L’antica arte circense sposa la tradizione solidale della nostra città
di Paolo Romano
L’antica arte circense sposa la tradizione solidale della nostra città. Ieri, in via Allende, grande spettacolo sotto lo chapiteau azzurro del circo Weber, di origini italo-tedesche. Oltre duemila spettatori, tra volontari, bambini, esponenti dell’associazionismo, dei comitati di quartiere e delle comunità parrocchiali realtà di servizio civile, impegnate con gli anziani, i disabili, le persone in difficoltà, per una manifestazione coordinata dal Comune di Salerno con evidenti finalità aggregative. «Con il vostro impegno – ha detto il primo cittadino, Vincenzo De Luca, prima che le luci si spegnessero – si misura il grado di crescita di una città, la sua civiltà». Poi l’occhio di bue ha catturato lo sguardo degli spettatori incantati ad ammirare i tanti artisti in pista. A cominciare da Devin De Bianchi che con i suoi 10 anni è il più piccolo verticalista. Girando il mondo frequenta le scuole dell’obbligo dove si ferma con il suo carrozzone. In questi giorni è stato a lezione in un istituto scolastico salernitano e si è trovato bene: «mi piace questa città, i miei compagni sono venuti a vedermi e sono stato felice di esibirmi per loro, ma non lascerò mai il circo». Ne sono fieri i genitori, Elvin e Ketty, a loro volta discendenti di due famiglie circensi, uniti nella vita come nel lavoro, pronti ad esibirsi insieme nel numero più pericoloso “la ruota della morte”. Alla vigilia del derby odierno i bambini sono stati catturati da uno dei numeri che ha reso celebre nel mondo il Weber: i cani calciatori.
da: “Il Mattino”, 10/1/2007
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