Sul quotidiano La Stampa una intervista a Mister David che torna in piazza a fare spettacolo in attesa che vengano autorizzati gli spettacoli in teatri e circhi.
Il volo di Manuel sotto l’albero: “Adesso fate ripartire la cultura”
Flash mob in piazza San Carlo dell’acrobata Davide Demasi e del figlio di 11 anni: «Basta spettacoli in streaming, lasciateci esibire dal vivo»
TORINO. Chi, domenica scorsa, si trovava in piazza San Carlo, ha assistito a uno spettacolo singolare: l’acrobazia di un ragazzino lanciato in aria dal padre. Una sorta di flash mob di pochi minuti, sotto l’albero di Natale e lo sguardo incredulo e divertito dei presenti. «Era una giornata di sole, abbiamo visto la piazza e non abbiamo resistito: abbiamo fatto due salti», sorride Davide Demasi, 45 anni, in arte Mister David. Da 25 anni lavora nel mondo circense e nel curriculum ha un record Guinness per la giocoleria, un titolo mondiale di magia di strada e alcuni spettacoli insieme ad Arturo Brachetti. Come tutto il settore, però, è fermo e scuote la testa quando vede gente ammassata fuori dai centri commerciali o in attesa di entrare in un negozio per i regali di Natale. «So che rispetto ad altri colleghi sono fortunato perché sto ricevendo la cassa integrazione. Ma mi chiedo perché non permettano al circo di ripartire», dice.
Le acrobazie, il tendone e la magia sono la sua vita e anche di Elena, sua moglie. Insieme a loro, spesso, si esibiscono anche i quattro figli: Manuel (11 anni), Denny (9), Alex (8), Soemi (6). Prima del secondo lockdown, racconta, il protocollo per i circhi era rigidissimo: «In uno spazio per mille spettatori ne entravano solo duecento, dopo la misurazione della temperatura e la compilazione del modulo per il tracciamento», ricorda. Ora che nel “semaforo” regionale è scattato il giallo, chiede, perché non possiamo tornare a fare i nostri spettacoli?
La lotta della famiglia Demasi è quella di tutto il settore della cultura e dello spettacolo: dagli attori ai cantanti. «Quando mio figlio Manuel ha fatto quei salti in piazza, alle persone brillavano gli occhi. In un momento come questo abbiamo tutti bisogno di emozionarci dal vivo – ragiona – Basta con lo streaming e gli eventi attraverso lo schermo di un computer. Noi siamo venditori di emozioni e dobbiamo tornare a offrire la nostra arte dal vivo. Ovviamente rispettando tutte le misure di sicurezza».
In attesa che arrivi il via libera per il circo e gli altri spettacoli dal vivo, Davide tornerà alle origini: «Ho iniziato a esibirmi in strada oltre 25 anni fa, potrei tornarci. Ma per il nostro settore non può essere questa la soluzione». Durante questo secondo lockdown non ha mai smesso di allenarsi con la moglie e i suoi quattro bambini. «Ma solo dopo aver terminato i compiti – specifica – Quando siamo in tournée siamo noi a fare loro lezione sui programmi che ci consegnano i professori. Abbiamo chiesto il permesso al preside e finora le pagelle sono ottime». Anche i bambini scalpitano per tornare al circo: «Per loro, il nostro è un mondo magico e gli manca molto», aggiunge il padre.
Tra i due lockdown la famiglia Demasi ha visto annullare all’incirca 120 spettacoli a cui avrebbe dovuto prendere parte. E il periodo di Natale e Capodanno, il più importante per i circensi, è già andato in fumo. «Continuiamo a rispettare le regole perché questo è un virus infido. Ma chiediamo alle autorità un po’ di attenzione – conclude – Tornare a fare circo in sicurezza e con il pubblico si può».
Di Filippo Femia
Da La Stampa
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