Circusfans Italia

IL PORTALE DEL CIRCO ITALIANO

50 SFUMATURE DI ESOTICO

50 sfumature di esotico circo ippopotami

50 SFUMATURE DI ESOTICO

In Italia fin dal Secondo Dopoguerra il pubblico è stato abituato a ritrovare nelle piste di ogni misura, passerelle di animali tra i più diversi: cammelli, zebre, bufali seguiti da bestie sempre più grandi e sorprendenti come giraffe, ippopotami e, nelle più fortunate occasioni, rinoceronti o tapiri.

Eros Casartelli con le prime giraffe in un circo italiano (1971)

Il primo italiano a dedicarsi alla creazione di un grande esotico, fu Eros Casartelli, a seguito di un grande investimento per l’ampliamento dello zoo del circo, fatto dal padre Leonida da poco venuto in possesso dell’insegna “Medrano”(1972). In realtà esistono dei precedenti nei circhi Orfei, Togni, Palmiri (per citarne alcuni) che presentavano già negli anni Sessanta gruppi di esotici, sia misti che di dressage, ma senza toccare le vette raggiunte dal Medrano per varietà e completezza. I Casartelli si ritrovarono con un parco animali, che ricordava i fasti delle manegerie americane e tedesche, che custodiva al suo interno veri e propri tesori, Furono infatti i primi italiani a possedere giraffe (1971; prima due e per un periodo breve addirittura tre), tre elefanti africani (1976) ed il famoso gorilla, Massa meglio conosciuto come Katanga (dal 1973).


DAVIO TOGNI CAVALCA IL RINOCERONTE

Davio Togni al Florilegio di Darix Togni

Da citare, sempre per quello che riguarda noi italiani, sono: l’esotico montato nel 1986 da Charles Knie per il circo di Moira Orfei, dove comparvero per la prima volta in una pista italiana 4 antilopi addestrate, presentate con altrettante zebre o ancora lo straordinario rinoceronte cavalcato da un leopardo ed una piccola scimmia presentato dalla fine degli anni Ottanta da Davio Togni, nella pista del Florilegio.  

ALMANACCO DEL FESTIVAL DI MONTECARLO – 14° EDIZIONE 1989 - Circusfans Italia
Stefano Orfei al Festival del Circo di Monte-Carlo – vincitore del Clown d’Argento

Ma se ben ci pensiamo tutti questi numeri, e più genericamente gli esotici italiani, se pur con le relative varianti, condividono una struttura, sostanzialmente fissa: carovana di cammelli ed affini, sfilata delle varie specie e gran finale dedicato ai giganti di casa. Questa struttura non è tipicamente italiana, ma è riscontrabile sostanzialmente in tutta Europa e, se pur in minore misura, nel circo americano.

Esotico Richter Clown d’Oro al 42° Festival del Circo di Monte- Carlo (foto CircusTalk)

Questo ci porterebbe a pensare che sia questa l’unica maniera di presentare questi grandi gruppi di animali; in realtà non è così: se tendiamo lo sguardo, di poco, verso est  troviamo nella storia del circo  socialista un ampio e variegato repertorio, di numeri con animali, figlio dell’imposizione di originalità da parte dei comitati artistico/politici che vagliavano le attrazioni del circo statale.  In questo articolo vogliamo raccontarvi proprio alcuni di questi numeri soffermandoci, sui repertori di quattro Dresseur sovietici che hanno fatto della novità il loro marchio di fabbrica, presentando binomi inediti, e trucchi unici.


I DUROV DAL FILM RING OF BRAVES -1951

Durov

I primi artisti che vi presentiamo sono i Durov. I Durov sono da considerarsi i padri dell’addestramento degli animali esotici nel blocco sovietico e con la loro tecnica hanno notevolmente influenzando le future generazioni di addestratori. Sono diversi i membri di questa dinastia a meritare una menzione, a partire dai due capostipiti Vladimir ed Anatoly. In questo articolo ci andremo a concentrare sull’operato di Vladimir Grigorevich Durov nipote di Anatoly, il cui numero è particolarmente esemplificativo del repertorio di famiglia, egli era inoltre considerato il Durov più celebre al difuori del Urss, avendo partecipato a diverse tournée del Circo di Mosca in giro per il mondo.

