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Il coronavirus ferma anche il circo, a Milano bloccati artisti e animali

Alex Franchetti

Alex Franchetti

“Stiamo per finire il cibo, dovremo lasciare digiuni tigri e leoni”

Il circo Arbell da quindici giorni ha sospeso gli spettacoli ma tutta la compagnia è bloccata nelle roulotte. Croce Rossa e Ronda della carità li stanno aiutando, ma la situazione è sempre più difficile

di ZITA DAZZI

Fra i mille casi difficili che si consumano in questi giorni per l’emergenza coronavirus c’è anche quello che riguarda il circo Arbell di Mario Orfei che sta in viale Puglie angolo via Tertulliano. Un grande tendone della celebre famiglia circense che è da settimane a Milano e da quindici giorni ha dovuto sospendere ovviamente gli spettacoli. “Siamo disperati e affamati veniteci ad aiutare: abbiamo fame noi e hanno fame gli animali, fra cui sette tigri e una leonessa: non abbiamo nemmeno i soldi per comprare il loro cibo”, ha telefonato alla Croce Rossa Manuel Niemen, 33 anni, il direttore, che ha 30 fra artisti, domatori e tecnici nelle roulotte, tutti impossibilitati a muoversi e a ritornare a casa.

Si tratta di una compagnia di artisti per lo più italiani, fermi da oltre un mese con gli spettacoli. “Siamo andati a chiedere aiuti al Comune e al prefetto, ma non ci ascolta nessuno – spiega Manuel -. Siamo 30 adulti e 4 bambini, oltre agli animali. Solo la Croce Rossa è venuta ieri a portarci un po’ di cibo, per sopravvivere qualche giorno. Adesso ho chiesto ai macelli per le tigri, ai macellai, per vedere se qualcuno di regala qualche scarto. Ma per ora nessuna risposta. Fra poco finiranno le scorte e dovremmo lasciare gli animali digiuni. E’ un problema serio, per favore se potete aiutateci”. Anche Magda Baietta della Ronda della carità ha mandato i suoi volontari a portare un po’ di rifornimenti al circo Orfei, ma è un momento in cui tanti senza tetto a Milano hanno bisogno, quindi anche le donazioni che arrivano da vari enti non bastano per tutti. “Siamo andati ad aiutare come potevano quelli del circo – spiega Baietta -, ma anche i nostri clochard sono disperati perché le mense e le docce chiudono, sono tutti in giro a cercare cibo e ci sono anche i vigili che li denunciano perché stanno in strada e si spostano, ovviamente non per motivi di lavoro e senza nessuna certificazione”.

Da www.milano.repubblica.it del 13/03/20

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