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ESCLUSIVA : OTTAVIO BELLI – ILLUSION

ESCLUSIVA : OTTAVIO BELLI – ILLUSION

Dai villaggi turistici alla Famiglia Martini

Nato a Chieti il 23 maggio 1978, Ottavio Belli (Bolognese dal 1998), fin da bambino la sua passione è la magia e quindi nel 1987 si iscrive  al “Club Magico Italiano”.  Prima la manipolazione, poi la micromagia, arte che ti porta a pochi centimetri dallo spettatore, una distanza pericolosa per un trucco se non sai fare il tuo mestiere.

Nel 1998 prepara uno spettacolo basato su effetti di magia e grandi illusioni, diventa professionista e comincia ad esibirsi in villaggi turistici, i migliori alberghi della Sardegna, Portocervo, il Bagaglino a Roma.

I primi passi di Ottavio Belli

Nel 1999 è nato “Action in Magic” , uno spettacolo dedicato ad un pubblico più  adulto con effetti  forti e ricercati.  Una esperienza di 3 anni a Gardaland,  ogni giorno 4 spettacoli davanti a 1500 persone.  Nel Natale 2005 per Ottavio c’è la prima esperienza in un circo (Cirque de l’Eau) , per la prima volta Ottavio si trova a lavorare con il pubblico anche ai lati, non è facile per uno che viene da situazioni teatrali , deve imparare tutti i segreti della pista e questo gli sarà utile anche in futuro (il Natale 2006  lo troviamo nel Circo delle Stelle ed in seguito occasionalmente anche nel Circo Alex Hamar). Ancora un parco, Fiabilandia.  Approda al Circo della famiglia di Bimbo Martini dove, dopo alcune stagioni nasce lo spettacolo “Illusion” di cui parleremo oggi.

Lo spettacolo dedica la prima parte al circo tradizionale,  la seconda è occupata in gran parte dalle gradi illusioni di Ottavio Belli e si conclude con uno pseudo-mago  interpretato da Willy Biasini. Un finale ricco di poesia, un finale che non va raccontato ma visto, potrete rivederlo decine di volte, ma l’emozione sarà sempre la stessa della prima volta.  Dello spettacolo dice Belli:

“Ricevo gli stessi applausi che prende l’artista con le tigri,  abbiamo indovinato la forma, anche per me è stato un rischio, io sapevo che andava, ho sempre fatto un’ora di spettacolo ma in altri contesti, non in un posto dove la gente viene si aspetta una cosa poi ne trova un’altra”.

Già, il titolo è ambiguo, Illusion può dire molto, ma forse lo spettatore non si aspetta trucchi o ragazze che appaiono e scompaiono come il vento. Allora c’è da chiedere ad Ottavio come è nata questa idea…

“Quando uno dei fratelli Marini (Aldo) lasciò il circo per intraprendere una sua strada indipendente, la direzione piuttosto che rischiare nel ricreare una compagnia, mi chiese se me la sentivo di preparare uno spettacolo più lungo e complesso. Loro avrebbero messo ballerine, attrezzi ecc.  Erano due anni che lavoravo con loro, un numero di otto minuti, ma avevano visto i video di quando ero a Gardaland o nelle navi da crociera, la domanda fu se volevamo provare a fare qualcosa di diverso.  Io lo volevo fare, loro ci hanno messo soldi. Abbiamo acquistato attrezzature grandi, mi han dato spazio per mettere le attrezzature nei bilici, hanno chiamato ballerine e breakdancers, che vuol dire dare altri stipendi, altre sistemazioni per dormire. Mi hanno dato carta bianca ed io mi sono sbizzarrito ma tenendo sempre i piedi per terra.
Mi sono chiesto come mago cosa vuole la gente da uno spettacolo come questo? Ho pensato ed ho pensato anche all’idea di finire con le seghe circolari e far entrare willy, che fa il clown, con il naso rosso.  Siamo al
circo, .se era teatro finivo con le seghe circolari e basta, ma qui siamo in un contesto dove la gente non viene per vedere me ma il circo, e qual’è l’immagine del circo? Il clown..”

La grande illusione delle “seghe circolari”

Prima di tornare sullo spettacolo, per capire meglio il pensiero di Ottavio, dobbiamo capire cosa pensa lui della magia e come la vede nel circo., ma soprattutto perché è così importante quel finale.

