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Barnum il Circo siamo noi

Barnum il circo siamo noi

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Barnum il Circo siamo noi

Phineas Taylor Barnum è scomparso il 7 aprile 1891, 130 anni fa. Gli siamo ancora debitori dell’espressione «Circo Barnum», usata per descrivere tempi complicati

Joyce Heth era una anzianissima signora nera appena liberata dalla schiavitù, zoppa e molto malandata. Di età indefinibile, fu ancora invecchiata di colpo per farne un’attrazione assoluta. Tolti gli ultimi denti, l’immaginifico Phineas Taylor Barnum le raddoppiò l’età e le attribuì un 161 anni per far sì che potesse raccontare i suoi esordi lavorativi come balia di George Washington: e Joyce con i suoi racconti diventò davvero il punto di forza del Museo delle meraviglie e dei piccoli mostri che Barnum mise in piedi. Quando Joyce morì, l’autopsia fu reclamata a gran voce e il cinico funambolo Phineas non si sottrasse. Anzi: ne fece pubblico spettacolo, con biglietti a pagamento e poi, di fronte al verdetto (la signora non poteva avere più di 80 anni) non si arrese di certo, asserendo che quella esaminata dal patologo non era lei ma altra persona; solo anni dopo confessò, con sapiente ammissione dilazionata, la bufala. Phineas Taylor Barnum è scomparso il 7 aprile 1891, 130 anni fa, ma noi lo ricordiamo in questa galleria di contemporanei perché tuttora gli siamo debitori per quell’espressione «Circo Barnum» arrivata fino a noi e che continuamente citiamo per riassumere con il nostro giudizio su tempi e personaggi complicati.

Le invenzioni

Phineas Barnum, con le sue “invenzioni” che avrebbero urtato le sensibilità odierne, ha fatto molto di più, ci ha allenato alle regole dello show business e del suo marketing. Si va dallo scheletro di Cristoforo Colombo, al gigante di Cardiff, alla sirena delle isole Fiji (metà scimmia e metà pesce impagliato), ai gemelli siamesi, a una serie di persone diversamente alte che lui ovviamente chiamava, senza cercar sinonimi edificanti, nani. Illusionista per i tempi, fu visionario in prospettiva perché inventò la sottile divisione fra vero e verosimile che poi si sarebbe sciolta nella cultura di massa. Figlio di un magazziniere, non negava di voler far soldi e puntava disinvoltamente sulla inferiorità altrui («Su 100 persone quanti intelligenti ci sono? Otto? Bene, io lavoro per gli altri 92») , illuminando tutti i meccanismi della comunicazione prossima ventura e cogliendo lo spirito del suo tempo e di quelli che sarebbero venuti. Non a caso la sua autobiografia, alla fine dell’800, era il libro più venduto negli Usa dopo La Bibbia. Dove catturava il pubblico con massime semplici tipo «Nessuno ha mai fatto la differenza restando come tutti gli altri» (altro che l’uno vale uno tardivamente predicato dai 5 Stelle) e raccontando la voglia di mettere in scena spettacoli sensazionali, prima nel suo American Museum, sulla Broadway nel Financial District di Manhattan, e poi con il mega circo itinerante, a tre piste e 4 palcoscenici. The Greatest Showman è il titolo del film sulla sua avventura uscito nel 2017, protagonista Hugh Jackman, sulle note di This Is Me, ripresa recentemente da Mina, sponsor Tim. Ha scritto il critico Aldo Grasso quando è uscita nel 2018 l’autobiografia di Phineas da Sellerio: «C’è il pioniere dell’ industria del divertimento, c’ è il self-made man, l’uomo che si è fatto da solo conoscendo persino la prigione, c’è il megalomane, il vanaglorioso, l’avventuriero con un manto di proclami tromboneschi e sfacciate mistificazioni, c’è l’impresario che sa usare tutti i mezzi per apparire e trasformare il suo nome in un marchio, in un brand, c’è l’imbonitore che tramuta le mostruosità in show, c’ è lui, l’eroe folkloristico dell’America del West. Phineas Taylor Barnum si vantava di essere il solo ad aver ricevuto una lettera il cui indirizzo era ridotto all’essenziale: Mr Barnum, America. Uno spaccone sofisticato. Quando dopo 146 anni l’ultimo circo Barnum ha chiuso, sempre nel 2017, il politico titolare del simbolo Dc Gianfranco Rotondi ha affidato a un tweet il suo rimpianto: «Il Circo Barnum ha chiuso. Restiamo solo noi politici». Ma attenti ad adeguarsi alla vulgata e pensare che ormai Circo Barnum sia sinonimo di Ciarlatani, e riguardi gli altri. Il Circo Barnum siamo noi!

Da www.corriere.it del 13/04/21

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