La famiglia Durov più di altri, è stata in grado di creare numeri e personaggi: inconfondibili e trasversali durante l’intera storia del circo sovietico; su tutti certamente il nonno Durov un poetico clown vestito con un tutone scuro, un ampio colletto bianco, un mantello ed un velo di trucco. L’attrazione del Nonno Durov iniziava recitando alcuni sonetti sull’armonia tra le specie animali, ma sempre con un velo di ironia.

Terminato il momento recitativo iniziavano ad entrare uno dopo l’altro decine di animali (oltre 100) che spaziavano dai leoni marini ai topi dalle zebre ai cani dagli elefanti alle donnole; che si susseguono in scena senza un apparente continuità in un’attrazione, che poteva, senza troppe difficolta, riempire l’intera seconda parte di uno spettacolo.

A caratterizzare il numero è l’assenza di un rapporto di subordinazione tra uomo ed animale e tra le diverse specie, ma a regnare è un clima di armonia e complicità che permette alla volpe di saltare di fianco al gallo, all’elefante di concertare insieme al suo addestratore. Non mancano elefanti che leggono l’ora, lepri musiciste ed uccelli variopinti.

Il video che vi mostriamo è tratto dal film sovietico “The Ring of Braves”: vediamo un estratto dell’attrazione di Vladimir, eccezionalmente affiancato da un altro esponente della medesima famiglia Yurii Vladimirovich (anche lui usava presentare l’attrazione del nonno Durov, parallelamente al cugino, le due attrazioni erano sostanzialmente intercambiabili, anche se chiaramente impiegavano esemplari diversi) che presenterà un altro numero unico e di assoluto prestigio: un dressage di ghepardi in completa libertà, presentato dall’artista  per la prima volta e poi ripreso anni dopo dal figlio Yurii Yurevich (primo addestratore russo a presentare una giraffa); inoltre all’inizio del numero possiamo ammirare un piccolo assaggio della ferrovia degli animali altro pezzo forte del repertorio Durov.

Yuri Durov
Vladimir Durov

 


DAL FILM “ROAD TO THE ARENA” CON STEFAN ISAAKIAN

Stefan Isaakian

Il secondo dresseur che vi presentiamo è Stefan Isaakian un addestratore armeno attivo in Unione Sovietica tra gli anni Sessanta ed Ottanta con un gruppo misto di animali, presentato per la prima volta nel circo di Yerevan.

 L’attrazione si distingueva per la grande cura scenografica, la presenza di una trama e per i suoi protagonisti insoliti: 2 ippopotami, un’antilope, poi boa coccodrilli e molti uccelli (negli anni successivi si aggiungeranno al numero alcuni scimpanzé). Centrale nell’attrazione il dressage degli ippopotami, l’artista riprendendo il repertorio dei Durov lo amplia e lo perfeziona. A sua volta l’eredità di Isaakian verrà raccolta dall’Azero Tofik Akhutov, tutt’oggi attivo con un numero di 3 ippopotami ed alcuni babbuini.

Gli ippopotami di Tofik Akhutov

L’attrazione, data la complessità della sua messa in scena doveva essere allestita durante l’intervallo. Alla ripresa dello spettacolo la pista era coperta da un grande sipario circolare, che alzandosi nella penombra svelava, un quadro che ricordava una laguna dispersa in mezzo alla foresta tropicale africana. Rocce, alberi, liane, uno stagno dove le anatre ed altri uccelli palustri nuotano; poi gru coronate, cicogne, pavoni che camminano tra i bambù dispersi per la pista.

Questa suggestiva cornice fa da sfondo alle avventure de “l’impavido Nazar”, interpretato da Isaakian, un eroe della tradizione popolare armena.

Il numero iniziava con Nazar che si ridesta dal sonno e cerca di catturare uno degli uccelli che affollano la scena, ma senza riuscire a prenderne neanche uno; nel frattempo altri uccelli si avventano sulla sua colazione del protagonista e la mangiano, lasciando l’eroe a bocca asciutta. Un po’ scoraggiato Nazar pensa di fare colazione con un pesce cosi lancia un’esca nello stagno, ma ad abboccare non è un pesce, bensì un coccodrillo. L’eroe a questo punto si siede su un grosso macigno, che però si rivela essere un ippopotamo (rimasto immobile in pista per oltre quindici minuti!). Quando Nazar, per lo spavento, perde i sensi, viene svegliato da un’antilope, che gli lecca il viso.