“La cosa più intelligente è stata appunto finire con il clown, ho pensato molto a quella che è la vita del clown, nello spettacolo il clown cerca di imitarmi ma non arriva a fare quello che faccio io perché la magia non è un attrezzo, la magia è una cosa astratta come una luce,  se questa luce la dai a me che sono pratico riesco a controllarla, ma se la do a te, ti scappa. Se riesci a controllarla te la metti addosso, ci fai quello che vuoi.  Quindi alla fine dello spettacolo, dopo aver portato in sena più di 70mila euro di scena, finisco con una luce dentro un naso… in quella cosa li c’è tutta la poesia, noi abbiamo rifinito lo spettacolo non con il dramma, ma con quello che la gente vuole.
Abbiamo cercato di portare qualcosa di diverso sia nella forma sia nell’originalità degli effetti. Esempio i breakdancers, ogni mago ha le ballerine, io ho loro che mi fanno da attrezzisti ed artisti, completano un quadro
importante, e alla fine tutto questo casino? Un naso rosso!”

Un naso rosso e la gente applaude… Parlando con Massimo Zannoni (in arte Max Cerchietti) un collega di Ottavio , mi diceva che a parer suo Ottavio nel circo era sprecato,  dovrebbe avventurarsi in altre strade, possibile, non conosco il mondo della magia inteso come lavoro. Conosco un po’ il mondo del circo, e se fatto bene, il circo è magia. Un mago classico o uno smanicato (come si definisce Ottavio Belli), possono funzionare, quando entriamo al circo cerchiamo una seduzione, abbiamo bisogno di evadere e sognare, se proprio dobbiamo pensare al massimo sarà per capire da quale parte uscirà il coniglio e come avrà fatto il mago a farlo. Il circo dovrebbe essere stupore, per stupire il pubblico Ottavio rinnega il suo passato oppure crea qualcosa di nuovo in un ambiente che, come vedremo, la magia era tenuta in considerazione più come riempitivo che attrazione?

 “No, non rinnego il mio passato,  il circo vogliamo tenerlo, abbiamo cambiato solo la forma.  L’idea di spezzare lo spettacolo a metà non è una cosa nuova, ma una cosa che comprende comunque un rischio da parte di chi ci mette i soldi.  Questi Martini,  famiglia che nasce da Bimbo Martini, che oggi è una persona di una certa età, quindi un modo di pensare diverso, si sono evoluti loro in questa cosa, in un progetto che non si sapeva se avrebbe avuto successo.  La gente che viene al circo non è abituata a vedere il mago, una critica che faccio a questo mondo è che fino a poco tempo fa il mago era fatto da persone che non erano maghi, illusionisti, persone che coprivano quel ruolo per necessità di scaletta.  Se io metto su un naso rosso non vuol dire che sappia fare il clown.
La magia è un’arte millenaria, agli inizi del 700-800 chi faceva il mago erano solo persone di un certo calibro  scienziati, dottori .. è un’arte piena di cultura. Dispiace quando vedi nei circhi artisti che stanchi del loro
numero, o per esigenza di scaletta come dici tu, acquistano quattro scatole e si improvvisano maghi. La magia funziona se fatta in modo corretto. In Italia se chiedo come te lo immagini il mago? Lo stereotipo è Silvan, ovvero l’eleganza, la classe. Io invece sono smanicato,  uso i breakers, una cosa nuova e che funziona. Non basta comprare dei trucchi per fare il mago, è il mago che fa i trucchi. La magia va studiata, ho dedicato una
vita alla magia, lo faccio di mestiere, ed ho cercato di proporre un mago differente dal modo classico italiano”.

Insomma Ottavio, soddisfazione e riscontro positivo, applausi e collaborazione da parte della direzione del circo…

“Sarò sempre grato alla famigli di Romolo Bimbo Martini per aver creduto in questo progetto, dopo aver debuttato ad ottobre ho avuto richieste da tutti i grandi circhi italiani. Cerco di offrire alla gente quello che non si aspetta. Sono riuscito a portare la magia di qualità al circo, un mondo dove la magia è vista in modo secondario, sono riuscito a far capire che se vuoi fare il mago al circo lo si deve fare con professionalità e passione, non si improvvisa nulla nella magia. Vedo poi che forse ho fatto da apripista perché ci sono altri circhi che si stanno muovendo per prendere maghi professionisti e sono contento se ho aperto una porta nuova nel modo del circo”.

Se incontrerete dei manifesti che annunciano il Circo Martini-Donna Orfei Illusion, qualcosa in più ora la sapete. Abbiamo parlato di quel finale con un clown dal naso rosso illuminato. Non chiedetemi di più, non ve lo dirò mai. Una chiusura molto bella perché c’è poesia positiva, ma non chiedetemi perché: l’illusione non va raccontata va vissuta, e per dirla come Ottavio Belli: “la magia è sorpresa,  alla fine tutte quelle luci non valgono una luce sola”.

© maurizio tramonti per Circusfans Italia

ESCLUSIVA : OTTAVIO BELLI – ILLUSION

17/10/2013 13.00.16

 

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