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Sanremo: circhi con animali, parla l’Ente Nazionale Circhi

 

Egidio Palmiri, presidente Ente Nazionale Circhi, a seguito delle polemiche relative alla decisione del Commissario Prefettizio di Sanremo di riammettere i circhi con animali, scrive per precisare la posizione dell’Ente stesso.

“il dibattito che si è sviluppato sulla testata ‘Sanremonews’ mi sollecita – ed anzi mi impone – di dire la mia per rispondere ad accuse gravi e infondate che riguardano i circhi con animali e in merito alla decisione del Commissario Prefettizio di riammettere le manifestazioni circensi che comprendono l’esibizione degli animali. Cioè, in breve, di consentire al circo tout court di continuare ad essere ciò che da secoli è: uno spettacolo che vede insieme artisti ed animali. Le specie esotiche e non, sono parte integrante del circo e, fatta eccezione per il Cirque du Soleil – che solo in parte può essere considerato circo, che per le sue produzioni ha ricevuto finanziamenti per 50 milioni di dollari dal Quebec e che comunque non fa uso di animali per ragioni organizzative e di produzione artistica e non per motivi ‘di principio’ – non esiste circo senza animali.

Il Commissario Prefettizio ha solo e semplicemente applicato la Legge in vigore, cosa che non aveva fatto l’amministrazione comunale introducendo il divieto ai circhi con animali.

Dopo la precedente sentenza del Tar di Trento, passata in giudicato, una più recente del Tar di Pescara (risale al 24 aprile u.s.) ha ribadito a chiare lettere quanto segue: ‘L’esercizio dell’attività circense è disciplinato dalla Legge 337 del 1968 che ne riconosce la funzione sociale, ne assicura lo sviluppo con opportuni finanziamenti e affida ai Comuni il compito di individuare le aree da destinare all’attività circense. Orbene, se è pur vero che il Comune può disciplinare e vigilare, nell’esercizio dei suoi poteri di polizia veterinaria, sulle condizioni di igiene e sicurezza in cui si svolge l’attività circense e su eventuali maltrattamenti degli animali, nessuna norma legislativa gli attribuisce il potere di fissare, per di più in via preventiva e generalizzata, il divieto assoluto sull’uso degli animali negli spettacoli circensi, nei quali tradizionalmente l’utilizzazione di animali domestici e selvatici in cattività costituisce una componente essenziale né ciò può ammettersi per implicito, sia perché la legge 337/68 limita i compiti del Comune all’individuazione delle aree destinate a relativi spettacoli, sia perché l’attività circense è, appunto, espressamente tutelata dalla legge stessa’.

Mi sembra tutto molto chiaro e lineare e – dunque – molto correttamente il Commissario Prefettizio ha agito. Nessuna marcia indietro, perciò, ma solo l’applicazione della Legge.

Nonostante tutto ciò, continuano ad alzarsi polemiche strumentali, infondate e del tutto ideologiche, alimentate dagli animalisti – il nome non deve trarre in inganno – che non hanno mai fatto nei confronti dei circhi una battaglia di tutela degli animali, di interesse vero alla loro salvaguardia, ma li hanno combattuti per partito preso. Se fossero interessati davvero alla sorte degli animali, ad esempio, si preoccuperebbero di far ottenere ai circhi aree più dignitose ed ampie di quelle che le amministrazioni mettono, nel migliore dei casi (perché, al riguardo, l’inadempienza della legge citata, è pressoché totale) a disposizione dei circhi, per poter così ricavare anche spazi più ampi nei quali far deambulare gli animali.

Il resto delle accuse animaliste sono favole e bugie: gli scimpanzé non esistono più nei circhi da decenni e quindi nemmeno le esibizioni con la gonnella o vestiti da bambini. Così come esistono solo nella fantasia degli animalisti, i ‘domatori che, dietro la minaccia della frusta, fanno saltare gli animali da un punto all’altro di una gabbia’, oppure gli ‘animali totalmente soggiogati alla volontà dell’uomo, spesso costretti a tenere comportamenti innaturali’. Di innaturale c’è solo la pervicace testardaggine degli animalisti che, a dispetto dei fatti, continuano la loro battaglia ideologica contro i Circhi.

Ma, come dico sempre a costoro, portatemi le prove di quanto sostenete: altrimenti tacete, per favore. Perché gli animali nei circhi sono trattati col massimo rispetto, accuditi con cura, le loro condizioni di vita sono ottime e adeguate a specie che sono nate in cattività da più generazioni (e non catturate nei paesi d’origine) e che quindi si sono perfettamente adattate. Lo dimostrano le numerose riproduzioni che avvengono nei circhi e che denotano il buon stato di salute e di adattamento”.

Antonella Guglielmi

da: “Sanremonews”, 27/05/2009

27/05/2009 16.13.10

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