L’International Circus Festival of Italy riaccende la magia del Circo
Il mondo del circo di tradizione è tornato a darsi appuntamento all’International Circus Festival of Italy. In realtà non ha mai smesso di farlo. Ricordiamo che il Festival di Latina è stata l’unica kermesse circense competitiva ad andare in scena, nonostante la Pandemia, seppure in una versione adattata al contesto e al momento, ma senza venir meno alla sua vocazione: evidenziare il meglio del nostro Circo. Anche quest’anno dunque sotto alle strutture della famiglia Montico gli stati generali del circo mondiale sono accorsi rappresentando le diverse anima e tendenze del momento. Le grandi case e produzioni internazionali di anno in anno aumentano e non mancano di sostenere questa manifestazione, giunta alla ventiduesima edizione.
Un’edizione che ribadisce la forza e solidità della tradizione italiana, contrassegnata dalla presenza di nomi che sono ormai istituzioni che asseverano, come il marchio doc, la qualità e la caratura del circo italiano. La presenza, per la prima volta in 22 anni, di Liana Orfei nella giuria tecnica (di alto profilo e composta da i massimi esponenti dei vari contesti internazionali), la presenza in veste di special guest di Bruno ed Enis Togni con un gruppo di sei cavalli arabi in libertà, che proprio a Latina nel 2010 fecero la loro prima apparizione ufficiale, sono il modo migliore per mettere il sigillo dell’autorevolezza del circo classico nel nostro Paese.
In questo senso assume un grande valore la partecipazione di Gianni e Vlady Rossi con le loro storiche entrée che segnano anche l’eccezionale ritorno in pista di Gianni dopo una lunga assenza. I Rossi da oltre 60 anni difendono e trasmettono un patrimonio della clownerie di inestimabile valore, a loro volta appresa dal padre Pietrino. Interpretano una tradizione che oggi sembra quasi scomparire, ma nelle loro mani diverte e commuove, emoziona e sorprende, perché dietro le loro suggestive maschere c’è mestiere, arte e talento. La continuità della tradizione di famiglia è garantita dalla presenza della piccola Jasmine che a soli 6 anni ha conquistato la simpatia del pubblico con la sua simpatia e le sue doti musicali.
Ma tradizione non significa staticità. I codici del circo classico si alimentano degli stimoli culturali dell’attualità, e se declinati sapientemente, si aggiornano quotidianamente. Come hanno saputo fare Joe e Karel Saly, artisti di razza, fioriti in quello straordinario crocevia di dinastie (Ernestos, Triberti, Saly, Riva…) che ha dato tanto all’arte circense, che ora svestono i costumi da gauchos argentini per creare un nuovo stile che attualizza l’affascinante disciplina delle bolas attraverso l’introduzione di una pedana che si riempie di un velo d’acqua pronta a schizzare in un’esplosione di luci e colori sotto i vortici delle loro “armi”. Se già prima la loro performance era trascinante, ora è una vera e propria detonazione di energia che surriscalda il pubblico. Bravi!
La stessa sorpresa l’abbiamo provata per il quadro dark della troupe di Tyrone Laner (discendenti della famiglia Portner Folco) che trasforma il repertorio tradizionale del lancio dei coltelli in un adrenalinico show infernale.
Del due El Beso, avevamo già parlato in occasione della loro partecipazione a Funambolika, i due artisti ucraini hanno dimostrato ancora una volta le loro doti tecniche, affiancate ad una coreografia brillante e pulita, che ha entusiasmato pubblico ed operatori. Altrettanto entusiasmo è stato riservato ad un altro duo aereo: i Markov, che portano a Latina “Deep in Red” tra le ultime creazioni dei registi russi Evgeny Shetzov e Olga Poltorak, capaci di incanalare la grande tecnica dei due artisti in un numero di notevole potenza espressiva, evidenziata anche dallo splendido disegno delle luci, curato dello stesso Shetzov. Più che meritato l’oro per questo numero riuscito in ogni aspetto.
