La Sindaca di Lille Martine Aubrey si oppone a un numero di pappagalli
Poche ore prima della prima della Grand Fete Lilloise du Cirque, il suo direttore generale ha ricevuto una lettera dal sindaco di Lille, che gli chiedeva di ritirare un numero con i pappagalli cacatua, considerati “animali selvatici”. Una richiesta che non intende accogliere.
Se volessimo fare dell’umorismo, sembrerebbe che i pappagalli siano sul punto di essere privati delle prove. Ma di umorismo, Thierry Fééry, fondatore e direttore generale della Grand Fete Lilloise du Cirque, ne ha sempre meno: “Francamente, mi chiedo se continuerò. Sono stufo”. La causa di questa confusione? Un’e-mail ricevuta mercoledì, intorno alle 15, il giorno prima della prima, dal sindaco di Lille, Martine Aubry, che indicava “numeri che prevedono i cosiddetti animali selvatici”, e in particolare “un numero (…) in cui partecipano gli Ara, animali che non figurano nell’elenco degli animali da compagnia fissato con decreto 11 agosto 2006”.
Ricorda che il consiglio comunale ha espresso il desiderio, nel 2019, di non ospitare più un circo che offre spettacoli con animali selvatici e chiede a Thierry Fééry di rispettare questo desiderio e di non produrre il suo spettacolo. Questa lettera fa seguito a un appello a manifestare tramite un gruppo Facebook, questa domenica, lanciato dal gruppo dei Verdi, che giudica che “la presenza di animali selvatici in uno spettacolo del genere non è più tollerabile”. Finora si sono iscritte dieci persone.
Thierry Fééry ha recepito, nel 2019, questa proposta per un circo senza animali selvatici rimuovendoli dai suoi spettacoli – “in pratica aderisco a questa tendenza” – ma questa volta non cederà: “Stiamo parlando di dieci cacatua, nati in cattività . Questa è una mozione che ha preso il comune, ma la legge nazionale è superiore e mi richiede semplicemente di presentare il “certificato di capacità” per presentare questi animali in pubblico dall’addestratore. Non annullerò per 10 manifestanti davanti a 100.000 spettatori”. Attestato che mostrerà ai servizi della prefettura a cui, nella sua lettera, Martine Aubry si impegna a trasmettere le informazioni per i controlli.
“Sono in regola. Se cancellassi il numero mi ritroverei in tribunale con l’addestratore con cui ho firmato il contratto. Stiamo uscendo da due anni difficili. Tutto questo per me è un po’ doloroso”, lamenta il regista. Il che ricorda la complessità dell’epoca per i circhi, che hanno già dovuto adattarsi agli eventi internazionali, in assenza di troupe dalla Russia o dall’Ucraina.
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