiare il proprio destino), narrando poi come sono riusciti a reagire ribellandosi alle convenzioni e rendersi indipendenti, credendo in se stessi.
Il loro incontro, perfettamente casuale (in occasione delle esibizioni a Milano, presso il Teatro Smeraldo, della compagnia circense in cui lavorava Ahmed), ne è stata una naturale conseguenza: ognuno ha trovato nell’altro ciò che cercava. Questo li ha motivati a frequentarsi, affrontando con mille sacrifici le varie evidenti difficoltà, economiche e non solo: dapprima la distanza e le lunghe attese per rivedersi, poi il rocambolesco e coraggioso viaggio di Giulia, da sola, per raggiungere finalmente e definitivamente il suo amato in Inghilterra presso il Billy Smart Circus, l’adattamento alla non certo agiata vita girovaga dell’epoca, senza dimenticare lo scetticismo e l’ostilità dei loro cari… Nelle pagine in cui è descritto l’arrivo e la permanenza di Giulia al circo vengono mostrati alcuni spaccati della vita circense di allora, sia quella quotidiana lontana dai riflettori, sia momenti dello spettacolo a cui lei stessa prese ovviamente parte, le prove, le parate per le vie delle città…
Complimenti a Beatrice Dal Pio Luogo, che all’età di soli sedici anni ha avuto l’ispirazione e la determinazione di scrivere questo libro con uno stile sorprendentemente maturo e notevole proprietà di linguaggio. Grazie per averci fatto conoscere questa storia, una bella favola a lieto fine!
Preziosa e illuminante la sua dedica all’inizio del libro: “Ai miei nonni, Giulia e Ahmed. A Giulia, che mi ha trasmesso il suo amore per l’arte accompagnando la mia infanzia nella creatività, incoraggiandomi a scrivere. Ad Ahmed, di cui ho ammirato lo spirito di sacrificio e da cui ho imparato quanto siano preziose le differenze e quanto poco contino rispetto al valore di una persona.”.
Francesco Farnè
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