ARTHUR ROBIN – WORLD CIRCUS ARTIST
Arthur Robin, l’Ercole nero
Oggi vogliamo parlare di un gigante della pista, un personaggio mitico, leggendario, fortissimo… non solo per la forza fisica. La forza di Arthur Robin consiste nell’intensità del suo personaggio: un’icona del nostro circo che lo ha praticamente adottato, diventando per lui una seconda patria. La sua forza è manifestata dalla sua capacità di non invecchiare mai (oggi ha 93 anni ma non li dimostra!) e di aver mantenuto inalterato nel tempo il fascino esotico della propria figura. Arthur per quasi 50 anni ha catturato il pubblico con il suo essere “artista” vero, espressivo e magnetico ad ogni spettacolo. Il modo migliore per conoscerlo è vederlo all’opera in questo video ripreso nell’inverno del 1990 al Circo Nando Orfei a Pomezia durante la registrazione del programma “Natale al Circo” condotto da Sandra Milo per RAIDUE.
Il percorso di Arthur (nato nel 1927 nella Guadalupe Francese) inizia come culturista inizialmente allenandosi con attrezzi di fortuna e oggetti comuni come barattoli trasformati in pesi. Nel 1939 si trasferisce in Francia dove alterna il lavoro in fabbrica alla Citroen ad allenamenti in palestre vere. Nel 1952 la prima competizione sportiva, negli anni immediatamente successivi i primi titoli fino ad arrivare a quello di Mister Universo nel 1957 a Londra che lo consacrerà definitivamente. Sarà inoltre il primo uomo di colore ad aggiudicarsi questo titolo. Questo traguardo lo porterà ad abbandonare il contesto sportivo per avvicinarsi a quello dello spettacolo e delle esibizioni.
Nel 1958 fa parte della troupe degli Harlem Globertrotters (mitica squadra di basket USA) ed è in questo periodo che nasce “l’Ercole nero”, con le prove di forza che inizieranno a far parte del suo repertorio. Dopo musichall e teatri, arriva il mondo del circo negli anni Sessanta in Europa (tra gli altri il Cirkus Berny in Norvegia intorno al 1963 e il Circus Franz Althoff tra il 1964 e il 1967).
L’avventura italiana del nostro Arthur inizia nell’inverno 1967/68 al Circo Orlando Orfei a Roma. E’ durante la permanenza nella Capitale che si sposa con Lilly, una bella austriaca conosciuta quando il Circo Franz Althoff in cui lavorava attraversò le montagne dell’Austria e che da allora sarà sua compagna nella vita e sulla scena. Lilly era una spettatrice che rimase folgorata vedendo Arthur entrare in pista in sella a una biga nel grande maneggio di Althoff: gli scrisse una lettera e lui rispose e pochi mesi dopo la sposò, come nelle favole! Al termine del contratto con Orlando Orfei, i coniugi Robin tornano in Austria, ma devono ben presto far dietro front perché l’Italia li rivuole, richiesti questa volta da Riccardo Canestrelli (marito di Lidia Togni) che allora viaggiava (siamo intorno al 1969) con il mastodontico Circo Royal Americano a 3 piste: 3 numeri contemporaneamente, grandi parate ed una compagnia ricchissima. Dal 1970 il Circo assume l’insegna Lidia Togni e Arthur vi rimane fino al 1971.
Seguono stagioni in vari complessi italiani piccoli e grandi: il Circo L. Orfei (1971), il Circo Gerard (1972), il Circo Alex dei fratelli Montano (1973 e 1974), il Circo Jumbo di Livio Togni (1977/78, dove “sfidava” il collega Pascià), il Circo Piero Medini e alcune stagioni anni con Nando Orfei (grazie a Nando Orfei, assisteremo alla performance di Arthur anche presso l’indimenticabile raduno degli Amici del Circo di Scarperia, nel 1985, sotto allo chapiteau di Aldo Zucchetto e dei fratelli Rossi).
Dopo diversi anni in Italia Arthur Robin si trasferisce in Spagna ove lavora presso il Circo Rudy Bros. dei Vassallo e il “Circo Ruso sobre el hielo” di Angel Cristo (ispirato allo spettacolo sul ghiaccio di Moira Orfei e Walter Nones). La parentesi spagnola continua al Circo Wonderland dei F.lli Macaggi e presso il Circo Mundial proprio nel periodo in cui in televisione andavano per la maggiore i telefilm americani della serie “A Team” il cui protagonista era P.E. Baracus (impersonato da Mr. T): un muscoloso uomo di colore dal cranio rasato ed una cresta di capelli neri. Fu in quell’occasione che Josè Maria Gonzalez Villa propose ad Arthur di ispirare il proprio personaggio a Mr. T ed il successo fu immediato: tutta la pubblicità puntava su Arthur, e il suo ingresso in pista a bordo di un grande fuoristrada era preceduto da un balletto di belle ragazze e bandiere stelle e strisce, coloratura che ornava anche il grande mantello che lo vestiva.
Dopo la parentesi spagnolo, il ritorno in Italia lo vede da Nando Orfei e presso Holer Togni che volle mantenere lo stile all’americana dell’esibizione che ben si confaceva alle sue macchine acrobatiche.
In questo periodo il figlio di Arthur, Enrico è richiamato in Italia a svolgere il servizio militare e questo spiega la scelta dei genitori di stare vicino al figlio. Dal 1989 sono gli Zamperla ad accaparrarsi per i tre anni della loro permanenza in Grecia e Cipro il più bel numero di uomo forte degli ultimi anni. Al rientro della Grecia Arthur e Lilly trovano la loro collocazione più appropriata al Circo Storico Tribertis dove rimarranno per quattro anni, fino alla chiusura del Circo. Dopo la chiusura del circo, Febo Triberti ha trasferito una parte del “circo romano” al Safari Park di Pombia (NO) che nel frattempo ha rilevato e presso il quale Arthur e Lilly hanno lavorato fino al 2003 quando si sono ritirati dalle scene.
La leggenda di Artur Robin è tale da essere entrata in un film a lui dedicato, intitolato “Mister Universo” del 2016 che ne ripercorre la vita e ne perpetua l’aurea mitica. ARTHUR ROBIN – WORLD CIRCUS ARTIST
Al Circo Storico Tribertis (come peraltro già da Franz Althoff), in costume da antico romano Arthur entrava in scena a bordo di una fastosa biga dorata e mostrando un fisico scolpito e ben tornito iniziava la propria esibizione di forza durante la quale piegava stanghe di ferro, spezzava catene e trascina decine di persone in un titanico tiro alla fune. Indimenticabile il momento in cui piegava a mani nude una barra di ferro lunga 30 cm e spessa 7 millimetri che poi regalava a un bambino del pubblico. Al Circo Storico Tribertis, inoltre, debutta come giocoliere il figlio Enrico, che dal padre ha ereditato il fisico massiccio e muscoloso e che oggi, dopo il ritiro dalla scena di Arthur Senior, continua il numero reinterpretandone il personaggio con il nome d’arte di Arthur Jr.
Testo di Dario Duranti
Foto Archivio di Circusfans.eu
Video Archivio di Maurizio Colombo
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