Buby Ernestos (1923-1995) è stato uno dei più grandi clown musicali italiani del Dopoguerra. Con il suo carisma, il suo talento musicale e la sua comunicatività ha portato l’arte del clown in tutto il mondo divertendo generazioni di spettatori, bambini e adulti.
Per tutti è e rimarrà Buby, ma all’anagrafe faceva Karel Pilch Konyot. Era nato a Rusciuk in Bulgaria, ma anche se la sua famiglia era di provenienza cecoslovacca, da tutti era considerato italiano.
L’entrata musicale al Cirkus Merano 1978
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I suoi genitori erano Maria Krateijl e Ernesto Pilk Konjot e dal loro matrimonio nacquero Karel Bubi, Fredi e Betti. Maria ed Ernesto saranno ricordati per aver dato il via alla ‘dinastia’ dei clown “Ernestos” che tanto lustro han dato a questa nobile arte, ma leggendo le cronache dell’epoca bisogna ricordare che all’epoca avevano un numero alle scale di equilibrio dove l’attrezzo (la scala) era alto otto metri. Da ricordare anche che il circo di famiglia (Circo Kratejl) è stato uno dei pochi a presentare un numero di alta scuola eseguito su un cammello.
Karel “Buby” aveva iniziato da giovane a esibirsi nell’entrare musicale di famiglia con genitori, zii e fratelli. Anche Fredy e Betty infatti si rivelarono virtuosi musicisti. Fredy darà vita a una propria formazione. Betty dopo il matrimonio con Gianni Bricherasio continuerà l’attività al Circo Herasio.
OFELIA E BUBY
E’ intorno al 1943 che durante una scrittura al Circo Arbell Buby incontra Ofelia Riva con cui si sposerà dando alla luce cinque figli: Gilda, Ernestina, Robi, Johnny e Paolo (scomparso a soli cinque anni). Quando si staccò dalla famiglia e si mise in proprio, anche la moglie Ofelia entrò nel numero musicale e vi rimase finalla metà degli anni Sessanta. Man mano che son cresciuti tutti i figli lo hanno affiancato in pista dando vita a un’entrata colorata, briosa e scoppiettante in cui la musica di qualità era il filo conduttore. Il figlio Roberto morirà a soli 36 anni nel 1987 in Giappone dove si trovavano in quel momento.
CULTURA, MUSICA E LINGUE
Da autodidatta Buby, forse anche per una innata curiosità verso le cose del mondo, aveva maturato una vasta cultura generale. Buby parlava 12 lingue e suonava di tutto: il pianoforte, la tromba, il clarino, però lo strumento in cui era più forte ero lo xilofono, ma era bravo anche con violino e chitarra. “Mio padre aveva la musica nel sangue ed un’altra sua dote era quella di apprendere velocemente tutto, cominciando dalle lingue: ne parlava dodici! – ricordava il figlio Jonny in un articolo sulla rivista In Cammino raccolta da Maurizio Tramonti – Oltre alle nostre europee parlava russo, moldavo, cecoslovacco, ungherese… Nel 1986 quando andammo in Giappone mio padre faceva la ripresa dei campanelli, debuttammo subito dopo due giorni dall’arrivo. Il problema era che devi parlare per spiegare i campanelli, lui lo faceva in inglese, ma il pubblico non rispondeva. Si applicò subito con la lingua del posto ed imparò a far la ripresa parlando in giapponese: cambiò subito tutto e fu un successo anche quella volta. Lui era un talento naturale per le lingue”.
UN CLOWN PLANETARIO
Un altro primato di Buby è quello di aver lavorato ovunque e di aver portato la propria comicità musicale e la propria entrata comica in ogni angolo del mondo e in una quantità di circhi enorme. Se il suo talento trovò casa in tutte le grandi firme italiane (Arbell, Jarz, Cesare Togni 1962; Palmiri-Benneweis 63-64; Liana, Nando e Liana Orfei in Jugoslavia 1967; Casartelli 69; Enis Togni-Mexico 1971; Moira Orfei 1974; Tribertis 1975; Jumbo 1977, Darix Togni 1982, Embell Riva 1984-85, Rossante… solo per citarne alcuni), non si contano i grandi circhi europei che per trent’anni se lo sono contesi con una particolare predilezione per la Germania (come Krone, Althoff), la Francia (Bouglione, Amar e Jean Richard) e i circhi scandinavi (Benneweis, Merano). Ricostruire ogni singolo contratto oltre a essere un lavoro lungo, sarebbe senz’altro incompleto tale e tanta la mole di galà, eventi e circhi tra cui rimbalzava. Nel dicembre 1974 Pino Correnti, organizzatore per diversi anni del Festival del Clown, consegnò a Buby il Premio Grock. Pochi giorni dopo Buby venne invitato al 1° Festival del Circo di Monte Carlo.
NONSOLOCIRCO. IL CINEMA
Ma Buby non era solo pista, musica e naso rosso. Dal nonno che negli anni Venti aveva uno dei primi cinema ambulanti eredità la passione per il cinema e le immagini in movimento. “Ci raccontava che fin da bambino aveva la cinepresa in mano – prosegue Jonny – In seguito per qualche tempo, anche lui ebbe un cinema come il nonno. Ho dei filmati realizzati da mio padre che sembrano film di Stanlio e Olio, tutti girano velocemente, si vedono la Ford T e dietro la roulotte fatta ad uovo, cose di 87 anni fa”. Una passione che lo ha portato a riprendere ciò che vedeva durante la sua vita fatta di viaggi e spettacoli, a immortalare e conservare su pellicola le immagini e i ricordi più belli.
IL VIDEO
Dall’Archivio di Maurizio Colombo oggi vi proponiamo il video integrale dell’entrata musicale insieme ai suoi quattro figli Gilda, Ernestina, Roby e Jonny. Siamo in Norvegia al Cirkus Merano di Knuth Dahl nel 1978. Un video da cui emerge un ritmo incalzante e travolgente ma che non serve a mascherare una parte musicale modesta. Al contrario, esalta la precisione dell’esecuzione musicale e l’espressività di Buby che lascia trasparire passione, entusiasmo e divertimento. Al contempo, la musica non è fine a sé stessa, come mera ostentazione di maestria, bensì è messa al servizio della comicità: due ingredienti perfettamente bilanciati da questo grande artista. Il Buby che vediamo in questo video è un uomo (nel pieno della sua maturità artistica, aveva 55 anni) che si diverte nel fare ciò che ama fare. E chi si diverte in pista, non può che far divertire a sua volta anche il pubblico.
Testo di Dario Duranti
Note biografiche raccolte da Maurizio Tramonti
Video Maurizio Colombo
Foto archivio Christoph Enzinger e Circusfans
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