Ridestatosi inizia la seconda parte dell’attrazione in cui Isaakian prende il controllo della situazione presentando: alcuni trucchi con il coccodrillo, un ricco dressage di due ippopotami, ed in conclusione, il “combattimento” con un grosso boa constrictor.

Il video che vi mostriamo è tratto anch’esso da un film, questa volta del 1963, si tratta di “Road to the Stage”. Vediamo un estratto del numero contenente i punti salienti, l’attrazione filmata (probabilmente per ragioni legate alle riprese cinematografiche) si discosta leggermente da quella “ufficiale” sopra descritta.


BORIS E LYUBOV FEDOTOV – ESOTICO

Boris e Lyubov Fedotov

Le prossime stelle della pista sono Boris e Lyubov Fedotov. Dei quattro numeri che abbiamo pensato di raccontarvi quello di Fedotov si avvicina più di tutti gli altri all’idea occidentale di “esotico”, infatti, vi troviamo coinvolti zebre, cammelli, lama e struzzi, ma non solo: infatti, nella prima attrazione debuttata nel 1971 troviamo anche il cavallo di Przewalski, cavallo selvatico delle steppe russe e mongole ritenuto indomabile.

Dei Fedotov, potremmo dire che hanno fatto dell’ “indomabile” il loro marchio di fabbrica, riuscendo a presentare più volte animali che godevano di questa fama; un ulteriore esempio ci arriva dall’elefante Chani, ritenuta dal suo precedente addestratore inadatta al lavoro in pista ed abbandonata a favore di altri esemplari di più semplice gestione; Boris Fedotov con tempo ed infinita pazienza ed amore è riuscito a trovare un approccio differente per l’addestramento dell’animale, arrivando a ragguardevoli risultati.  Chani ha accompagnato i Fedotov in pista, a partire dal 1984, per oltre 25 anni.

Nella loro attrazione esotica, i due non si limitarono alla mera presentazione degli animali, già di per sé spettacolare data la rarità delle specie in loro possesso, ma vi crearono esercizi che superavano ogni aspettativa: volteggio sul dorso di uno struzzo, zebre calciatrici, furono inoltre tra i primi (1974) a presentare il pas de deux in sella a due cammelli.

Nel marzo del 1980, nell’arena del circo di Tula, ebbe luogo la prima di una nuova attrazione, che occupava senza troppe difficoltà un’intera metà di spettacolo, dal titolo “Hello World!”: vi prendevano parte 18 specie differenti di animali, tra cui aquile, puma e nandù oltre agli animali già citati. Nel trucco finale 25 animali affollavano simultaneamente la pista.

Nel 1982 i Fedotov introdussero un nuovo frammento all’attrazione il primo “canguro boxer” in una pista sovietica. Per quanto gli eredi della coppia siano tutti nel campo dell’addestramento degli animali, nessuno si è mai dedicato all’addestramento di specie esotiche (la figlia Elena dopo diversi anni alla guida di una coppia di leopardi in libertà presentati insieme al marito Sergey Nesterov, si occupa della presentazione di un grosso rinoceronte;

le nipoti Anastasia, già Clown d’Oro a Montecarlo ed Alisa, si occupano rispettivamente di cavalli e tigri bianche). Alcuni trucchi della coppia sono però stati ripresi da Victor e Nelly Shustov, che esibiscono nel loro numero: cammelli, lama, cani San Bernardo, coccodrilli, serpenti, pony, uno zebroide (incrocio tra cavallo e zebra ), uno struzzo, ed una iena striata in libertà. 


LA GABBIA MISTA DI VIKTOR TIKHONOV
CON BISONTI E TIGRI

Viktor  Tikhonov

Ultimo, ma di certo non per importanza o qualità, è Viktor Tikhonov (da non confondere con l’omonimo nipote tutt’oggi attivo in Rosgoscyrk). Tikhonov è ricordato come grande sperimentatore, difatti, e le sue attrazioni sono state sostanzialmente un unicum o comunque delle prime assolute.

