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LIANA ORFEI AL BAFF: Video

LIANA ORFEI AL BAFF: Video

BUSTO ARSIZIO – Domenica scorsa il B.A. Film Festival ha visto tra i suoi protagonisti Liana Orfei, signora del cinema (ma anche di TV e teatro) e del circo che si è raccontata al pubblico nel corso di un incontro moderato dal critico cinematografico e direttore artistico del festival Steve della Casa. 


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Liana Orfei tra il circo e il cinema

Applauditissima e acclamata alla serata inaugurale, Liana Orfei ha raccontato della sua straordinaria carriera. Cinema e circo, teatro e TV. «Esperienze – rivela l’attrice, che ha recitato anche per Federico Fellini – che mi hanno dato la possibilità di confrontare la mia vita prima e la mia vita dopo». Ma il circo è rimasta sempre la sua vita: «Il nostro circo è diventato uno dei più importanti al mondo, ed eravamo sempre io e mio marito a creare spettacoli, come Circorama con le proiezioni in surround, e “Le Mille e una notte“, con 120 persone in pista, su idea di Fellini, costumi del premio Oscar Danilo Donati e regia di Gino Landi. Un’innovazione 28 anni prima di Le Cirque du Soleil: sono stati loro a imitare noi, e lo dico con orgoglio». Per il post-pandemia nel mondo dello spettacolo, Liana Orfei sostiene che «si riprenderà tutto, alcune cose andranno meglio, altre spariranno e altre si affineranno, ma senz’altro, dopo che quello che stiamo passando, e che non sta ancora finendo, le cose cambieranno tanto».


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Il circo e gli animali

Per il circo vede un futuro: «È l’arte più antica del mondo. Potrà evolversi, ma non troppo. L’ossatura rimane il circo tradizionale: clown, uomini e animali che sfidano. Ma nel circo c’è Superman, ci sono l’uomo Ragno e Tarzan: c’è tutto ma questo tutto deve continuare ad esserci». E soprattutto, ammonisce la Orfei, «ci devono essere le famiglie, dai nonni ai nipoti». Quello degli animali, per Liana Orfei, è un falso problema, derubricabile a “fake news”: «Gli animali nei circhi non sono trattati male. Per primo fu mio zio Orlando a puntare sulla dolcezza nel rapporto con gli animali. Ma ricordatevi che nessuna belva viene dall’Africa, sono nate in Italia e non potrebbero vivere nel loro habitat. Quando chiesi a un etologo se potevo rimandare là un leopardo, mi rispose “non ti azzardare”».

Tratto da Malpensa 24

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