Le Bello Sisters sono oramai una vera certezza, belle, comunicative e coinvolgenti, ottimo connubio di grazia e tecnica, tutto supportato dall’accompagnamento orchestrale che esalta la musica composta appositamente per loro da Philippe Leduc. Sempre tra gli ex allievi dell’Accademia di Verona, da citare il giovane contorsionista Lorenzo Bernardi, un ragazzo che arriva al circo per passione per poi sceglierlo come mestiere che si presenta a Latina in versione pierrot concludendo la performance rinchiuso in un cubo.
Tra le attrazioni più interessanti sicuramente l’ultima versione di “Body trapeze”, un numero nato in Russia e portato al successo dalle ungheresi Bernadett Stock ed Edina Tokar al Circo Flic Flac nel 2005. Ora la sensuale performance vede protagoniste le ungheresi Krisztina Vellai e Bettina Bogdan la cui carica erotica si adatta particolarmente a Spiegeltent, variété e show rivolti a un pubblico più adulto.
Una sana dose di adrenalina caratterizza la frenetica doppia ruota della morte della Troupe Peres, e dalle bascule della troupe di Kevin Richter. Quest’ultima con l’arduo compito di concludere uno spettacolo B ricco di emozioni. L’ampio repertorio di salti proposto dai Richter è esaltato da una colonna sonora rock, accompagnata dal vivo dalla cantante Lili Konyot. Un’esibizione che rinnova l’estetica delle troupe di bascula provenienti dal panorama balcanico.
Tra i numeri in programma, molti provenienti dall’ex blocco sovietico. Gli artisti, presentano un ricco ventaglio di proposte per lo più nell’ambito dei numeri “di forza”. Tra questi possiamo individuare due filoni: uno caratterizzato da una tecnica più rigorosa e un altro che invece predilige una messa in scena più articolata, spesso accompagnata da buone doti di danza ed interpretazione. E arriva dalla Lettonia l’illusionista Sergii Stupakov che si è portato a casa il secondo Oro e il Premio della Critica. Una esibizione la sua curata in tutto e che sorprende dall’inizio alla fine. Sono rare le esibizioni di illusionismo con volatili, e suscitano sempre grande effetto. In questo caso, oltre a trick molto puliti e ben eseguiti, Stupakov lascia a bocca aperta il pubblico estraendo a sorpresa da un mazzo di foulard due pappagalli ara che si librano poi sulla testa del pubblico per due giri di chapiteau. Davvero una perla dello spettacolo dal vivo. Non erano gli unici animali in concorso: grande simpatia hanno suscitato anche i grandi cani di razza barbona di Romy e Alex Jostman noto in Italia per le diverse stagioni da Moira Orfei.
Gli ultimi posti del podio sono andati ai fratelli Olmos, spagnoli di formazione contemporanea, che portano a Latina un frizzante numero di bascula coreane con una buona dose di umorismo ed al francese Tony Freburg, che arriva gioglare quattro Diablo simultaneamente. Freburg è stato per molti anni trai protagonisti dello spettacolo del Cirque du Soleil “Ovo” ed altri grandi programmi internazionali.
Un’edizione che dunque, nonostante l’impossibilità di portare grandi troupe dall’Oriente, a causa delle normative e della situazione pandemica, si è rivelata molto interessante e con vette di pregio. A impreziosire il tutto la presentazione affidata alla voce del Festival, Andrea Giachi, affiancato quest’anno dalla elegante e spigliata Alessia Dell’Acqua; l’ottima orchestra e un’affiatata squadra tecnica diretta da Tommy Cardarelli di comprovata esperienza.
Di Dario Duranti e Salvatore Arnieri
Foto Christophe Roullin
LEGGI IL PALMARES DEL FESTIVAL
Info: festivalcircolatina.com
L’International Circus Festival of Italy riaccende la magia del Circo
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