Tigri e leoni bloccati dal Covid
Il circo Kino ha sistemato i suoi animali in un piazzale: sei mesi vissuti in emergenza
Uomini, donne e animali bloccati da mesi nella piccola frazione di Cantalupo: sono queste le conseguenze dell’emergenza sanitaria e della seconda ondata della pandemia. Il Covid ha costretto il circo Kino, una storica attività circense italiana a conduzione familiare, a insediarsi provvisoriamente nel grande prato di via Risorgimento, l’ampia area che normalmente ospita anche il Luna park durante la sagra di San Bartolomeo. Il risultato è che il campo si è trasformato in un piccolo zoo a cielo aperto, ma con tante incognite per il futuro.
Disoccupati da un anno
Non c’è solo il problema degli artisti circensi, come clown, acrobati e domatori (15 persone in tutto) che non stanno lavorando né producendo utili, ma c’è anche quello di dar da mangiare alle bestie, che sono davvero tante. Il circo dispone, infatti di una quindicina di belve feroci (tra cui anche leoni e tigri) e 23 erbivori (tra lama, struzzi, cammelli e buoi scozzesi). Si tratta di una vera «Arca di Noè» che, ovviamente, ogni giorno ha bisogno di risorse alimentari, siano essi mangimi, fieno o carne. «Siamo qui da cinque mesi ormai – racconta uno degli acrobati – eppure eravamo venuti a Cantalupo per rimanere qui appena un paio di settimane. Purtroppo con l’arrivo della seconda ondata siamo dovuti restare qui e da allora non ci siamo più mossi». La carovana si è disposta a cerchio con le recinzioni disposte sul lato ovest dell’accampamento: non a caso molti cantalupesi si affacciano spesso per ammirare gli animali, che ormai fanno parte del paese. Anche i bambini si fermano spesso a guardare i leoni o gli altri felini presenti. È vero che i circhi che ricorrono all’utilizzo di bestie in cattività sono spesso malvisti dal mondo animalista, ma il circo Kino (che pure in passato ha dovuto fare i conti con delle manifestazioni di protesta) è un’attività in vecchio stile e, seppure in cattività, gli animali appaiono ben tenuti e in ottima salute. Al momento, la necessità primaria è semplicemente che tutti loro possano avere il loro cibo quotidiano. «Per il momento – continuano i circensi – ce la stiamo cavando, un po’ grazie alle nostre riserve e un po’ grazie all’intervento degli agricoltori locali che ci stanno aiutando, seppur a titolo personale. Però, non sappiamo nulla di cosa succederà in futuro, se potremo andarcene e riprendere la nostra attività e, soprattutto, quanto potremmo reggere con queste difficoltà».
Per fortuna la convivenza tra il circo e la comunità cantalupese finora stata buona e non si sono registrate lamentele né proteste, verso la giunta comunale di Nuccia Berra, per la situazione in atto.
Riapertura negata
Tutto, probabilmente, si protrarrà ancora per un po’ e gli abitanti della zona potranno ascoltare ancora per alcune settimane i ruggiti dei leoni. Fino a qualche giorno fa, infatti, si guardava con interesse e speranza termine del 27 marzo indicato per la riapertura degli spettacoli nelle sale ed all’aperto, situazioni dove potrebbero ricadere anche gli spettacoli del circo. Ora però si vocifera che il governo potrebbe ripensarci e poi c’è l’incognita della situazione in Lombardia che potrebbe ridiventare zona rossa.
Da www.prealpina.it del 11/03/21
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