Victor fin dagli inizi di carriera si specializzo nell’addestramento di Bovini entrando nella storia con il primo numero di yack addestrati: parlando di yack addestrati non si deve pensare alle passerelle comuni nei circhi nostrani, ma ad un dressage di grande tecnica che comprendeva salti, esercizi in libertà ed addirittura passaggi di alta-scuola. Con l’introduzione degli yack nella pista Viktor ha lasciato un solco ben visibile ripercorso da alcuni emuli;

Vitaly Tikhonov

sicuramente da segnalare tra essi: gli eredi dello stesso Tikhonov il figlio Vitaly (arrivato a presentare dei passaggi di volteggio cosacco sul dorso dei bovini)ed il nipote Victor che, come già accennato,  porta orgogliosamente avanti la tradizione di famiglia; possiamo inoltre citare Gia Eradze con la sua attrazione “Spagna” oggi presentata da Ekaterina e Maxim Boschenko.

Gli yack sono inoltre stati protagonisti del rinascimento identitario del circo mongolo affiancati da capre, stambecchi, lupi e cammelli.

La seconda attrazione firmata Tikhonov ha assolutamente dell’incredibile è rappresenta un unicum nella storia del circo, protagonisti in pista 7 bisonti americani (per quanto esistessero dei precedenti di utilizzo di bisonti all’interno di spettacoli circensi, pensiamo al wild west show di Buffalo Bill, Tikhonov fu il primo a curarne l’addestramento) che dividevano la pista con sei tigri siberiane, un ghepardo ed una copia di cani.

Al debutto dell’attrazione avvenuto nel circo di Yaroslavl nel 1966, gli spettatori ebbero la fortuna di assistere a trucchi mai visti fino a quel momento: una tigre che azzanna un pezzo di carne tenuto in bocca dal bisonte. Per quanto un numero di questo tipo è e verosimilmente resterà unico, il dressage dei bisonti ha trovato terreno fertile: attualmente esistono diversi addestratori che si sono dedicati a questi grandi animali pensiamo, per restare in Russia, a Viktor Tikhonov jr o Rustam Gazzaev  oppure spostandoci  in Europa  a Marcel Kramer.

A partire dagli anni settanta i bovini lasceranno spazio ai predatori creando tra il 1973 ed il 1976 due nuovi numeri il primo una gabbia mista di tigri, cani boxer ed un ghepardo cavaliere; la seconda dedicata alle sole tigri con alcuni trucchi inediti.

Con Viktor Tikhonov, si conclude la nostra breve carrellata di numeri di animali tanto unici quanto sorprendenti. Ma questi non sono altro che la punta dell’iceberg, difatti, in tutta la lunga storia del circo di stato russo/sovietico sono stati moltissimi gli addestratori creativi che hanno portato l’arte dell’addestramento oltre l’immaginazione: pensiamo ai bufali cavalcati dagli orsi di Sergei Sankaradze,i babbuini djighitti sulle zebre dei gemelli Dudkin, il numero di linci e cinghiali di Larisa Tikhonova e molti altri.

Larissa Tikhonova

Testo di Salvatore Arnieri
Foto dalla collezione di Lev Schwartz from RusCircus.Ru

Bibliografia:

  • Diversi articoli tratti dalla rivista Soviet Circus 
  • Riferimenti biografici dal portale ruscircus.ru
  • Enciclopedia del circo, Stefan Isaakian
  • “Le belve di Mosca” di R. De Ritis, da rivista Circo 09/1996 
  • Yuri Durov, biografia tratta dal portale ruscircus.ru
  • V. Tikhonov, voce di Circopedia a cura di D. Jando
  • Circo Medrano-Casartelli, voce di Circopedia a cura di R. De Ritis
  • Dinastia Durov, voce di Circopedia a cura di D. Jando
  • “Storia del Circo” (2008), di A. Serena, ed. Bruno Mondadori
  • “Una Donna un Circo. Dall’arena Rosa al Medrano”, di E. Bassano, ed. La Stampa
  • “Questa sera grande spettacolo. Storia del Circo Italiano” (1961), di A. Cervellati

50 SFUMATURE DI ESOTICO

Se questo articolo ti è piaciuto condividilo sui tuoi social utilizzando i bottoni che trovi qui sotto

Translate »
error: I contenuti sono di proprietà di www.circusfans.eu - Contents are owned by www.circusfans.eu.