LA RIVOLUZIONE IN PISTA. STORIE DI DONNE, CIRCO E LIBERTA’ di M. V. Vittori
Ogni volta che nelle librerie entra un nuovo volume sul circo, la sua storia e la sua cultura è un momento di grande soddisfazione. Oggi vi segnaliamo la pubblicazione di un nuovo volume a cura di Maria Vittoria Vittori intitolato “La rivoluzione in pista. Storie di donne, circo e libertà” che sarà presentato in occasione delle Giornate di Studio dell’Arte Circense il prossimo 17 novembre all’Università Statale di Milano.
Il volume, pubblicato dalla casa editrice Iacobelli nella collana Workshop, raccoglie sette storie che, muovendosi liberamente tra la pista, il territorio circense per eccellenza, e i più disparati ambiti culturali e sociali tra la fine dell’Ottocento e la nostra contemporaneità, si distaccano dalla saggistica convenzionale per esplorare percorsi laterali, finora poco battuti e spasso sorprendenti. Molto diverse tra loro, le storie sono accomunate dal fatto che le arti circensi-che mettono totalmente in gioco le risorse del corpo e dell’interiorità- e il peculiare clima ibridato del circo, comunità aperta in cui convivono culture, esperienze e conoscenze eterogenee, valgono a fornire nuove chiavi interpretative della realtà. E ad assumere, per scrittrici e scrittori, filosofe e intellettuali-ma anche per adolescenti alla ricerca di se stessi e persone emarginate dai pregiudizi e dai condizionamenti sociali-un profondo significato di libertà che è insieme interiore, sociale e politica.
Nella prima di queste storie, “Ritratto dell’artista da cavallerizza”, troviamo una scrittrice di fine Ottocento, Contessa Lara, che affida alla figura della cavallerizza protagonista del suo romanzo “L’innamorata” il desiderio, che è anche il suo, di affrancarsi dal peso di regole sociali troppo costrittive. In “Poesia, circo e libertà nell’isola di Cuba” si prende in considerazione l’importante trasferimento simbolico operato dallo scrittore cubano Eliseo Alberto, in esilio dal suo Paese dominato dalla dittatura castrista: nel suo romanzo “L’eternità finalmente comincia un lunedì,” ricostruisce, attraverso le avventurose vicende dei componenti del Circo Arena Cinque Stelle, la comunità di artiste e artisti dissidenti della Cuba degli anni Quaranta a cui appartenevano anche i suoi familiari, una comunità unita dal culto della poesia e dal cinema di Chaplin, dall’esigenza di rifondare la vita politica del Paese su basi di libertà e giustizia sociale. La figura di Charlot è al centro della terza storia, dove si indaga sui motivi per cui questo personaggio è stato tanto ammirato e amato da intellettuali, scrittori e filosofi discriminati e perseguitati per motivi religiosi, ideologici e politici; completa il capitolo l’analisi di un’originale quanto misconosciuta riflessione della filosofa spagnola Maria Zambrano – in esilio a Cuba negli anni della dittatura franchista – sull’arte clownesca di Chaplin e di Grock, che lei aveva avuto modo di vedere al Circo Price di Madrid negli anni Trenta. La scrittrice Angela Carter è la protagonista di un’altra delle storie: è nel suo rivoluzionario romanzo “Notti al circo” (1984) che si inaugura una narrazione del circo diversa da quelle fino ad allora attestate in letteratura e radicalmente nuova, come di uno spazio in cui vengono a cadere non soltanto i confini tra le diverse arti, ma anche ogni condizionamento, pregiudizio e barriera in vigore nella società.
C’è poi il percorso esistenziale e artistico di Aglaja Veteranyi, figlia di artisti rumeni che lavoravano nel Circo Knie e dunque in un certo senso destinata alla vita circense, ma che invece decide di dedicarsi al teatro e alla letteratura, raccontando in maniera straordinariamente intensa la sua infanzia vissuta nel circo.
Il capitolo “Fuggire con il circo” che si apre con le storie di persone fuggite con il circo nella seconda metà dell’Ottocento per dar vita a un progetto di vita che non rientrava negli schemi sociali del loro tempo, racconta poi il percorso della scrittrice statunitense Amanda Davis che nel 1999 decide di partire in tournée con il Bindlestiff Family Cirkus per dar vita a un romanzo in cui la protagonista adolescente, bullizzata e traumatizzata da una violenza sessuale, riesce a ricostruire la propria interiorità all’interno di un tendone.
Chiude il libro un ritratto di Moira Orfei, che non è stata soltanto una grandissima artista circense e il simbolo stesso del Circo – ancora attivo nell’immaginario collettivo -, ma anche il personaggio pubblico che più di ogni altro – fin dagli anni Sessanta – ha dato particolare risalto , attraverso i suoi numerosi interventi, alla natura del circo quale comunità aperta e inclusiva.
L’autrice
Maria Vittoria Vittori, giornalista e critica letteraria, si è occupata di circo e futurismo nell’opera Il clown futurista (Bulzoni,1990) e ha redatto la voce “clownerie” nel Dizionario del futurismo (Vallecchi-Mart,2002). Ha pubblicato saggi sulla letteratura d’ispirazione circense – tra cui “Due fratelli d’avanguardia” in Il Circo oltre il Circo” (Mimesis, 2011) – e su diverse scrittrici del Novecento come Paola Masino, Fabrizia Ramondino, Lalla Romano, Elsa Morante, Luce d’Eramo.
Socia della Società italiana delle letterate (SIL), fa parte della redazione di Leggendaria e collabora con L’Indice dei libri e la rivista Circo.
Il volume appena uscito è prenotabile sul sito di Mondadori Store CLICCA QUI
ISBN 9788862527132
LA RIVOLUZIONE IN PISTA. STORIE DI DONNE, CIRCO E LIBERTA’ di M. V. Vittori
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