L’ARTE CIRCENSE A RISCHIO DI ESTINZIONE
Sul mensile dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie “In Comunione”, intervista alla direttrice artistica Marina Monti Condesnitt bloccata con la sua compagnia circense a Trani. «Riusciamo a resistere solo grazie alla solidarietà e alla collaborazione dei cittadini tranesi».
È da ormai quasi un anno che i complessi circensi Marina Orfei e Royal Circus sono fermi a Trani a causa della Pandemia. In questi mesi difficili le loro famiglie hanno affrontato spese non indifferenti per il sostentamento della comunità e degli animali. La direttrice artistica dei due circhi Marina Monti Condesnitt spiega la drammaticità di questa situazione nonostante gli aiuti e la solidarietà di molti tra enti, associazioni e privati e teme per il futuro dell’arte circense.
Siete bloccati a Trani da marzo scorso quando la veloce diffusione
del Corona virus ha portato l’Italia ad un lockdown forzato. Come
avete vissuto quel primo periodo?
Totalmente fermi, senza la possibilità di muoverci, di svolgere la nostra
attività. Siamo fermi da un anno, è una situazione molto pesante per il modo in cui noi siamo abituati a vivere, a rapportarci con la gente, quindi trovarci in un lockdown del genere ci ha messo a dura prova in tutti i sensi, sia moralmente che fisicamente.
Dopo il lockdown avete sperato di ricominciare a lavorare ma le restrizioni governative hanno vietato ogni tipo di spettacolo. Da allora come vi siete organizzati per sostenere le vostre famiglie e gli animali del circo? Vi sono pervenuti degli aiuti economici da parte delle associazioni di volontari e dai cittadini tranesi considerando che non avete più potuto finanziarvi con i vostri spettacoli?
Abbiamo avuto un appoggio economico da parte del Ministero del turismo
e dello spettacolo che ci ha stanziato una cifra simbolica e alquanto irrisoria, considerando che la nostra comunità è formata da circa cinquanta circensi e da un elevato numero di animali, alcuni dei quali, per necessità, sono stati portati allo zoo. Inoltre da parte del sindaco di Trani e dai suoi collaboratori abbiamo riscontrato molta disponibilità e solidarietà. Ci sono
pervenuti anche contributi economici da parte della diocesi di Trani, dai cittadini tranesi e dall’associazione di Promozione sociale Orizzonti la quale ha contribuito a donarci una cifra esorbitante permettendoci di andare avanti.
La permanenza a Trani vi ha costretto a non potervi ricongiungere con alcuni dei vostri cari?
Si, per mesi non abbiamo potuto ricongiungerci con i nostri cari poiché
ognuno di noi ha parenti sparsi in tutta Italia e ci sono addirittura alcuni artisti provenienti da altre nazioni, come un nostro collaboratore francese, che non hanno potuto ricongiungersi con i propri genitori dall’inizio della pandemia.
In questa comunità ci sono anche dei bambini, come hanno trascorso questi mesi?
I bambini erano abituati a girare per l’intero Paese in continuazione e a
conoscere sempre nuovi coetanei, ma adesso si trovano spaesati in quanto
non possono uscire per evitare ogni tipo di contatto con l’esterno.
Il terreno su cui siete bloccati da quasi un anno è di un privato che vi aveva chiesto di liberarlo entro la fine di novembre scorso. Come vi siete accordati per poter sostare ancora in questo posto?
Il proprietario del terreno è una persona di cuore e nonostante avesse degli impegni da rispettare riguardo l’immobile, ha compreso questa situazione e si è messo a nostra completa disposizione. Infatti ci lascerà occupare questo terreno fino a quando non saremo pronti per ripartire. Tutti noi gli saremo sempre molto grati poiché occupiamo da mesi la sua proprietà ma non ci ha mai chiesto nulla in cambio ed oggi trovare persone così generose e altruiste è molto difficile.
L’ARTE CIRCENSE A RISCHIO DI ESTINZIONE
Come riuscite a occuparvi degli animali costretti a vivere da mesi in spazi ristretti?
È difficile obbligare gli animali a vivere in questi spazi ristretti, ma cerchiamo in tutti i modi di trattarli amorevolmente e con tutte le cure di cui hanno bisogno. Infatti abbiamo cercato di non sconvolgere assolutamente il loro stile di vita in quanto si potrebbero ammalare e abbiamo continuato a nutrirli secondo la loro dieta abituale costituita
da fieno, mangime e verdura, talvolta generosamente offerti.
Come vedete il futuro dell’arte circense dato che il settore artistico è
stato uno dei più penalizzati?
Purtroppo molti circhi non ripartiranno a causa dell’esorbitante difficoltà
economica in cui gravano. Infatti già molti circensi stanno cercando un nuovo lavoro per sostenersi e supportare le proprie famiglie.
Avete proposte di spettacoli alternativi che rispettino le norme igienico-sanitarie e i distanziamenti previsti?
È difficile realizzare un intero spettacolo con ingressi ridotti in quanto non
ci sarebbe nessun profitto economico e si rischierebbe di non coprire le spese necessarie per la realizzazione delle varie esibizioni. Inoltre noi circensi lavoriamo a contatto con il pubblico quando ci esibiamo ma non potendo avere un approccio diretto con loro renderebbe lo spettacolo monotono e privo di magia.
Nonostante le difficoltà che state vivendo, ci sono stati in questi
mesi momenti piacevoli da ricordare?
Si certo, in questa situazione critica sono nati due bambini ed è avvenuta
anche la nascita di un cammello, un dromedario e due poni. Queste nascite
hanno regalato felicità all’intera comunità circense.
Dove vi piacerebbe fare il vostro primo spettacolo dopo mesi di
inattività?
A Trani. I cittadini tranesi sono stati di una gentilezza immensa e noi vorremmo ripagarli con un bellissimo spettacolo affinché il pubblico possa divertirsi ed emozionarsi.
Carla Anna Penza
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